domenica 6 gennaio 2019

Liberateci dalla stampa...


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"Liberateci dalla stampa:
la tentazione del nuovo potere globale"

L'iniziativa al teatro Brancaccio di Roma: una mattinata di  incontri con Mario Calabresi, Ezio Mauro, Lucia Annunziata,
Massimo Giannini, Roberto Saviano 
e Vittorio Zucconi

Il potere non ha mai amato le intrusioni, ha sempre cercato di sfuggire, coprire, depistare, silenziare. Ma oggi ha in mano strumenti capaci di mettere fuori gioco le domande". Il direttore di Repubblica Mario Calabresi apre con queste parole il convegno… nel corso del 2018, molti dei suoi colleghi, avevano anticipato e rappresentato il problema così:

(leggi tutto e passaparola)

Roma apre le porte ai moderni barbari
(Financial Times, 15.5).

L’Italia spaventa la Ue e Wall Street. Bufera sul contratto fra Lega e M5S
Boccia: aumentare ancora il deficit porterebbe il Paese allo schianto
Wall Street teme lo choc del ‘governo inaffidabile’
(La Stampa, 16.5).

Gioco al massacro. Se il governo passa, poi sarà bocciato dall’Europa
(Libero, 17.5).

La maschera calma di Conte nasconde un progetto da incubo
(Claudio Cerasa, Il Foglio, 6.6).

Verso la resa dei conti… Il cordone sanitario che in Europa si sta
stringendo contro l’infezione italiana potrebbe scattare con grande anticipo
(Andrea Bonanni, Repubblica, 23.6).

Appuntamento a fine mese, quando le agenzie di rating inizieranno
a esprimersi sul tema dei temi: se l’Italia sia diventata o no
una nazione da classificare a un passo dal livello spazzatura
(Claudio Cerasa, Il Foglio, 7.8).

L’Italia sfiora la bocciatura. Fitch: rating confermato ma prospettive negative”
(Repubblica, 1.9).

Ottimi segnali, andiamo a picco
(Sebastiano Messina, Repubblica 2.9).

Perché la Bce non può cedere al ricatto
(Ferdinando Giugliano, Repubblica 14.9).

Rischio bancarotta
(Giornale, 27.9).

La manovra criminogena… rischia di essere per il Paese un bagno di sangue
(Massimo Giannini, Repubblica 27.9).

La manovra è devastante. Ora faremo resistenza civile
(Matteo Renzi, Pd, Corriere della sera, 29.9).

Il cigno nero che nessuno vuole vedere e cambia la storia
Con la manovra del popolo… Di Maio e Salvini hanno dato una prima, consistente mano di pece a quel ‘cigno nero’ che, secondo il ministro Paolo Savona, potrebbe portare l’Italia fuori dall’euro… Se quel cigno dipinto di nero arriverà, sapremo almeno chi gli ha aperto la porta… Di Maio si è subito precipitato a spiegare che ‘noi non abbiamo alcuna intenzione di entrare in conflitto con l’Europa o con i mercati’. Non è vero, ovviamente… Le potenziali conseguenze, fra cui quella di un possibile default, del debito che ci porterebbe fuori dalla moneta unica, sono qualcosa di cui il governo giallo-verde disconosce preventivamente ogni responsabilità. Tutto quello che si farà nei prossimi mesi per sganciare ulteriormente l’economia italiana dal contesto europeo, sarà solo, per dirla con Savona, un modo di ‘prepararsi’ ad una catastrofe ‘voluta da altri’. L’eventuale sanzione per le scelte dissennate del governo non partirà da Bruxelles: a decidere saranno i mercati e la catastrofe sarà l’effetto di un disegno politico preciso
(Andrea Bonanni, Repubblica 29.9)

Non lasceremo il Paese in mano a terroristi, per giunta kamikaze…
E parlo di lei, signor Di Maio” (Sallusti, Giornale 1.10).

L’urgenza di un’alternativa anti-default. Il punto non
è se la slavina diventerà valanga, ma quando lo diventerà
(Claudio Cerasa, Il Foglio 10.10).

Governo Titanic. La ciurma gialloverde va dritta
 contro un iceberg che nessuno sposterà
(Il Foglio 10.10).

Con l’Italia l’Europa andrà fino in fondo
(Il Foglio, 12.10).

L’impressione è che qualcuno stia lavorando per distruggere
i risparmi degli italiani con tutto ciò che ne seguirebbe
(Angelo Panebianco, Corsera 15.10).

Se l’Italia fa paura al mondo
(Christian Rocca, Stampa, 22.9).

L’Italia gialloverde diventa un allarme mondiale
L’Italia è sull’orlo del baratro, ma il governo fa spallucce
(Giornale 17.10).

Crolla tutto, Governo in crisi. L’Europa: manovra spazzatura. Peggio che buffoni
(Alessandro Sallusti, Giornale 19.10).

Il virus chiamato Italia
(Ferdinando Giugliano, Repubblica 20.10).

Banche a rischio
(La Stampa 26.10).

I ladri del futuro. Troppo grandi per essere salvati
(Carlo Stagnaro, Il Foglio 22.10).

Distruggere l’Italia per danneggiare l’Europa: a questo
Si riduce il contratto di governo tra Lega e 5Stelle
(Andrea Bonanni, Rep, 16.5)

A questo serve la manovra: non certo a mettere in salvo i conti pubblici, e nemmeno a far crescere l’economia: semmai a comprare consenso…
Se poi l’Europa, come probabile, la boccerà, sarà tutto combustibile per i motori elettorali
(Aldo Cazzullo, Corsera 5.10).

Vogliono distruggere l’Europa. Vogliono distruggere l’euro. Vogliono distruggere Schengen. Vogliono distruggere lo Stato di diritto. Vogliono distruggere la democrazia rappresentativa
(Claudio Cerasa, Il Foglio 5.10)

La manovra economica apre la strada a una sicura bocciatura già oggi da parte della Commissione Ue e a un procedimento che metterà in contrasto frontale il governo di Roma con l’esecutivo comunitario. La strada è segnata e anche se Conte e Tria hanno lanciato timidi messaggi di apertura a Bruxelles, tutti hanno ben capito che non sono certo loro che comandano; purtroppo sui loro impegni non si può contare. Conte e Tria stanno in scena da comparse… Lo scontro con l’Europa non solo è inevitabile. È voluto… un disegno politico lucido e cinico che fa capo principalmente alla Lega lucido… ma è altrettanto cinico… può aiutare Salvini a conquistare ancora consensi in vista delle elezioni europee
(Francesco Manacorda, Repubblica 23.10).

La ricerca del nemico perfetto
La manovra è una minestrina tiepida che… Salvini e Di Maio usano per rompere con Bruxelles. Nella corsa alle elezioni la Ue è l’avversario che diventerà il loro alibi
(Massimo Giannini. Rep, 14.11).

Una bocciatura ‘chiamata’ dal governo
(Massimo Franco, Cor, 24.10).

Governo extracomunitario
(Giornale 24.10).

Bruxelles non mostra comprensione per la scelta del governo italiano di venir meno agli impegni presi. Nessuno pagherà un euro per alleggerire la posizione di Salvini e Di Maio
(Bonanni, Rep, 24.10).

Rischiamo la tempesta perfetta
(Marcello Sorgi, Stam, 24.10).

L’Italia mette in pericolo l’Europa
(La Stampa 24.10).

L’Italia cavallo di Troia di Usa e Russia. Parola d’ordine: indebolire l’Europa
(Federico Rampini, Repubblica 27.10).

La verità sullo spread. L’Italia vittima nel 2011 oggi diventa l’untore
(Renato Brunetta, FI, Giornale 29.10).

Deficit, pronta la procedura Ue. La decisione attesa per il 21 novembre
(Federico Fubini, Corsera 1.11).
L’Ue scalpita per punire Roma. Lunedì processo dell’Eurogruppo, poi sanzioni. La Lega Anseatica: ‘I debiti sono i vostri, salvatevi da voi’
(Giornale 3.11)

La tempesta sui titoli di Stato costa 50 miliardi
(Il Messaggero, 3.9).

Un azzardo che costa 100 miliardi in più
(Federico Fubini, Corsera 29.9).

Gentiloni: 5S e Lega ci sono già costati più di 5 miliardi
(La Stamoa, 4.7).

In 2 mesi di governo Conte via dall’Italia 55 miliardi
(Giornale 7.7)

Fuga di capitali dall’Italia. Già spariti 75 miliardi
(Giornale 13.10).

3 mesi di Luna Park ci son costati quasi 50 mld
(Giornale 14.12).

Balzo della spesa e spread ci sono costati 90 miliardi
(Il Messaggero 14.12).

Avviso di sfratto. Dovremo pagare 60 miliardi per la manovra kamikaze
(Giornale 2.11)

Lo scontro a muso duro con l’Ue ci costerà 60 miliardi l’anno
Un tunnel di sanzioni lungo 5 anni
(La Stampa 14.11).

L’allarme spread di Bankitalia: ‘Persi 1,5 miliardi in sei mesi’
(Giornale 10.11).

Spread: cancellati 145 miliardi
(Repubblica 24.11).

Lo spettro degli ispettori Ue al Tesoro
(Federico Fubini, Cor, 10.11).

Manovra, oggi arriva il no all’Europa. Ma i vescovi: ‘Così non ci si salva’
(Repubblica 13.11).

Siamo sull’orlo del precipizio, ma il governo non sembra avvertirne il pericolo
(Ferruccio de Bortoli, Cor, 18.11).

Un esercito Ue contro i sovranisti
(Repubblica 20.11).

Il peggio deve ancora venire
(Aldo Cazzullo, Cor, 22.11).

Piano Ue per evitare il ‘ricatto’ italiano: 600 miliardi per scongiurare il contagio
(La Stampa 22.11).

Banzai!, allora, mentre l’Italia si getta incosciente contro l’Europa sul suo aeroplano di carta tenuto assieme da numeri che non potranno mai convincere nessuno
(Francesco Manacorda, Repubblica 21.11).

Va tutto a rotoli. Tra qualche mese tornano i tecnici
(Matteo Renzi, Pd, Giornale 4.11).

Altro che reddito e pensioni, questo governo ci porterà un altro Monti
(Pier Luigi Bersani, LeU, Repubblica 21.11).

Contro i trumpiani italiani il Pd deve unirsi come i greci contro i persiani
(Giuliano da Empoli, Il Foglio 19.5).

Dal regime Di Maio alla fine dei Maya
(Paolo Guzzanti, Giornale 14.7).

L’Italia conta meno del Lussemburgo
(Eugenio Scalfari, Rep, 19.8).

Cosa vuol dire rischio Grecia. Le assonanze con Atene 2015
(Il Foglio 24.5).

Il governo gialloverde avvicina l’Italia al disastro greco
(Livio Caputo, Giornale 11.8).

Tam tam sui venti di crisi. È già psicosi sul contante. Il banchiere: ‘In Ticino c’è la coda di italiani’. Sindrome Grecia: allora fuggirono decine di miliardi
(Giornale 27.10).

Finiremo come la Grecia e andremo in ginocchio a chiedere aiuto all’Ue
(Massimo Cacciari, Il Dubbio, 19.12).

Governo Maduro. Nel contratto di governo di Lega e M5S per l’Italia c’è un futuro venezuelano
(Il Foglio 16.5).

Il governo ci farà diventare come il Venezuela
(Antonio Tajani, FI, Libero 30.9).

Il meteo dell’economia segna bufera sull’Italia: ‘Ora è come la Turchia’
(Giornale 9.11).

Questi struzzi ci fanno fallire
(Augusto Minzolini, Giornale 24.11).

All’Ue non bastano i tagli alla manovra promessi dal governo
L’Europa non ci sta: ‘Un deficit oltre il 2% non è accettabile’
(La Stampa 27.11).

Il danno gialloverde è fatto: crolla la fiducia degli italiani
(Giornale 28.11).

Gli sherpa Ecofin bocciano l’Italia. Ora va avanti l’iter per la sanzione
(Il Messaggero, 30.11).

Equilibrio precario. Traballa pure il balcone dove i grillini festeggiavano. Lavori in corso sotto la terrazza di Palazzo Chigi. Un segnale dello stato di salute del Movimento
(Libero 2.12).

L’Ue: Conte non tocchi le pensioni
(La Stampa 2.12).

Il governo dica la verità: non c’è un euro da spendere
(Libero 3.12).

Il peggio deve venire. A fine anno recessione assicurata
(Libero 4.12).

Conte da Juncker con un buco da 8 miliardi
(Giornale 6.12).

La Commissione Ue non deve cedere ai trucchi del governo
(Sandro Gozi, Pd, Die Zeit, 9.12).

La corsa disperata ai tagli per tener lontana la troika
(Giornale 10.12).

Deficit all’1,95%: l’ultima offerta Ue all’Italia
(Repubblica 11.12).

Manovra, procedura più vicina
(Repubblica 12.12).

L’Ue non molla: il deficit va tagliato. Bruxelles continua il pressing
(Repubblica 15.12).

Italia-Ue, finale di partita. Ma per l’accordo mancano 3,5 miliardi
(Repubblica 16.12).

L’Ue resta scettica e teme l’impatto della legge di Bilancio sui mercati
(Federico Fubini, Corsera 17.12).

Salvini e Di Maio, i piccoli Bonaparte con lo scolapasta in testa… A Bruxelles, al di là della retorica patriottarda, il premier Conte firma un armistizio che sa di resa
(Massimo Giannini, Rep, 13.12).

“‘Conti e misure, così si convince la Ue’. La mano di Mattarella dietro la svolta
(Repubblica 13.12).

La folle corsa verso il burrone
(Il Foglio 17.12).

L’Ue contesta i conti del governo: ‘Quei tagli non sono credibili’”, “2 miliardi di dubbi. Per la Ue la manovra non è ancora coperta”, “Ma ora i tempi sono strettissimi, l’incubo dell’esercizio provvisorio
(Repubblica 18.12).

Alle Ue non basta ancora: servono altri risparmi per almeno 3 miliardi
(Federico Fubini, Corsera 18.12).

Manovra, Tria sotto tiro M5S, ma è pronto al passo indietro
(Repubblica 13.9).

Tria nel mirino: M5S vuole la sua testa
(Giornale 13.9).

Sfiduciato Tria. Di Maio lo silura
(Giornale 19.9).

L’isolamento di Tria. Più forte la tentazione di dimettersi
(Federico Fubini, Cor, 5.12).

Conte e M5S spingono Tria alle dimissioni
(La Stampa 7.12).

Vertice sulla manovra senza Tria. Il ministro sempre più in bilico
(Corsera 7.12).

Savona non esclude le dimissioni
(Corsera 22.11).

Savona evoca le dimissioni
(Corsera 23.11).

Savona verso le dimissioni
(Libero 23.11).

Conte evoca le dimissioni dopo le liti sulla pace fiscale: ira nella notte a Bruxelles
(Corsera 18.12).

Conte allo sbaraglio a Bruxelles minaccia le dimissioni (poi nega)”
(Repubblica 19.10).

A Bruxelles processo a Conte. Sfogo sul governo: se così lascio
(Il Messaggero 19.10).

Il premier: se continua così pronto a lasciare
(Sole 24 Ore, 19.10).

L’ira nella lunga notte di Bruxelles. Conte evoca le dimissioni
(Corsera 19.10).

Lo sfogo di Conte e la tentazione del passo indietro
(La Stampa 19.10).

(Conte) amico del popolo. Come Marat”
(Aldo Cazzullo, Corriere della sera, 21.5).

Mattarella non digerisce il premier maggiordomo
(Libero, 22.5).

E sul premier in pectore c’è pure l’ombra di Stamina”, “un falsario
(Alessandro Sallusti, il Giornale, 23.5).

Un laureato così non lo merita neppure l’Italia
(Vittorio Feltri, Libero, 23.5).

Mattarella sceglie la mela guasta, Conte premierino
(Renato Farina, Libero, 24.5).

Il professor Conte non ha alcuna esperienza di amministrazione. Niente, nada, nothing, nichts, rien. E come lo facciamo esordire? Al ponte di comando di un Paese occidentale, mentre il mare internazionale è agitato. È come se la Marina militare affidasse la portaerei Cavour a un caporale degli alpini… Si può fare, ma è da incoscienti… Nel mondo quello che sta accadendo in Italia viene forse classificato nella (fastidiosa) categoria del pittoresco. Ma in Europa vedono tutto, e capiscono abbastanza bene
(Beppe Severgnini, Corriere, 27.5).

È scivolato sulle parole come uno studentello impreparato
(Sebastiano Messina, Repubblica, 7.6).

Ci sono due domande che le sei delegazioni in arrivo in Canada per il G7 si stanno ponendo… Due quesiti banali, quasi elementari… ‘Chi è Giuseppe Conte?’ e ‘quanto durerà questo governo?’. Due interrogativi che… esprimono la situazione di difficoltà diplomatica in cui è precipitata l’Italia nelle ultime due settimane
(Claudio Tito, Repubblica, 8.6).

Non si sa bene se sghignazzare o preoccuparsi quando il presidente Conte, nel mentre sta per essere fatto fesso dall’ormai proverbiale microfono traditore, si china verso Di Maio per chiedergli: posso dire la tal cosa? E quello risponde rapido, con la manina sulla bocca: no… Un formidabile saggio di come non solo egli sia sprovvisto della Grazia di Stato, ma anche dei guai che possono derivargliene nel caso in cui non abbia il tuo (sic) tutore al suo fianco
(Luca Bottura, Repubblica, 8.6).

Conte alla prova G7. L’Italia ora rischia un ruolo da comparsa
(Repubblica, 8.6).

Il Conte Zelig. Il presidente esecutore. Il premier fantasma. L’uomo invisibile. Pinocchio tra il Gatto Di Maio e la Volpe Salvini. Il primo presidente del Consiglio di cui non si conosce un’idea…”
(l’Espresso, 10.6).

Conte sta dimostrando di non contare niente
(Filippo Facci, Libero 13.6).

Un Carneade disponibile a declassare il proprio ruolo da guida della politica nazionale a mero esecutore del programma
(Livio Caputo, Giornale 14.6).

Conte chi? Un italiano su 3 non sa chi è il premier
(Renato Mannheimer, Giornale, 24.6).

Ufficiale: Conte è un pollo. Si è fatto infinocchiare
(Feltri, Libero 30.6).

L’inesistenza di Conte, il premier ‘gassoso’ sparito da ogni radar. Fagocitato dai vice, vive ‘con la fede nella causa’ come il personaggio di Calvino
(Giornale 8.7).

Conte è un gentile e ben rappresentato burattino, i cui fili sono mossi dai due burattinai che se lo sono inventato
(Eugenio Scalfari, Repubblica 8.7).

Da quanto abbiamo visto nel primo mese, il vero presidente del Consiglio è stato Salvini; ora è in atto un tentativo di recupero da parte di Di Maio… Governare così è molto difficile. E a Conte non ci resta che lanciare un appello: se ci sei batti un colpo
(Luciano Fontana, Corsera 9.7).

C’è un Conte che finge di essere capo del governo… un penoso dire e non dire, per dichiarare sempre il totale accordo con Salvini e Di Maio… È un mix di imbroglio e incompetenza, per servire il Di Maio così come il Salvini
(Emanuele Macaluso, Il Dubbio, 11.7).

Conte servo di tre padroni. Il presidente del Consiglio supera Arlecchino. Dopo Salvini e Di Maio, anche Mattarella dà ordini al professore-scolaro
(Renato Farina, Libero 14.7).

Conte, il burattino che non riesce a diventare Pinocchio… Non vanno liquidate con le risate le ricorrenti piccole-grandi truffe curriculari del premier Conte che accademicamente è una figura ben più drammatica che ridicola… Quando accettò di fare il premier per procura capimmo che sarebbe stato il pupazzo di Di Maio & Salvini, il vice dei due vice… Forse si sente anche lui una finzione giuridica dell’Italia a 5 stelle, l’Agilulfo di Calvino, che non era un cavaliere ma una lucida armatura vuota… Insomma Conte è il ‘Quo vado’ di Zalone: cerca ancora il posto fisso
(Francesco Merlo, Repubblica 12.9).

Conte non esiste, ecco perché piace… Non decide nulla
(Denise Pardo, Espresso 16.9).

Più barone che Conte
(Espresso 23.9).

Il premier si ritaglia un nuovo ruolo: da avvocato degli italiani ad azzeccagarbugli nazionale
(Mario Calabresi, Repubblica 23.9).

Tra Conte e Casalino il vero uomo forte non è il presidente ma il suo portavoce
(Sebastiano Messina, Repubblica 23.9).

Apocalisse di un premier. L’immagine di Conte svela una sudditanza totale
(Espresso 30.9).

Conte-Badoglio, l’armistizio lo rovinerà. Dovrà vestire i panni del Maresciallo per chiudere la guerra con l’Ue aperta da Salvini e Di Maio. I due leader lo immoleranno
(Augusto Minzolini, Giornale 5.12).

E ora pure Conte bacia la pantofola della Merkel
(Libero 19.6).

Notiziona: Conte non è un pirla. Putin e Trump lo sostengono. Incredibile: mentre l’Ue ci bastona, nel mondo pesiamo più che mai. E perciò il premier è oggetto di corteggiamento, come ieri al Cremlino
(Renato Farina, Libero 25.10).

Conte tappetino della Merkel. Altro che ‘cambiamento’. Si sdraia davanti alla cancelliera sperando di ottenere qualche favore
(Libero 15.12).

Hanno perso la Virginità
(Il Tempo, 19.12.2016).

Il bivio di Raggi: ammettere la bugia col patteggiamento o rischiare il posto”, “L’ultima spinta che avvicina di un’altra spanna Virginia Raggi al suo abisso insieme giudiziario e politico è arrivata dalla testimonianza dell’assessore Meloni
(Carlo Bonini, Repubblica, 26.1.2017).

La Raggi teme l’arresto. C’è aria di autosospensione”
(Giornale, 27.1.2017).

Mutande verdi di Virginia
(Libero, 31.1.2017).

La fatina e la menzogna”, “mesto déjà vu di una stagione lontana, quella della Milano di Mani Pulite”, “la Raggi è inseguita dallo schianto dell’ennesimo, miserabile segreto, custodito dai ‘quattro amici al bar’: una polizza sulla vita”, “Romeo ha un legame privato, privatissimo con la Raggi, in pieno conflitto d’interesse”, “Quelle polizze potrebbero avere un’origine non privata, ma politica… una ‘fiche’ puntata su una delle anime del M5S romano, quella ‘nero fumo’”, “il rebus della provenienza dei fondi”, “Soldi di chi? Per garantirsi quale ritorno?”, “tesoretti segreti e ricatti” per “garantire un serbatoio di voti a destra
(Repubblica, 3.2.2017).

Spunta la pista dei fondi elettorali”, “Fondi coperti”, “L’ombra dei voti comprati”, “I pm a caccia dei contributi privati inferiori a 5mila euro e mai registrati
(Il Messaggero, 3.2.2017).

La pista che porta alla compravendita di voti”, “Romeo potrebbe aver agito per conto di altri… Il sospetto di finanziamenti occulti giunti al Movimento 5Stelle
(Corriere della sera, 3.2.2017).

Come in House of Cards
L’accusa di corruzione è vicina”, anzi “potrebbe emergere
(La Stampa, 3.2.2017).

Patata bollente. La vita agrodolce della Raggi nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali. La sua storia riguarda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine, che finì malissimo
(Libero, prima pagina, 10.2.2017).

Dopo via Almirante, via Raggi
(Il Foglio, 16.6.2018).

Sindaca sempre più sola. Quei consiglieri tentati di toglierle la fiducia. L’idea dell’addio prima del giudizio per falso
(Repubblica, 19.6.2018).

La Raggi fa perdere voti. M5S vuole cacciarla
(Libero, 20.6.2018).

Al Campidoglio il piacere dell’omertà
(Repubblica, 15.7.2018).

Virginia, la paura della condanna e l’ipotesi dell’auto-sospensione
(Il Messaggero, 22.9.2018).

L’archiviazione per il reato di abuso può fornire nuovi elementi all’accusa del pm
(Il Messaggero, 6.10).

Processo Raggi, la funzionaria di polizia contraddice la linea difensiva della sindaca
(Corriere della sera, 20.10).

“‘Marra decise per il fratello’. Altro colpo alla difesa Raggi
L’exit strategy se arriva la condanna. Abbandonare, autosospendersi o provare a tirare avanti senza simbolo
(Repubblica, 20.10).

Assist di Marra a Raggi, ma Meloni lo smentisce
(Messaggero, 23.10).

L’Opa leghista su Roma
(Il Foglio, 25.10).

Se condannata, la carta Rousseau. ‘Voto web per andare avanti’
(Il Messaggero, 26.10).

Raggi-Raineri, colpo di scena al processo
(Repubblica, 26.10).

I partiti si preparano alla caduta
Il gioco di Salvini in Campidoglio
La sindaca nel suo labirinto. Nel momento più difficile, Virginia Raggi è sola e sembra non poter contare più nemmeno su Di Maio… È come scomparsa
(Il Foglio, 1.11).

Sindaca a rischio condanna
(Giornale, 2.11).

L’ultima tentazione dei 5S: crisi pilotata per non votare
(Repubblica, 8.11).

La Lega e la corsa per il Campidoglio. Parte l’offensiva social e nei municipi
(Messaggero, 8.11).

Passo indietro o giunta ‘no logo’, le vie per Virginia in caso di sconfitta. No al perdono web
(Corriere della sera, 10.11).

Raggi in bilico, un guaio per il M5S
La crisi in Campidoglio e gli effetti sul governo
(La Stampa, 10.11).

Raggi, chiesti 10 mesi. Il M5S la molla
(Giornale, 10.11).

Pure Di Maio si prepara a scaricare la Raggi inguaiata dai giudici. Anche lei non vede l’ora di levare le tende
(Libero, 10.11).

La Capitale, il malgoverno da cancellare”, “Con Virginia Raggi la situazione è precipitata. Ora che la conosciamo possiamo dire che in realtà tutto la predisponeva a questo esito. Giovane piccolo-borghese romana dall’abbigliamento e dalle maniere che ‘fanno tanto perbene’ nel quartiere Appio Latino dove è cresciuta, è centaura provetta e con l’aria sempre annoiata e il tratto vagamente indolente che ricorda la protagonista di un racconto di Moravia
(Ernesto Galli della Loggia, Corriere della sera, 10.11).

L’esperimento romano può dichiararsi concluso con un sostanziale fallimento. Il tramonto di Virginia Raggi può intrecciarsi con un colpo al populismo municipale. Comunque vada, la sindaca è già fuori gioco
(Stefano Folli, Repubblica, 10.11).

La Raggi è riunita con i suoi legali per l’ultimo disperato tentativo di salvarsi
(SkyTg24, 10.11).

Pure i preti leccano Di Maio. Genuflessi davanti al sagrestano di Casaleggio
(Libero, 9.4).

Fico compra i comunisti. Soldi a Boldrini e Grasso
(il Giornale, 10.4).

L’ideologia del Cinquestelle è fancazzismo puro
(Giovanni Sallusti, Libero, 11.4).

Un governo sbucato dal nulla vuole governare l’Italia
(Livio Caputo, il Giornale, 11.4).

Occhio, Fico tocca i vitalizi per poi tagliarci le pensioni
(Francesco Forte, il Giornale, 11.4).

Flirt con Mosca e Pechino. La diplomazia di Salvini ora allarma gli Stati Uniti. Gelo con Parigi e Berlino
(La Stampa, 11.4).

“(Di Battista) il cretino assoluto
(Alessandro Sallusti, il Giornale, 13.4).

Pericolo scampato. Il nostro 25 Aprile: liberi da Di Maio
(Alessandro Sallusti, il Giornale, 25.4).

Rivotare contro il partito del rutto. Stop papocchi. Tocca cancellare le sciagurate elezioni del 4 marzo
(Giuliano Ferrara, Il Foglio, 26.4)
.
“Di Maio come Berlusconi. Un editto bulgaro contro i direttori dei Tg Rai
(Sebastiano Messina, Repubblica, 4.5)

“Tra eversione e disperazione”
(Massimo Giannini, Repubblica, 7.5).

L’esplosivo laboratorio populista
(Claudio Tito, Repubblica, 10.5).

Perché il governo da incubo è un sogno
(Claudio Cerasa, Il Foglio, 10.5).

L’esecutivo M5S-Lega spaventa i mercati: ‘In Italia lo scenario politico peggiore’
(La Stampa, 11.5).

Di Maio ordina: ‘Giù le brache’. E tutti se le calano. Vince il bullismo politico
(Libero, 11.5).

Di Maio e Salvini sono due dittatori? In gran parte sì
(Eugenio Scalfari, Repubblica, 13.5).

Sono preoccupato per le sorti della nostra Italia
(Fabrizio Cicchitto, Libero, 13.5).

Il ‘governo del cambiamento’ sarà l’ennesimo ‘governo del condono’ con i Cinque Stelle che perderanno la loro presunta verginità. Per gli evasori, grandi e piccoli, una buona notizia. Ma solo per loro
(Roberto Mania, Repubblica, 13.5).

Roma apre le porte ai moderni barbari
(Financial Times, 15.5).

Di Maio e Salvini: il grande bluff
(Repubblica, 15.5)

I due bari e l’ombra di Berlusconi
(Claudio Tito, Repubblica, 15.5).

Più che un governo è un aborto. Non sanno più che pirla pigliare
(Renato Farina, Libero, 15.5).

Il progetto è sottomettere la Costituzione
(Francesco Bei, La Stampa, 16.5).

Alto sgradimento. Non sono capaci. Salvini e Di Maio hanno fallito, inutile insistere
(Libero, 16.5).

Governo Maduro. Nel contratto di governo di Lega e M5S per l’Italia c’è un futuro venezuelano
(Il Foglio, 16.5).

Bruxelles al limite della pazienza. Distruggere l’Italia per danneggiare l’Europa: a questo si riduce il contratto di governo tra Lega e 5S
(Andrea Bonanni, Repubblica, 16.5).

L’Italia spaventa la Ue e Wall Street. Bufera sul contratto fra Lega e M5S”, “Boccia: aumentare ancora il deficit porterebbe il paese allo schianto”, “Wall Street teme lo choc del ‘governo inaffidabile’
(La Stampa, 16.5).

Nel contratto a 5 Stelle l’abolizione del governo
(Giornale, 16.5).

Tagliano le pensioni
(Giornale, 17.5).

Verso il governo Delirakis
Il dovere di dire no a un contratto che fa saltare l’Italia
(Il Foglio, 17.5).

Serve una grande mobilitazione contro chi minaccia l’Italia. Lega e M5S vogliono stravolgere le nostre istituzioni
(Carlo Calenda, Pd, Il Foglio, 17.5).

Gioco al massacro. Se il governo passa, poi sarà bocciato dall’Europa
(Libero, 17.5).

Il contratto spaventa i mercati. Spread oltre quota 150, giù la Borsa
(Repubblica, 17.5).

Ecco perché questo governo fa spavento
(Pietro Senaldi, Libero, 18.5).

Frenata sul Comitato-Politburo, ma il Parlamento resta a rischio
(Repubblica, 18.5).

FI accusa: arriva Robespierre
(Corriere, 18.5).

Euroschiaffo. Macron accende la miccia: ‘Lega e M5S paradossali’
(Libero, 18.5).

Anche l’Urss di Stalin si era dotata di vincolo di mandato… L’unica volta in cui il Parlamento ne fu assoggettato risale ai tempi di Benito Mussolini
(Mattia Feltri, La Stampa, 18.5).

Contratto, spine su Tav e Mps. E il Mezzogiorno resta fuori
(Il Messaggero, 18.5).

Lega-M5S verso il traguardo, Putin tifa, la Ue si preoccupa
Il contratto c’è, il premier no. Putin e CasaPound sperano
La minaccia della cosa giallo-verde
Prova d’autore dei dilettanti allo sbaraglio”
(Repubblica, 18.5).

Se questa è la pasticciata Magna Carta partorita dalle menti che ‘stanno riscrivendo la storia’, c’è da temere per le sorti della democrazia
(Massimo Giannini, Repubblica, 18.5).

Il M5S governerà come la Raggi? Al peggio non c’è limite
(Aldo Cazzullo, Corriere, 19.5).

Un partito di ignoranti e di aguzzini che ha scelto come simbolo i Davigo e i Di Matteo”
(Vittorio Sgarbi, il Giornale, 19.5).

Il contratto di governo rade al suolo la democrazia
(Piero Sansonetti, Il Dubbio, 19.5).

L’oscenità di chi combatte la democrazia rappresentativa
(Il Foglio, 19.5)

Contro i trumpiani italiani il Pd deve unirsi come i greci contro i persiani
(Giuliano da Empoli, Il Foglio, 19.5).

Beccatevi ’sto contratto. E così andremo a fondo
(Libero, 19.5).

Sui processi un programma da fare invidia a Kgb e Stasi
(Filippo Facci, Libero, 21.5)

Saremo tutti imputati a vita, intercettati e super puniti
(Paolo Becchi e Giuseppe Palma, Libero, 21.5).

Quel No alla Tav uccide il Sud
(Francesco Forte, il Giornale, 21.5).

Il governo ancora non c’è, ma la Francia già lo teme
(Giornale, 21.5).

Va in scena il nuovo statalismo
(Carlo Cottarelli, La Stampa, 21.5).

“(Conte) amico del popolo. Come Marat
(Aldo Cazzullo, Corriere, 21.5).

Premier non eletto. Conte come Monti, tornano i tecnici
Incubo spread e rating. Il giallo-verde spaventa
Confindustria teme il governo ‘contro il Nord’
In che mani finiremo
L’Italia perde un altro alleato. Ppe: ‘Scherzate col fuoco’
(Giornale, 22.5)

Governo rosso o niente. Programma troppo sbilanciato a sinistra
Vogliono rifilarci un altro premier di sinistra
Mattarella non digerisce il premier maggiordomo
(Libero, 22.5).

Denaro in fuga dal governo più investitor-repellente possibile. Il governo M5S-Lega è già costato 33 miliardi
(Il Foglio, 22.5).

Incubo mercati per i gialloverdi. Già bruciato 1 miliardo
(Repubblica, 22.5).

Fermiamo la minaccia populista, faranno male a cittadini e imprese
(Graziano Delrio, Pd, Repubblica, 22.5).

Il contratto senza idee per il Nord
(La Stampa, 22.5).

Il nuovo giustizialismo italiano trent’anni dopo Almirante
(Sansonetti, Il Dubbio, 23.5).

Il falso Conte
E sul premier in pectore c’è pure l’ombra di Stamina
(il Giornale, 23.5).

Un laureato così non lo merita neppure l’Italia
(Vittorio Feltri, Libero, 23.5).

Rosso antico. Tutti aumentarono il debito, M5S punta a farlo scoppiare
(Libero, 23.5).

Calenda infiamma il parterre Confindustria: ‘No al sovranismo anarcoide’
(Il Messaggero, 24.5).

Oltraggio di Fico allo Stato (e a Falcone)”
(Giornale, 24.5).

Torna l’allarme banche. Fitch: ‘Sono in pericolo’
(Giornale, 24.5).

“Torna di moda l’ambizioso Robespierre”
(Lucia Annunziata, La Stampa, 24.5).

La finzione del nuovo”
Lo squadrismo istituzionale
La vera paura di Bruxelles
(Repubblica, 24.5).

Il ‘contratto’ più vicino spinge il rischio Italia. Spread ancora a 190 punti. Secondo gli investitori le scelte del prossimo governo sono destinate a far scattare la fuga dai titoli del Tesoro
(Repubblica, 24.5).

Mattarella sceglie la mela guasta, Conte premierino
(Renato Farina, Libero, 24.5).

Cosa vuol dire rischio Grecia. Le assonanze con Atene 2015 e che fare per non ritrovarci la Troika in casa
(Il Foglio, 24.5).

Così nacque la Terza Repubblica, fra le risate del mondo intero
(Giuliano Ferrara, Il Foglio, 24.5).

L’arroganza al potere. Rischia di consumarsi uno strappo istituzionale senza precedenti con il Quirinale. Ma non si può calpestare la Carta
(Tito, Repubblica, 25.5).

Diffidate di chi sbarra le finestre. Non vuole proteggervi: vuole soffocarvi. Le tentazioni oggi hanno tre nomi: nazionalismo, sovranismo, protezionismo
(Beppe Severgnini, Sette-Corriere, 25.5).

Il curriculum dei barbari
(il Foglio, 25.5).

Il governo gialloverde spiazza i giovani. Si fida solo uno su tre
(Repubblica, 25.5).

Democrazie inquiete. C’è un caso Italia in Occidente
(Maurizio Molinari, La Stampa, 27.5).

L’instabilità spaventa i mercati Usa ‘Vendiamo i vostri bond’
(La Stampa, 27.5).

Il professor Conte non ha alcuna esperienza di amministrazione. Niente, nada, nothing, nichts, rien. E come lo facciamo esordire? Al ponte di comando di un Paese occidentale, mentre il mare internazionale è agitato. È come se la Marina militare affidasse la portaerei Cavour a un caporale degli alpini, magari bravissimo. Si può fare, ma è da incoscienti… Nel mondo quello che sta accadendo in Italia viene forse classificato nella (fastidiosa) categoria del pittoresco. Ma in Europa vedono tutto, e capiscono abbastanza bene
(Severgnini, Corriere, 27.5).

La tentazione di rifugiarsi nella musica
(Corrado Augias, Repubblica, 29.5).

La violenza contagia la politica
(Luigi La Spina, La Stampa, 29.5).

Con l’euro o con la neuro. Ribelliamoci allo sfascismo
(Claudio Cerasa, Il Foglio, 29.5).

Tragedia greca. Con un mix di cinismo e dilettantismo, i ‘diarchi’ dell’ennesima notte della Repubblica hanno speculato sulla pelle degli italiani
(Massimo Giannini, Repubblica, 30.5).

Manicomio Italia. Sono impazziti tutti quanti. Il presidente ha perso la testa., Giggino deve farsi ricoverare. Il virus colpisce anche Giorgia. I democratici sono incurabili
(Libero, 31.5)

Aste Btp, il caos sui mercati ci è già costato 144 milioni
(Federico Fubini, Corriere, 31.5).

Quella vignetta (della Frankfurter Allgemeine, ndr) rappresenta in modo feroce ma veritiero quello che rischiava di accadere con il governo grillo-leghista… le premesse per l’uscita dall’euro o per l’arrivo della Troika… Un suicidio
(Aldo Cazzullo, Corriere, 31.5).

Un governo frastornante, ricco dei consigli di Gigi Bisignani e di Enrico Mentana.., Per un giorno voglio credere che la catastrofe sarà un naufragio molto allegro
(Giuliano Ferrara, Il Foglio, 1.6).

Pagliacciata
(Libero, 1.6).

“Il no di Berlusconi: troppi grillini. ‘Ci opporremo a pauperismo e giustizialismo’”
(Corriere, 2.6).

Giurano gli spergiuri
(Francesco Merlo, Repubblica, 2.6).

Spergiuramento
(Sallusti, Giornale, 2.6).

Funerale della politica”, “Incompetenza al potere
(Libero, 2.6).

Non possiamo considerare quello di ieri (col giuramento del governo Conte, ndr) un giorno normale… L’impasto di inesperienza, improvvisazione e arroganza non tarderà ad emergere. Allacciate le cinture
(Mario Calabresi, Repubblica, 2.6).

La Rai primo obiettivo: la nuova maggioranza vuole tutte le poltrone

(Giornale, 2.6).

Adriano Colafrancesco  - adrianocolafrancesco@gmail.com

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