lunedì 28 novembre 2016

Spot degradanti per il "sì" del governo in carica per mantenere i privilegi acquisiti e conquistarne di ulteriori dopo il referendum

Il Partito Della vergogna



“Fino a una settimana  sapevamo che bastava un Si per curare il cancro, poi che la stessa medicina era una magica soluzione per i bambini diabetici e ora a Palazzo Chigi hanno scoperto che la stessa pillola serve anche per curare l’epatite. 

L’uso inumano e spregevole della malattia e del dramma per la campagna referendaria basterebbe  a definire il livello morale del governo, ma sarebbe insufficiente a descrivere la realtà perché le affermazioni sull’effetto taumaturgico del Sì sulla sanità italiana è una tale gigantesca bugia che nemmeno riescono a trattenersi dal dimostrare apertamente, ancor prima delle urne, la vacuità delle loro chiacchiere, come dimostra la cancellazione  dei 50 milioni per fronteggiare l’emergenza sanitaria provocata dai veleni dell’Ilva.

Questi vogliono a tutti i costi privatizzare la sanità, è chiaro come il sole anche se certamente non lo rivelano, ma è impressionante come un sistema informativo ormai al soldo, insegua ciecamente  la menzogna insita in questi spot degradanti di governo: infatti con la riforma del titolo V° si vuole far credere di voler riunificare la sanità riportando allo Stato le disposizioni generali di tutela della salute ed eliminando così le disparità. Ma in realtà questo è già previsto dalla Costituzione attuale e incarnato nei protocolli sui livelli essenziali di assistenza che stabilisce gli standard di cura. 

Al contrario la manipolazione guappo-renziana della Carta fondamentale non tocca per nulla il vero problema, ovvero lo squilibrio in termini di finanziamenti e di risorse organizzative tra le varie regioni e aree del Paese. Queste cose  dipendono invece dal governo e Renzi potrebbe farlo domani se proprio la cosa lo interessasse.

Ma se in giro ci sono delle carogne per le quali ci vorrebbe una Norimberga, fanno davvero pena i poveracci in senso morale e intellettuale che applaudono a queste enormità, che fanno finta di credere agli argomenti inesistenti, ad ogni clamorosa bugia, a quell’atmosfera maligna, incompetente, furba e ottusa rappresentata da Renzi e dai suoi ministri, si fa per dire. Il quale tra l’altro, mentre chiede riforme per la governabilità utilizzando gli argomenti che abbiamo visto, lascia trasparire in un modo palese la sgovernabilità democratica di cui è portatore, ovvero tutto il retroterra di affari, di menzogne, di piduismo, di voto di scambio, di gestione autocratica grazie all’occupazione del parlamento, di totale subalternità tranne che nell’assegno di mantenimento politico che lui e la sua banda si sono dati. 

Il tutto incartato nell’albagia cretina  dei politogi alla Cazzola che addirittura chiede  il colpo di stato dei carabinieri in caso di sconfitta. Fa pena il partito del guappo che con suprema irresponsabilità ha portato il paese allo scontro e dunque al baratro, scambiando le proprie convenienze di poltrona e di tangente con quelle della comunità nazionale, stracciando il patto sociale.

Così è fin troppo chiaro che qualora vincesse il Si, il Paese finirebbe per spaccarsi completamente e in maniera molto più radicale e profonda che all’epoca di Berlusconi, portando al disastro anche economico e spero vivamente anche molti culi al caldo del sì.   

Solo una vittoria netta del No potrà evitare questo baratro, non solo salvando la Costituzione, ma anche sconfessando un Parlamento formatosi in base a una legge elettorale dichiarata anticostituzionale e tutte le deiezioni viventi o semi viventi come certi emeriti, che ha creato nel frattempo”. (*)

Risultati immagini per il partito del sì

(*) fonte Simplicissimus  

1 commento:

  1. I calciatori dell'ILVA tutti morti di cancro – Scrive Peacelink: “La Carbonara, Ripiano e Papalia; De Tuglio, Andrisani e Guarino; Catapano, Casile, D’Alò, De Gennaro, Capozza. Era la formazione dell'ILVA Football Club. Sono tutti morti di cancro. Tutti protagonisti di interminabili partite sulla terra battuta del vecchio campo Tamburi, nell’omonimo quartiere della città pugliese, a poche decine di metri dall’acciaieria. Vicino, troppo vicino alla fabbrica dei veleni. Un campo di calcio su cui si poggiavano le polveri della fabbrica, che venivano inalate a pieni polmoni pur di vincere la partita. Notizia ripresa dal libro: ILVA FOOTBALL CLUB, di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò; Kurumuny Editore”

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