sabato 15 dicembre 2018

Pubblicità - Il prossimo attentato terroristico in anteprima mondiale sul sito di Rita Katz


Risultati immagini per in anteprima mondiale sul sito di Rita Katz

C’è un gigantesco “buco nero” (per usare un eufemismo) nel sistema dell’informazione del nostro paese che si sperava (e ancora si vorrebbe sperare) ridimensionabile con l’avvento del nuovo governo. Ma poco finora, in tal senso, è accaduto. E la cosa, per la gravità del rinnovarsi monotono di eventi tanto tragici quanto opachi come le stragi terroristiche degli ultimi anni, è sempre più evidente.

Sia sulle reti pubbliche che su quelle private, litanie tele-giornalistiche di sfacciata e grottesca ipocrisia si susseguono nei tiggì di tutte le ore, sostituendosi a dovute analisi critiche, assolutamente necessarie e ovvie, in un quadro mortificante per l’intelligenza e il comune buonsenso, che legittima il sospetto ragionevole di vizi di “complicità di sistema” intollerabili.

Possono apparire espressioni forti queste, ma la partita in gioco le merita pienamente, se davvero abbiamo a cuore il valore della verità e dell’onesto spirito di servizio nel campo dell’informazione, per – senza esagerare - la sopravvivenza della vita democratica stessa nella nostra e in tutte le repubbliche del vecchio continente.

Manca una rubrica televisiva, un talk o una qualsiasi altra forma di servizio pubblico, veramente degna di questo titolo, alternativa alle becere trasmissioni “cairote e arcoriane”. Questo è il punto! E fino a quando dovremo continuare a tenere in piedi coi nostri soldi l’omissione di servizio pubblico della televisione di stato in uno scenario di finto pluralismo informativo, fondato su un disegno scientifico di tradimento e inadempienza, dovremo supplire con voci che, per fortuna, non mancano!

……Che noia, però!

Il terrorista solitario di Strasburgo è stato ucciso, quindi non racconterà come si è “radicalizzato”.

Che noia!  I suoi atti sono stati rivendicati da DAESH, che è un’organizzazione islamica creata dagli USA, e i suoi amici nella NATO, pagata dai sauditi per abbattere il governo di Assad.

La rivendicazione è avvenuta tramite il SITE di Rita Katz. Del resto il nome e l’identità del terrorista sono apparsi sui social   israeliani solo 3 ore dopo la strage. Come sempre, loro sanno già tutto “prima”.

Secondo il tedesco Bild, Cherif Chekatt era nel suo appartamento la mattina dell’attentato, quando la polizia francese andò ad arrestarlo per una vicenda precedente, un omicidio in seguito a rapina; ma lui è riuscito a prendere la fuga.

Evidentemente il suo appartamento, un HLM (Habitation à Loyer Moderé, casa popolare a canone assistito) non era il consueto mono o bilocale con cucina a vista di questo tipo di abitazioni; doveva avere saloni e una quantità di finestre nel retro, da cui il terrorista si sarà calato con le lenzuola. 

Altrimenti bisogna immaginare che DAESH, ossia la NATO, lo abbia fornito della tuta mimetica dell’invisibilità immortalata nel film Predator, e sia passato in mezzo ai poliziotti che erano sulla porta, guadagnando le scale.

Poi, la sera, compiuta la strage, il terrorista ha fermato un taxi ed è scappato. Piccolo particolare insignificante: i taxi hanno il divieto di entrare nella zona in cui l’avrebbe preso.  Come mostra la mappa del giornale locale Dernières Nouvelles  d’Alsace, dal 23  novembre la zona –    a causa dei mercatini di Natale – è pedonalizzata.
 


L’accès à la Grande Île sera uniquement réservé aux véhicules autorisés. Ils seront systématiquement soumis à des contrôles de sécurité pendant les horaires d’ouverture du marché de Noël. PHOTO Archives DNA – Jean-Francois BADIAS

Non solo entrano “solo i veicoli che dispongono di un’autorizzazione”, ma solo da “quattro varchi” dove i vigili urbani filtrano, ossia controllano “sistematicamente” che le auto abbiano l’autorizzazione.

L’uscita dalla zona è permessa solo e tassativamente da due varchi, parimenti controllati, le pont Saint-Nicolas e le pont du Théâtre.  Ovviamente la sosta di veicoli è parimenti vietata.

Invece il nostro ha trovato un taxi, e non ha ucciso il taxista, “salvo perché musulmano e devoto alla preghiera”, dicono i giornali. A lui il terrorista in fuga e forse ferito ha spiegato di aver «ucciso per vendicare i fratelli morti» in Siria.  E’ solo grazie alla testimonianza del taxista sulle chiacchiere che ha intavolato col terrorista, che quest’ultimo ha potuto essere identificato nel noto Tale dei Tali. Naturalmente del taxista non si sa il nome, quindi non è possibile ascoltarlo.

Il terrorista di Daesh poi non ha chiesto al taxista di portarlo in Germania, dove ha famiglia ed appoggi. No, si è fatto lasciare a Strasburgo, e nei pressi di un commissariato di polizia. E l’hanno trovato praticamente a casa sua dove l’hanno ucciso.

Che noia. Finché il popolo non capirà che è stato ingabbiato in una dittatura dispotica e falsa dal principio alla fine, non se ne esce.

Adriano Colafrancesco - adrianocolafrancesco@gmail.com

Risultati immagini per adriano colafrancesco

1 commento:

  1. Non riescono mai a variare il copione. Sono ormai monocordi, privi di fantasia. Continuano imperterriti con queste cose. Io mi domando: sono ormai rassegnati e non possono far altro che continuare con le provocazioni più stantie, ancorché sanguinose, o sono certi che la reazione delle persone andrà alla fine nella direzione da loro voluta? Ad ogni modo, da noi gli attentati andarono avanti per 10 anni di fila.
    Intanto, come si prevedeva, a Parigi oggi ha manifestato 1/10 delle persone della volta scorsa. Anche al netto della "stanchezza", mi sembra che abbia agito il ricatto di cui si diceva.
    Se ci sarà una ripresa, c'è da temere che ci sarà anche un altro attentato.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.