Per farsi un’idea di cosa sia Israele basterebbe che la televisione (quella italiana, come tutte le altre) mandassero in onda, diciamo, una volta al mese, un’ora di dibattito alla Knesset, il parlamento israeliano.
In mancanza di ciò ecco una rassegna di articoli e commenti che appaiono sulle prima pagine dei quotidiani israeliani più diffusi...
DA OPINIONE A DOTTRINA:
COME IL GIORNALISMO ISRAELIANO LEGITTIMA LA DISTRUZIONE DI GAZA.
Di Lavinia Marchetti
Ieri ho fatto ricerca sui giornali israeliani, alcuni molto letti, altri meno, ma in ogni caso ho preso solo articoli che finiscono nelle edicole, sui social, scritti da giornalisti e opinionisti accreditati. Vi riporto dei passaggi per mostrarvi come parte della società israeliana pensa al genocidio. Mi dispiace che dobbiate leggere, ma è un esercizio che ci aiuta a capire e a decostruire una narrazione che ci viene edulcorata in patria credendo che il solo cattivo sia Netanyahu e che abbia quasi monopolizzato il suo popolo. Non è proprio così. Non vi dico buona lettura perché non lo è.
●●●
-Anonimo editorialista, Israel Hayom – 1 marzo 2025
Titolo: “Gazans are complicit”
«La maggioranza degli abitanti di Gaza non è composta da civili inermi e ostaggi innocenti; piuttosto, è una comunità complice, sostenitrice e in alcuni casi attivamente partecipante della guerra di Hamas contro Israele. Non è solo una questione di qualcuno che “non si schiera”; stiamo parlando di una popolazione che permise e facilitò i rapimenti, che acclamò i martiri e che con entusiasmo ha difeso i tunnel e gli attacchi. Finché non capiremo che Gaza è parte del nemico, parleremo invano di “diritto internazionale”».
- Dalia Ben Avi (commentatrice), Yedioth Ahronoth – 15 aprile 2025
Titolo: “No distinction needed”
«Le azioni dell’IDF contro Gaza non richiedono discriminazione. Gaza è un unico insediamento urbano controllato da Hamas. Parlare di “minimizzare le vittime civili” è un lusso che non possiamo permetterci. Ogni edificio, strada e abitante è parte di un unico teatro di guerra, ed è stato così da tempo».
- Anonimo editorialista, Israel Hayom – 20 febbraio 2025
Titolo: “No innocent civilians: Why Gazans have earned their transfer”
«I Gazawi non sono vittime sfortunate e pietose della guerra che devono essere salvate dalle rovine e a cui deve essere offerta speranza e un futuro altrove attraverso un trasferimento consensuale. Al contrario: Gaza è la Sodoma moderna, e molti suoi uomini, donne e bambini sono “peccatori malvagi”. Se Abramo nostro padre tornasse per un momento e dialogasse con Dio su Gaza come fece per Sodoma, faticherebbe ad argomentare anche a favore degli abitanti di questa Sodoma moderna…
Non si parla di poche mele marce, ma di una popolazione che o è Hamas o la supporta, profondamente coinvolta nel massacro, nei rapimenti e nel culto dei “martiri”… Questa popolazione è terreno fertile per quest’organizzazione nazista che nella sua carta chiede la distruzione di Israele… Decine di migliaia di Gazawi hanno preso parte ai tunnel di Gaza, hanno guadagnato da questa impresa mortale… Decine di migliaia hanno partecipato alla “Marcia del Ritorno” – un nome copertura per marce terroristiche… Decine di migliaia hanno preso parte al massacro vero e proprio…».
- Michal Sela (editorialista), Haaretz – 10 giugno 2025
Titolo: “Collective punishment is deterrence”
«L’uso della sofferenza collettiva come deterrente funziona. Gaza è un territorio “preso in ostaggio” da Hamas, e finché non comunichiamo a quella popolazione che non c’è “via d’uscita”, il gruppo terroristico continuerà a operare e a rafforzarsi. Questo non ha nulla a che fare con il nostro diritto o torto; è una domanda di strategia: vogliamo che Hamas muoia, o vogliamo che sopravviva tra una popolazione intollerante e complice?».
- Avi Cohen (analista politico), Yedioth Ahronoth – 28 aprile 2025
Titolo: “Erasing Gaza”
«Cosa ci resta da fare? Se l’obiettivo è eliminare la minaccia, allora Gaza deve cessare di esistere come entità politica e territoriale. Non parlo di distruzione simbolica, ma reale: la smantelleremo. Le campagne di demolizione continuano fino a quando quella popolazione non imparerà che la guerra non è un gioco. È una lezione cruda, ma è l’unica che Hamas e i suoi sostenitori capiranno».
- Da Yedioth Ahronoth, 10 febbraio 2025, articolo di Shmuel Katz (opinionista):
«Il conflitto non è con Hamas, è con tutta Gaza. La popolazione che sostiene l’organizzazione terroristica non è innocente. La nostra missione è distruggere questa base di sostegno, senza eccezioni. Non possiamo permetterci di mostrare pietà o dubbi morali. Tutto ciò che vediamo come danno collaterale è necessario per la nostra sicurezza futura. Se i civili muoiono, è una conseguenza inevitabile di una guerra giusta e inevitabile».
- Da Yedioth Ahronoth, 22 maggio 2025, articolo di Eli Ben-Dahan (opinionista):
«L’unico modo per garantire la sicurezza di Israele è una soluzione che preveda la completa disgregazione della società di Gaza. Non ci sono innocenti in una comunità che sostiene attivamente la violenza e la guerra contro il nostro popolo. Gli abitanti di Gaza devono pagare il prezzo delle loro scelte. La clemenza sarebbe un errore fatale, che comprometterebbe la nostra sopravvivenza».
- Da Calcalist, 18 aprile 2025, articolo di Danit Levi (giornalista):
«La definizione stessa di “civile” a Gaza è diventata priva di significato. Vivere in quell’area significa fare parte di una struttura militante che supporta costantemente Hamas. Non c’è innocenza in una società che nasconde armi nei quartieri residenziali e usa la popolazione come scudo. Questa è la realtà con cui Israele deve confrontarsi, e ogni vittima civile è la conseguenza inevitabile di questa scelta collettiva».
- Da The Jerusalem Post, 29 maggio 2025, articolo di Michael Oren (storico e opinionista):
«La guerra contro Hamas non può più essere distinta da una guerra contro la popolazione di Gaza nel suo complesso. Hamas ha legato il destino della sua gente al terrorismo, facendo di ogni uomo, donna e bambino parte del conflitto. La sicurezza di Israele richiede un’azione decisa e senza compromessi, perché ogni cittadino di Gaza è, volente o nolente, un sostenitore attivo del terrore».
- Da Yedioth Ahronoth, 20 aprile 2025, articolo di Shimon Shiffer:
«La distruzione totale di Gaza è inevitabile e necessaria. Non possiamo più accontentarci di obiettivi parziali o di tentativi di minimizzare le perdite civili. Quando Hamas nasconde i suoi terroristi tra la popolazione, ogni uomo, donna o bambino diventa un potenziale bersaglio. La pulizia etnica, per quanto brutale, è l’unica via per assicurare la sicurezza a Israele. Ogni pietra rimossa, ogni casa rasa al suolo è un passo verso la salvezza del nostro popolo».
- Da Yedioth Ahronoth, 11 maggio 2025, articolo di Ronen Bergman (analista):
«Il concetto di ‘civile innocente’ a Gaza è stato cancellato da anni di supporto a Hamas. Chiunque viva lì ha accettato implicitamente di partecipare alla guerra contro Israele. Le nostre operazioni devono riflettere questa realtà senza maschere o mezze misure. Se una famiglia palestinese è vittima di un attacco, è perché ha scelto di vivere in un territorio controllato da terroristi, e questa è una conseguenza inevitabile».
Rassegna Stampa a cura di Giorgio Stern
(Tratto da: https://sites.google.com/view/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.