"Avevo paura dell'oltranzismo, adesso mi fa paura anche il buonsenso..."
Kiev sta perdendo la guerra. E con essa sta gradualmente perdendo il suo corpo, quel territorio che aveva assicurato di riconquistare, brandello dopo brandello.
A dispetto dell'apparenza chi ha i nervi a fior di pelle a questo punto non è la giunta di Kiev, ma Washington stessa: questo perchè il vertice politico/militare di Kiev, invasato di nazionalismo, ha giurato resistenza ad oltranza, che tuttavia in queste condizioni significa soltanto PERDERE ulteriormente terreno, spostare la linea del fronte e rinunciare a province e regioni intere che non torneranno più indietro (e questo l'amministrazione americana NON lo vuole). Dal versante ucraino siamo dunque nella situazione inedita che il buon senso e la realpolitik viene più dagli USA che non dai comandi ucraini allo stato attuale.
Per dirla tutta Washington ha favorito l'ascesa dei nazionalisti al governo da loro finanziato... dato che gli facevano e fanno comodo: ora tuttavia si accorgono che questa foga non è più nell'interesse NATO se l'unico risultato che ottiene è di perdere altri territori preziosi.
Insomma l'oltranzismo ucraino non è più di utilità alla visione strategica saggia, ed è venuto il momento di subentrare nella gestione della guerra in corso.
Giusto. Esiste però un altro nodo, vale a dire ciò che dovrebbe salvare la baracca - il buonsenso americano - appartiene in realtà anch'esso integralmente all'universo dell'immaginazione.
Dall'incontro del nuovo segretario Nato (l'olandese Rutte) con Zelensky, trapelano voci confuse in merito al "cedere a Mosca le regioni già conquistate finora in cambio di un ingresso immediato della restante Ucraina nell'Alleanza atlantica".
Il Donbass sarebbe ceduto DE FACTO, ma non DE JURE : vale a dire che tale cessione sarebbe temporanea e poi col tempo, tale territorio tornerebbe comunque a Kiev (?!). Quest'ultimo punto si suppone essere un espediente terminologico/psicologico per calmare gli oltranzisti di Kiev e fargli accettare l'accordo nell'immediato (poichè non vedo in che modo Mosca accetterebbe mai di lasciar tornare il Donbass - in seno ad un'Ucraina atlantica ! - dopo aver bruciato oltre 100'000 militari per prenderlo).
Eppure tutto questo è ancora nulla: l'autentico senso del tragico sta nell'incapacità del "buonsenso" americano di realizzare che un accordo come quello proposto (che a loro pare benevolo e generoso, probabilmente) se da un lato è ostico per i propri alleati ucraini, d'altra parte è assolutamente irricevibile da qualsiasi vertice del Cremlino (anche nell'ipotesi che Putin non ci fosse più).
Insomma, il fatto che da Washington si speri di poter coinvolgere Mosca in un (qualsiasi) piano che preveda l'Ucraina nella Nato, malgrado il fatto che il Cremlino abbia accettato migliaia di caduti e feriti proprio per impedire questo evento... ecco, fa dubitare della facoltà di intendere da parte di alte sfere che, rispetto ai comuni mortali, hanno persino il vantaggio dell'atomica.
CONCLUSIONE.
La situazione è da leggersi nel seguente modo: l'amministrazione americana è ora realmente sulle spine, avendo realizzato oltre il ragionevole dubbio che tutti gli aiuti del mondo non possono servire ad altro che a prolungare l'agonia di Kiev. Ogni singolo mese che il confronto prosegue è una città in meno (fine della storia).
ERGO... dato che i signori di Washington ritengono il territorio ucraino cosa propria - dopo i tanti miliardi che hanno versato è praticamente così - è naturale che non vogliano perderne altro: si industriano quindi affinchè la giunta di Kiev accetti una pace di compromesso. Questo senza comprendere che tale pace di compromesso non soltanto è inaccettabile per Kiev (che perderebbe l'immagine costruita in anni di difensore di ogni cm. del territorio nazionale), ma lo è ancora di meno per i propri avversari di Mosca (i quali senza una pace de JURE, definitiva, e l'allontanamento della Nato dall'Ucraina, seguiteranno a martellare l'esercito ucraino fino alle trombe del giudizio....).
Washington continua ad offrire una soluzione che di per sè è proprio la ragione per cui Mosca ha iniziato l'operazione militare speciale (...).
Sì, ho timore di tutto questo, nella misura in cui lascia intendere che da occidente non si comprende la natura del conflitto: non si comprende che è una guerra ESISTENZIALE per Mosca (l'occidente vive della propria prospettiva e non ne vede altre).
Per tutte le ragioni qui esposte non solo temo l'oltranzismo nazionalista ucraino (proprio del fanatico), ma temo ancor di più la geniale "diplomazia" americana (propria di chi non ha compreso tragicamente nulla, di dove si è e cosa sta accadendo). Il cielo ci salvi tutti quanti.
Daniele Lanza
Video collegato di Nicolai Lilin: "La Russia non si fermerà": https://www.youtube.com/watch?v=E9kKZo-P8UQ
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