lunedì 14 maggio 2012

Lo scellino somalo, una moneta solida senza banca che la emette




Una moneta emessa a nome di una banca centrale che non esiste più

L’uso della cartamoneta è normalmente considerato come un’espressione di fede nel governo che la emette. Quando la solvenza dell’emittente è dubbiosa, chi ne detiene i biglietti tenterà di cambiarli per dollari, gioielli, o nella loro assenza per qualche derrata duratura (al collasso del rublo nel 1998 certi lavoratori in Russia li si pagava in sottaceti). Lo scellino somalo, da due decenni senza il rispaldo di un governo o autorità monetaria qualsiasi, è una splendida eccezione a codesta regola.

La lunga guerra civile fece a pezzi tutte le vecchie istituzioni. Nel 2011 il paese ha messo su una banca centrale nominale sotto l’egida del Governo Federale di Transizione, ma l’autorità del governo non si estende molto al di là della capitale, Mogadiscio. La presenza di Al Shabaab, una milizia fondamentalista omicida, nel sud e al centro del paese, rende improbabile il restauro di una integrità territoriale a breve tempo. Nel frattempo 2,3 milioni di persone sono a corto di cibo. Come mai allora gli scellini somali, emessi in nome di un governo che ha cessato di esistere da tempo e non più rispaldati da riserve di alcun tipo, circolano ancora?

Una possibile spiegazione è che la scorta di scellini sia rimasta abbastanza fissa. Signori della guerra rivali hanno emesso i loro scellini, e vi è una certa quantità di biglietti contraffatti in circolazione. Ma l’assenza di una tipografia ufficiale capace di espandere la massa monetaria ha conferito un certo prestigio allo scellino anteriore al 1992. Perfino i biglietti falsi gli rendono omaggio, dichiarando di essere stati stampati prima che la banca crollasse: banconote rosse nuove di zecca da 1000 scellini, con il loro bravo canestraio nel recto e una ordinata zona portuale nel rovescio, dichiarano non plausibilmente di esser state stampate nella capitale nel 1990.

Abdirashid Duale, padrone di Dahabshiil, la più grande rete di banche in Somalia, afferma che ha un personale addestrato a distinguere falsi ben fatti da note genuine prima di scambiarle per dollari. Altri accettano il rischio di tenersi pochi falsi, che mettono in conto spese (gli scellini vengono spesso legati in mazzi di 100 note ciuscuno). In una tale alchemia, una imitazione di qualcosa che ha già un certo valore lo acquista anch’essa.



Come viene sborsato lo Scellino

Una seconda ragione della longevità dello scellino è che è troppo utile per farne a meno. Transazioni di una certa portata, come per una casa, un’auto, o anche bestiame avvengono in dollari. Ma i Somali hanno bisogno di spiccioli con in quali comprare té, zucchero, khat (un’erba stimolante), eccetera. Molti alimenti base non si producono nel paese, per cui il baratto è impraticabile. Lo scellino fa da mezzo di scambio come facevano una volta le conchiglie o le perline. Ha anche un ruolo secondario di portavalori. Una volta all’anno l’economia riceve una forte iniezione di dollari dalla vendita di caprini all’Arabia Saudita per i pellegrini che si recano alla Mecca. I mandriani devono trovare maniere di risparmiare il denaro ricevuto per spenderlo durante l’anno che segue. Lo scellino permette loro di farlo.

Ma la sua forza proviene da un’altra fonte. Dato che una delle due parti contraenti è in condizioni di fare entrare l’altra nel sistema somalo dei clan, lo scellino viene sostenuto da un forte collante sociale. Le monete cartacee hanno sempre bisogno di un consenso tacito degli usuari che le note verranno sempre scambiate per merci. In Somalia questo patto è ancora più forte: chiunque osi violare il sistema rischia di far perdere la fiducia verso di sé e del suo clan.

Dopo aver superato le difficoltà che ha superato, lo scellino sta subendo una seria concorrenza sotto forma di dollari trasferiti per cellulare. Zaad, un servizio telefonico di pagamenti per cellulare, permette agli usuari di pagare i commercianti in dollari per mezzo di messaggi telefonici scritti. Il sistema è popolare a Mogadiscio. Ma la resistenza dello scellino non va sottovalutata. Se è stato capace di sopravvivere senza un governo, è probabilmente in condizioni di fare caso omesso anche della tecnologia moderna.

The Economist

(31 marzo 2012 p. 74)

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