Donald Trump malgrado bestemmie e minacce non è riuscito a far cedere Zelensky.... e allora prova a far pressione su Putin sanzionandogli Lukoil e Rosneft, ossia il petrolio (alcune voci dicono che le sanzioni sono sospese fino al 21 novembre p.v. e non si sa se poi saranno ratificate).
"Un colpo all'asino ed uno al bue" (?) come si potrebbe dire, contando che prima o poi uno dei due ceda.
Il guaio è che anche questa misura - ammesso che abbia effetto e che il triangolo Russia-Cina-india non abbia già trovato il modo di aggirarlo - non basterà a piegare Mosca: sufficiente a farla innervosire, ma non certo a cedere a questo punto della guerra (per far desistere una parte belligerante in netto vantaggio come la Russia ora serve molto di più).
Trump in realtà questo lo sa bene: ha approvato le nuove sanzioni per non perdere la faccia di fronte al blocco occidentale, per mantenere una verosimile equidistanza tra i contendenti, ma nella consapevolezza che il Cremlino NON cede: ne è la prova l'atteggiamento molto cupo e poco giubilante di questi giorni (poche dichiarazioni e nessun commento sulla situazione ucraina in generale). E' consapevole che la sua mossa -obbligata - otterrà di esacerbare le cose anziché risolverle.
L'unica cosa certa è che le ostilità continuano e ad alta intensità per il prossimo semestre: quello che non si dice su (tutti) i media è che a POKROVSK le forze russe sono ormai filtrate dentro la città e si sta combattendo nel pieno centro (...). Ad accelerare il rischio di una disfatta su scala più ampia ancora di questo c'è per l'appunto che, sentendosi il Cremlino sotto assedio con le sanzioni, aumenti il ritmo di gioco, passando da una guerra di attrito ad una di assalto costante (apriti o cielo).
Trump nel chiudere l'incontro di una settimana fa con Zelesnsky l'aveva avvertito della possibile distruzione delle forze ucraine e infine, non riuscendo a convincerlo, ha concluso con un "Va bene, vediamo come va".
Profetico.
Il presidente americano, esausto, ha evidentemente gettato la spugna dicendo a quello ucraino "Fa come ti pare": che però nella mentalità affaristica yankee, di cui Trump è campione planetario, significa "Vai avanti come credi, ma a tuo rischio e pericolo se le cose non vanno secondo i tuoi piani la responsabilità sarà tua e non ci sarò più per aiutarti".
Nel business ognuno è responsabile dei propri investimenti e Zelensky ne ha appena fatto uno. Trump dal canto proprio ha agito, ha fatto quanto doveva, assolvendosi di ogni obbligo supplementare verso l'Ucraina (questo dovrebbe preoccupare Kiev, anziché gridare vittoria per nuove sanzioni che non abbatteranno il nemico, mentre loro invece stanno per perdere tutta la linea difensiva).
MORALE = la notizia è roboante (sembra), ma è un'arma a doppio taglio: se non riesca a far cedere Mosca, allora Kiev si trova in un pasticcio difficilmente risolvibile, dato che Washington non potendo più fare altro contro il Cremlino, tornerà a fare pressione su Kiev, che tra 6 mesi avrà altri 300'000 uomini in meno di adesso e sarà con l'acqua alla gola.
Daniele Lanza
Mio commentino – Il pericolo nucleare incombe su tutta l’umanità ma oggi l’Europa è la tavola su cui si gioca una partita tra forze i cui leader non mostrano segnali di sanità mentale, al contrario, e davanti ai quali piegano la testa tutti i leader degli Stati membri della NATO/UE. Mentre i governi incitano alla guerra, le popolazioni non sono consapevoli del pericolo a cui sono esposte…
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