martedì 12 luglio 2016

Dedicato a Mona Maria Elena Porsi... la gradisca del 2016 (ma c'è chi dice no...)



Mentre sale del 46,4 per cento nel 2016 il numero delle case all’asta nel mezzogiorno d’Italia (rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro studi Sogeea), anziché concentrarsi davvero sui problemi reali del Paese, l’attuale Parlamento - composto grazie a una legge dichiarata incostituzionale e in carica solo grazie alle transumanze di inqualificabili voltagabbana traditori dei programmi elettorali per cui erano stati eletti - è impegnato, al seguito del guitto di Rignano sull’Arno, in nefandezze inaudite come

  • lo spedire, non si capisce a che titolo, i nostri militari sul fronte anti Russia voluto dalla Nato,
  • il martellare, senza fornire compiute spiegazioni ed evitando accuratamente il confronto con gli oppositori, della più squallida propaganda di regime mai vista dai tempi del ventennio fascista.

Dire sì a una campagna di “schiforme” che progressivamente sta cancellando diritti e garanzie di legalità ed eguaglianza è semplicemente follia. Gli effetti cumulati di una inevitabile progressiva erosione delle istituzioni democratiche li sentiremo tutti e di più, man mano che passa il tempo.

Quando i Costituenti, nel tentativo di impedire la rinascita dello sconfitto fascismo, trovarono la convergenza su una Carta mirabilmente equilibrata e in grado di garantire contemporaneamente la stabilità amministrativa e la possibilità per i cittadini di esprimere la propria volontà non solo col voto ogni cinque anni, non pensavano certo che a questo diritto gli Italiani avrebbero voluto rinunciare. Non potevano certo pensarlo, dopo il dolore e il sangue che era costato conquistarlo

Renzi dice che ‘quelli che dicono sì’ sono un’ampia maggioranza, se ne attribuisce la rappresentanza e continua impunemente a violare norme, regolamenti parlamentari, sentenze della Corte Costituzionale e la stessa Costituzione.

La sua arroganza non ha più contrappesi.

Il balcone mediatico fornito dalla quasi totalità dei mezzi di disinformazione di massa, in gran parte dipendenti dai contributi pubblici, facilita l’accettazione anche delle dichiarazioni meno credibili, delle slides, delle battute da bar di paese. Ma tutto ciò non basterà!

Per fortuna c’è ancora chi si ostina a voler capire, a denunciare l’illegalità, a spiegare le conseguenze (anche sul piano economico e sociale) di scelte piegate all’interesse di pochi, a esprimere dissenso e pretendere di essere ascoltato.

Renzi deve rassegnarsi:
c’è chi dice NO

ci sono tanti Italiani che dicono no e non riuscirà a farli tacere...

Adriano Colafrancesco



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