sabato 30 maggio 2015

Amministrative regionali 2015 - "Vieni avanti cretino..."


Matteo Renzi con Vincenzo De Luca.

30 maggio 2015, il cappuccino era proprio bollente così ho avuto il tempo di fermarmi al baretto a leggere il Resto del Carlino, edizione Modena. Nella pagina nazionale si parlava molto della campagna moralizzatrice della Bindi,  soprattutto rivolta  contro il suo stesso partito (magari ex, visto che ora il PD appartiene a renzie, come dicono alcuni miei amici "renziani") e massimamente critica  verso le candidature di mafiosi e corrotti che partecipano alla imminente elezione amministrativa delle regionali. 

Il De Luca, candidato governatore campano,  è il più incriminato ed anche il più minaccioso: "Querelo quella Bindi... lei non sa chi sono io...". Con l'intenzione di vedere la povera Bindi  in mutande e scacciata dal partito anche il renzie lancia strali e sibila che "la sua  è solo una vendetta politica".  Chi ci guadagna  dalla  diarrea intestinale del PD è Salvini che spera di conquistare la leadership della destra ma anche  l'ex Cavaliere che intravede una "rimonta" (in senso politico - s'intende). Soddisfatto e speranzoso anche il candidato governatore delle Marche, Spacca, che  non potendo candidarsi con il suo vecchio partito,  si è ripresentato con  una lista "centrista" (si fa per dire) e viene sorretto da  forze "consolidate al potere"... Forse il terzo mandato, per lui, sarà possibile, alla faccia del PD.   

Ma qualcuno, indirettamente, aiuta la causa piddina si tratta di un manipolo destrorso  di antiberlusconiani.doc che se la prendono ancora con "l'impresentabile per antonomasia"..

(Paolo D'Arpini)

 si tratta 



Se fossimo un Paese popolato da gente normale, con una normale dose di intelligenza, con una normale dose di memoria, con un normale senso della giustizia, con un normale senso del bene e del male, e con un normale senso del ridicolo, il problema non si porrebbe.
Purtroppo però tutte queste qualità scarseggiano in molti e dunque un cataplasma come Silvio Berlusconi può tranquillamente uscire dal suo isolamento causato da scandali, corruzioni, reati condannati e comportamenti asociali e ripresentarsi con rinnovata verginità al giudizio politico dei cittadini.
Non è sufficiente l’analisi della inefficienza dei suoi quasi 20 anni di governo per convincere molte persone a negargli la fiducia, né è sufficiente la valutazione della natura delle leggi emanate dai suoi governi che sono state indirizzate più a cercare di salvarlo dalla galera annullando reati o riducendo drasticamente i tempi delle prescrizioni che non a cambiare in meglio la vita, il lavoro, la scuola, la sanità, la corruzione, le evasioni fiscali, l’ambiente, l’immigrazione clandestina, la lotta alle mafie, la riduzione e la razionalizzazione della burocrazia, la velocità delle cause nei tribunali civili e penali e tutte quelle cose che avrebbero dovuto essere fatte per migliorare la vita dei cittadini così come è dovere di fare per ogni governo!
Con una faccia tosta, una prosopopea, una infingardaggine da “magliaro”, Silvio Berlusconi ha il coraggio di ripresentarsi a chiedere i voti e la fiducia dei cittadini usando sempre i solito vecchi ed abusati slogan che ha usato nel passato per carpire voti e non mantenere mai le promesse elettorali fatte!
Se fossimo un Paese normale tutto ciò sarebbe senza conseguenze, ma temiamo che essendo la qualità inversamente proporzionale alla quantità egli riuscirà, nonostante tutto ed a dispetto della logica e del buon senso, a recuperare ancora consensi e voti da parte di tanti che, non contenti di essere stati fregati in passato, si faranno fregare ancora in un prossimo futuro..!!
Come diceva un saggio proverbio: “ La mamma dei cretini è sempre incinta”..!!

Alessandro Mezzano


venerdì 29 maggio 2015

Viterbo - La tutela del verde merita un esposto.. di Michele Bonatesta


Foto notizia

Il sottoscritto Michele Bonatesta, già Senatore della Repubblica, nato a Viterbo il 23 Aprile 1942, residente in Viterbo Strada Palomba n. 4E,

espone quanto segue


Il presente atto ha quale scopo di porre all’attenzione di questo Ecc.mo Procuratore della Repubblica di Viterbo  accadimenti che si inseriscono nell’ambito dell’esecuzione dei lavori di costruzione di una Palestra polivalente sita in Viterbo in via della Biga di Castro, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale e amministrativa rilevanza di specifici fatti dedotti.


********


Il giorno 25 maggio 2015 la ditta appaltatrice CO.GE.DI s.r.l. di Montefiascone (VT) ha iniziato. come da capitolato d’appalto xxxx ad effettuare l’opera di espianto e reimpianto di alcuni olivi che insistevano sul terreno ove doveva essere costruita sempre dalla medesima ditta la Palestra polivalente.

L’opera avveniva dopo aver potato in modo grossolano le piante, che dopo il 31 marzo, secondo la corretta prassi agronomica non possono essere potate per non comprometterne la naturale crescita.

L’espianto e il reimpianto delle piante avveniva anch’esso in modo grossolano arrecando ulteriori danni alle piante. In particolare la ditta appaltatrice ha utilizzato una scavatrice, atta al movimento terra, e non all’opera a regola d’arte di espianto ed impianto. La stessa veniva utilizzata anche per il trasporto delle piante dal luogo dell’espianto a quello di reimpianto. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si crede che il lavoro non sia stato eseguito a regola d’arte pur essendo previsto dal contratto firmato con l’ente appaltante (Comune di Viterbo).

Il contratto di appalto prevede, all’articolo 15 lettera a) le clausole di risoluzione dello stesso per “frode nell'esecuzione dei lavori”; e alla lettera c) per “manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori”.

Il disciplinare di gara al punto 1.3 lettere i) ed L) prevede che la ditta che deve eseguire i lavori dichiari di avere a disposizione i mezzi e materiali adeguati per procedere all’esecuzione del lavoro a regola d’arte.

Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si evince esattamente il contrario, ovvero la ditta appaltatrice non disponeva dei mezzi adeguati allo svolgimento dell’opera e non era in grado di attuarla a regola d’arte.

Secondo quanto previsto dall’articolo 7 del contratto è possibile “la sospensione dei lavori su ordine del direttore dei lavori nei casi di avverse condizioni climatologiche, di forza maggiore, o di altre circostanze speciali che impediscono la esecuzione o la realizzazione a regola d’arte dei lavori, compresa la necessità di procedere alla redazione di varianti in corso d’opera”.

Malgrado questa possibilità il direttore dei lavori non ha sospeso i lavori, manifestando ulteriore grado di incompetenza nell’esecuzione a regola d’arte degli stessi.

Si ricorda alla sua Eccellenza che la Provincia di Viterbo ha adottato le linee guida per la redazione di Piani del Verde previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale nei cui allegati sono descritte le modalità di espianto e reimpianto degli alberi d’olivo. Tale allegato è stato prodotto con il contributo dell’Università della Tuscia.

Il Comune di Viterbo non dispone ancora di un Piano del Verde. La mancanza all’adempimento di questa disposizione obbliga la ditta appaltatrice ad utilizzare la legge di categoria giuridica superiore, ovvero quella provinciale.

Nel giorno 26 maggio si è tenuta presso il Consiglio Comunale di Viterbo una discussione sui lavori e sui danni provocati dalla ditta appaltatrice secondo quanto sopra esposto anche utilizzando la stessa documentazione fotografica che presento in questo esposto.

L’ente appaltante è stato quindi adeguatamente informato sia nella persona del Sindaco Michelini che dell’Assessore all’Urbanistica Ricci.

Pur avendo evidenza della manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori, l’amministrazione del Comune di Viterbo, ovvero l’ente appaltante non ha sospeso i lavori.

Questo potrebbe configurare uno spreco di denaro pubblico poiché speso con una ditta appaltatrice che già oggi appare inidonea ed incapace che potrebbe non condurre a termine in modo corretto la commessa.

Per quanto sopra esposto e motivato il sottoscritto Michele BONATESTA, chiede che l’Ecc.ma Procura della Repubblica adita voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale e amministrativa degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti.

Chiedo di essere avvisati ex art. 406 c.p.p. in caso di richiesta di proroga delle indagini preliminari ed ex art. 408 c.p.p. in caso di richiesta di archiviazione.

Con osservanza.
Michele Bonatesta




mercoledì 27 maggio 2015

Viterbo - "Levati, oh Lazzaro..."... il cimitero di San Lazzaro mostra i suoi "gioielli"


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Degrado, sporcizia, manutenzione molto carente, e …bare a vista; si avete capito bene: esposta alle intemperie, c’era una bara semidistrutta fra le macerie di un monumento funebre evidentemente collassato sotto il peso del tempo o magari di qualche albero crollato di recente. Abbiamo interpellato un esperto del settore che, visionate le foto, ha affermato che dentro la bara c’è sicuramente il corpo e questo si evince dal fatto che le saldature sullo zinco interno sono intatte. Crediamo che sarebbe opportuno in casi come questo avvisare gli eredi e spostare la salma presso il deposito; certo è che così non può rimanere, sicuramente per motivi igienico sanitari ma soprattutto per rispetto del defunto.

Questo è quello che ci è capitato di vedere oggi durante un sopralluogo effettuato grazie a delle segnalazioni di alcuni cittadini che tra l’altro lamentano pure l’assenza cronica dei custodi all’interno del cimitero di Viterbo; la cosa è infatti facilmente verificabile visto il cartello posto fuori l’entrata della guardiola, il quale recita testualmente: “per il custode rivolgersi presso l’ufficio del nuovo cimitero”.

Non sappiamo quali siano i motivi che hanno portato a lasciare totalmente sprovvisto di sorveglianza il S.Lazzaro; mancanza di personale, un’ondata improvvisa di influenza, o…? Fatto sta che i custodi li non ci sono e sculture, opere d’arte anche di artisti famosi che andrebbero salvaguardate e che “forse” sarebbe bene sorvegliare, sono lasciate potenzialmente alla mercé di chiunque.

Abbiamo constatato inoltre come vi sia una carente manutenzione anche nei vialetti, dove cumuli di foglie e aghi di conifera attendono languidamente di essere rimossi e chiusini per lo smaltimento delle acque otturati dal fogliame non più in grado di svolgere la loro primaria funzione.

Tra l’altro abbiamo assistito allo svuotamento di alcuni cassonetti di rifiuti da parte degli addetti; come da verifica, all’interno dei contenitori vengono  gettati rifiuti di ogni genere: organico, plastica, carta; evidentemente qui la raccolta differenziata non è ancora arrivata.

I morti di sicuro non protesteranno, ma il rispetto che gli si deve e forse magari anche una particolare attenzione all’aspetto igienico sanitario della cosa, vista anche la stagione estiva e il caldo ormai alle porte, oltre che al decoro mancante e che ci si aspetterebbe in questi luoghi, dovrebbero essere sufficienti a chi di competenza per attivarsi con sollecitudine per risolvere l’incresciosa situazione.

Grazie ai cittadini che ci hanno segnalato la cosa; noi continueremo la nostra azione di monitoraggio e vi terremo aggiornati.


MoVimento 5 stelle Viterbo

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martedì 26 maggio 2015

La forza della Nonviolenza sconfigge la guerra....



L'alternativa alla cultura "occidentale",  secondo me,  è rappresentata dall'esperienza della rivoluzione gandhiana in India che afferma con la forza dei fatti: esiste una forza più potente della forza armata che è la forza della unità popolare quando cerca verità e giustizia.

E' una esperienza di valore universale che, collegandosi a "verità antiche come le montagne", proietta l'intera umanità verso una società pacifica fondata su una cultura di pace: la cultura sull'omogeneità tra mezzi di pace e fini di pace.


E lo stesso Gandhi ha riconosciuto il meglio del lascito dell'"Occidente": il concetto di Stato di diritto, che deve estendersi al concetto ed alla realtà di una comunità internazionale fondata sulla forza del diritto e non sul diritto della forza armata.

"Chi non ha armi potenti ma li subisce attacca con azioni terroristiche e chiama ciò agire civile. Il terrorismo è l'arma di chi è debole militarmente".


Quanto sopra non è vero, sul piano storico e fattuale, nemmeno per chi, al posto della nonviolenza, ha scelto la strategia guerrigliera, della guerra di popolo di lunga durata.
Possiamo citare, tra i tanti, l'esempio del generale Giap, a capo dei vietcong, l'unico che le abbia "suonate" militarmente sul campo agli USA con sconfitte brucianti che hanno provocato la crisi del sistema "occidentale" degli anni 1970.  La guerra che combatteva Giap, Davide contro Golia, era contro l'imperialismo americano, non contro il popolo americano. Faceva la guerra per fare poi la pace, pensando alla pace successiva. (I vietcong non avrebbero mai sparato in mezzo agli occhi ad un bambino solo perché nato negli USA) ...


Non scambiamo quindi la feccia fascista (o integralista islamica) come combattenti per la libertà e/o per la liberazione. Né la loro risposta va considerata come l'unica possibile da parte di "disperati" che non hanno alternative: ciò è del tutto falso, da ogni punto di vista.


Il capitalismo non verrà abbattuto da un imbecille che colpisce non si sa bene chi al tallone. Ma dall'unità organizzata del 90% che isola e sconfigge l'1% degli straricchi e neutralizza il 9% dei loro maggiordomi, a Nord, a Sud, a Est e a Ovest. Siamo, a livello mondiale, come il Terzo Stato alla vigilia della rivoluzione francese del 1789: dobbiamo capire che dobbiamo scrollarci di dosso un ceto ristrettissimo di parassiti e di sanguisughe (pari a 10.000 persone, secondo i calcoli di Luciano Gallino). Per fare ciò il problema è non farsi "intortare" dai maggiordomi del potere, che lo servono a livello economico, politico e soprattutto culturale (anche quando si ammantano di fraseologia marxista, come fanno i "comunisti" cinesi).


Il modo migliore per non raggiungere l'obiettivo è continuare a mettere in primo piano divisioni identitarie (Occidente? Oriente?) che nel mondo post-2000 hanno (dovrebbero avere) scarsa importanza...


Alfonso Navarra 
   alfonsonavarra@virgilio.it

lunedì 25 maggio 2015

Vallerano - "Quella biblioteca comunale è necessaria..." - Lettera aperta al sindaco Maurizio Gregori


Ascoltaci o sindaco...!

Sarà perché io stesso sono uno scrittore e lettore di libri, sarà perché sono anch'io un combattente culturale, avendo proposto  l'istituzione di una biblioteca comunale sia a Calcata, quando ancora lì risiedevo, ed ora anche a Treia, dove mi sono trasferito. 
Ritengo -come scrissi in passato- che la biblioteca è la fucina della cultura e la culla per il mantenimento dell'identità locale. La biblioteca è insostituibile se si vuole conservare la capacità di apprendere e condividere. Nessun servizio telematico può sostituire la biblioteca. Per questo mi sono subito attivato - pubblicando la lettera aperta che segue-  appena ho ricevuto il messaggio di Joanna Gierszewska di Vallerano, che scrive: 
"Non è facile chiedere, diciamoci la verità. ... Anche per me, oggi, non lo è… Però chiedo per una GIUSTA CAUSA. Qualche tempo fa ho creato un piccolo gruppo "Ridateci la nostra biblioteca comunale", perché da noi quella… l’unica, comunale, è chiusa. Da quasi tre anni. Ti chiedo: puoi commentare la mia lettera al sindaco?"
Credo che questo mio scritto sia sufficiente adesione. Invito pertanto il sindaco di Vallerano a prendere in considerazione la richiesta dei suoi cittadini per il ripristino della Biblioteca Comunale.
Paolo D'Arpini

Lettera aperta al sindaco di Vallerano, Maurizio Gregori

Oggetto: Ridateci la nostra biblioteca comunale.

Egregio Sindaco,  il mio nome è Joanna Gierszewska e sono residente a Vallerano.
Oggi è un giorno speciale per me, perché ho deciso di scrivere a Lei. Ho scelto le parole con calma, oggi è un giorno in cui mi sono impiegata particolarmente.
Il motivo di questa lettera è la cultura, di più, la tutela della cultura nella nostra città.
E’ una cittadina piccolissima.
Una città fatta di PERSONE.
In questa città, circa 30 anni fa, è nata la biblioteca comunale. Era necessario che nascesse, prima vi era troppa distanza tra i cittadini e i libri, bisognava avvicinare tutta la gente alla conoscenza. Negli anni la biblioteca è cresciuta. Occorreva un luogo nel cuore dell’insediamento abitato che poteva essere frequentato con semplicità e abitudine, dove chi vi andasse trovasse non solo libri ma personale colto e appassionato.
La biblioteca comunale permette la lettura e lo studio di libri di qualunque argomento a molte persone. Molte, tantissime di esse non possono acquistare i libri e altre non hanno neanche un posto adeguato dove leggerle, almeno d’inverno.
Nella biblioteca gli artisti possono esporre liberalmente, gli scrittori e gli studiosi presentare i loro libri, i musicisti fare concerti, i bambini giocare e imparare, fare teatro, corsi di lingue per stranieri, senza tante carte e giri d’uffici, un’organizzazione efficiente e veloce, disponibile e molto pratica, ma con competenza.
Ecco, una biblioteca, un punto di riferimento.
Ma ora, Sindaco, guardiamo in faccia la realtà.
La nostra unica salvezza, L’unica biblioteca comunale del paese, è chiusa da tre anni.
Niente acquisti di libri, nessuna assunzione del nuovo personale, niente.
Una biblioteca che non può garantire il servizio, che non riesce più a organizzare nulla, che cos’è?
Uno spazio sprecato, 35 anni buttati via e una bella cosa che funzionava, distrutta.
Certo, trovare il denaro non è facile, ma paradossalmente l’investimento del denaro nella cultura produce denaro, cioè visibilità, scambi, turismo.
Volete essere ricordati come gli Amministratori che hanno dato un colpo di grazia e chiuso definitivamente un bene che appartiene a TUTTA la città? Un servizio pubblico universale, gratuito e di qualità, che può vantare un apprezzamento da parte della cittadinanza (e anche i voti!).
Avete sbagliato: dimostrate di averlo capito e rimediate a questo crimine contro la cultura.
Ripristinate subito, il funzionamento.
Distinti saluti.

sabato 23 maggio 2015

Calcata - La settimana europea dei parchi si celebra lungo la Via Narcense



Dal 24 maggio al 2 giugno si svolge anche quest’anno la Settimana Europea dei Parchi. Si vuole ricordare così il giorno in cui, nell’anno 1909 (il 24 maggio), venne istituito in Svezia il primo parco europeo.

Le attività che i parchi organizzano in questi giorni hanno lo scopo di diffondere la consapevolezza e la conoscenza di una rete di aree protette di grande pregio paesaggistico e alto valore ambientale, importantissimi nella conservazione e nel riequilibrio della biodiversità.

Nel Parco Valle del Treja la visita guidata di domenica si svolgerà lungo l’antica via Narcense che un tempo collegava la valle del Treja con Civita Castellana. Seguiremo il corso del fiume Treja tra boschi e coltivi, con scorci incantevoli su antichi castelli e fortificazioni, per visitare infine il suggestivo borgo medievale di Calcata.

Domenica 24 maggio – “Ai confini del Parco”

Appuntamento alle ore 9,30 a Calcata vecchia, in piazza Roma, di fronte al bar

Associazione “Libellule Azzurre”

Micaela Colletti e Pamela Trisolino

cell. 389 0195358; micaela@libellule.org - pamela@libellule.org

venerdì 22 maggio 2015

renzie, il rottamatore, colpisce ancora... stavolta tocca alla scuola pubblica

"Dopo la rottamazione del sistema elettorale democratico e costituzionale, la svendita dei beni pubblici, la chiusura del senato e delle province, la cancellazione dei diritti sul lavoro, la facilitazione nelle attività distruttive per il territorio, etc. etc. finalmente arriva anche lo smantellamento della scuola pubblica... Grazie renzie!" (Saul Arpino) 



Lettera di meraviglia al renzie fiorentino

Per quanto mi riguarda, mi è particolarmente difficile esprimere un giudizio sul nuovo disegno di legge che riguarderà il futuro della scuola pubblica, anche perché sono assente da molto tempo dai banchi di scuola.

Non mi permetto di esprimere un giudizio sul nostro attuale Presidente del Consiglio nella persona di Matteo Renzi , me ne guarderei bene, però ricordo con grande affetto il Maestro che si presentava in televisione con la lavagna, qualcuno forse non lo ricorda nemmeno…io si ….si chiamava ALBERTO MANZI quello della trasmissione televisiva “ NON E’MAI TROPPO TARDI” che,  oltre al suo insegnamento,  ci ha lasciato il ricordo della sua persona, quando si commosse davanti alle mani di quelle persone anziane che avevano i calli alle mani e lui aggiunse “Queste non sono mani da scrittore ma sono mani che ci raccontano molto” e si commosse.

Ricordo anche con quanto cuore e volontà difendeva la scuola pubblica…e molto ma molto altro ancora , ma questi caro Alberto sono tempi diversi, questi sono tempi dei duri e puri questi sono i tempi dei tuttologi, infatti, Il Sig. Renzi si affaccia agli italiani con la presunzione di sentirsi un professore e la Cultura Umanistica diventa Umanista……

Gli insegnanti perdono la propria autonomia con la scusa che saranno assunti una parte senza dire che questi insegnanti avevano già questi diritti da molti anni, ma vorrei lasciar correre i particolari di questa legge.

Caro Matteo, io vengo dalla scuola pubblica, da una scuola di paese e la mia scuola di paese non era diversa dalla scuola di città, i programmi erano gli stessi , nei periodi estivi io andavo a fare il cameriere, altri amici andavano a lavorare dal falegname o dal meccanico per imparare a fare un mestiere, poi è arrivata la sinistra dicendo che tutto doveva essere a norma, bagni e molto altro senza pensare che i meccanico o i falegnami non potevano spendere tutto quel denaro per tenere lì un apprendista e così siamo andati tutti al mare nella stagione estiva.

Mi meraviglio che lei sig. Renzi parli di scuola lavoro, ma di quale lavoro parla? Le sembra normale che i nostri ragazzi laureati debbano andare a lavorare al call center mentre i figli dei politici abbiano tutti i posti di rilevo ….alla faccia dello stato di diritto….ma poi i figli dei potenti avranno alle scuole migliori…viste le donazioni …io non mai detto che dobbiamo essere tutti uguali …com’erano le sue idee da bambino, insomma, io non mi sono mai sentito un comunista ma il diritto all’istruzione uguale per tutti su questo non ne ho mai avuto dubbio.

Mi meraviglio ancora che proprio lei parla del sei politico, ma quelli… sono coloro che la stanno sostenendo adesso nel suo governo o no? Altrimenti non farebbero questo tipo di politica.

Non sono quelli a favore delle occupazioni scolastiche? …Perché vede sig. Renzi un conto sono le occupazioni scolastiche un altro conto è distruggere la scuola pubblica. Ma chi è il sig. Renzi, un Bravo Regista, no, un bravo scrittore,no, un buon imprenditore, no, un buon giornalista…. Non mi sembra, facci sapere chi sei sig. Renzi prima di fare il Professore con la lavagna.

Riguardati qualche puntata di NON E’ MAI TROPPO TARDI del Maestro Manzi lui si, che si poteva permettersi di avere una lavagna con gessetto dietro alle spalle………io no caro Matteo, posso competere solo con lei.

Marco Palazzi (La Tua Voce)



mercoledì 20 maggio 2015

Tarquinia - No all'Aurelia a pagamento



Presentato nei giorni scorsi su iniziativa del Movimento 5 Stelle di Tarquinia l’esposto riguardante l’appropriazione dell’Aurelia da parte di SAT, focalizzato sul tratto del Lotto 6A - attualmente in costruzione a Tarquinia - che presto diventerà autostrada a pagamento.

Un lavoro durato più di un anno, che ha visto la partecipazione sia del gruppo M5S locale, sia dei portavoce in regione e in parlamento, attraverso decine di accessi agli atti che, non senza difficoltà, ci hanno permesso di raccogliere le informazioni necessarie all’esposto.

Non siamo invece riusciti a vedere il piano finanziario del Lotto 6A, per il quale abbiamo reiterato numerose richieste. Alcuni giorni prima che venisse arrestato Ettore Incalza, che come è noto è stato fino a quel giorno responsabile delle concessioni autostradali, il suo Ufficio ci ha negato l'accesso agli atti nuovamente richiesto, motivando la decisione con la mancanza di un nostro interesse reale a poter vedere le carte richieste.

Ritenendo comunque di avere sufficienti elementi per dimostrare le anomalie riscontrate nei documenti concessori e nella convenzione di cui già disponiamo, abbiamo presentato l’esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, chiedendo di fare chiarezza sulla vicenda A12. Tra i firmatari dell’esposto il nostro portavoce comunale Marco Dinelli e la consigliera regionale Silvia Blasi.

E andremo avanti. Siamo infatti intenzionati a presentare un esposto anche alla Corte dei Conti perché riteniamo che vi possa essere un danno erariale. 


M5S di Tarquinia

martedì 19 maggio 2015

Viterbo - Santa Barbara, pronta a scoppiare, al posto delle querce... una palestra



VITERBO. Dunque a Santa Barbara il costruttore titolare della concessione edilizia avrebbe deciso di rompere gli indugi.
Epproprio: una mail ‘ URGENTE’ ci è arrivata alle ore 9,50 del 18 maggio 2015 dove si leggeva:
Carissimo Senatore,
proprio in queste ore hanno iniziato a fare i lavori al Parco delle Querce a Santa Barbara.
So che la sua denuncia in Procura ha avuto seguito e la PM Conti sta facendo indagini. Non so se lei ha un contatto diretto ma se l’avesse potrebbe infornarla per favore di quello che sta avvenendo. Magari contrasta con le indagini e può fare qualcosa.
Cordialmente
(segue la firma) “.

No. Purtroppo noi non abbiamo nessun contatto diretto con la PM Conti.

Come abbiamo già risposto (direttamente) al nostro interlocutore, per nostra scelta abbiamo sempre evitato di avere rapporti diretti e personali di qualsivoglia genere con i magistrati che si occupano di problemi da noi posti alla loro attenzione o comunque di problematiche che potrebbero vedere coinvolte ( a livello di responsabilità) persone note, amministratori, politici e quant’altro.

Noi, ripetiamo, non abbiamo alcun filo diretto con la PM Paola Conti ma ‘ il filo ‘ lo teniamo attraverso la stampa, quantomeno quella non al soldo di qualcuno e libera di fare informazione come si dovrebbe.

Niente di più e di differente, in altre parole, da quello che stiamo facendo in questo momento.
Niente di più e di differente dalla ‘ DENUNCIA PUBBLICA’ che in questo momento affidiamo alla stampa viterbese, almeno a quella che vorrà fare propria la denuncia stessa mettendosi al servizio degli abitanti del quartiere di Santa Barbara, a Viterbo.

Dunque… dunque… i lavori all’ormai ‘ famoso ‘ Parco delle Querce pare siano iniziati.

Strano.
Molto strano.

L’altro giorno esce la notizia delle indagini ordinate dalla PM Paola Conti, oggi all’improvviso iniziano i lavori.

Brutta storia, a nostro avviso.

Quasi si volesse mettere la Magistratura, la Procura della Repubblica di Viterbo, la PM Paola Conti di fronte… di fronte ad un fatto compiuto.

L’inizio dei lavori dai quali, tra qualche tempo, in ogni caso sarà ancora più difficile recedere, ammesso che si debba recedere per… illegittimità varie.
Essì: troppo facile sarebbe se bastasse dare inizio ai lavori per avere ragione nel caso in cui, al contrario, la ragione dovesse stare da un’altra parte.
Noi crediamo che la PM Paola Conti dovrebbe immediatamente ordinare il fermo dei lavori… nel caso in cui il fermo non lo ordinasse ( come noi riteniamo che dovrebbe fare)… il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini.

C’è una indagine in corso – noi diciamo –… i lavori vanno bloccati.

Il cantiere va posto sotto sequestro e nominato un custode, addirittura.

In ballo potrebbero esserci soldi pubblici che non possono essere utilizzati.
In ballo potrebbero esserci interessi personali che nulla hanno a che vedere con gli interessi della collettività, del quartiere di Santa Barbara.
In ballo potrebbe esserci qualche… conflitto di interessi.

Non lo sappiamo, insomma.

Ma non è forse per sapere ciò che eventualmente c’è da sapere che la PM Paola Contiha aperta una indagine?
E non ha forse aperto un’indagine avendo rilevato motivi di interesse ( quanto meno) nel nostro esposto alla Procura della Repubblica?

Nossignori.

 A nostro avviso i lavori per quella palestra che tante polemiche ha fatto sorgere sino ad oggi vanno immediatamente interrotti.
Vanno interrotti sino a quando non sarà chiaro chi, come, perché… ha voluto una palestra che è tutt’altra cosa rispetto a quanto deciso dalla precedente-precedente amministrazione, pur restando ( i soldi) gli stessi.

Occorre che il cantiere venga posto sotto sequestro ma occorre anche che il quartiere torni a muoversi.

Organizzi, quanto meno, un sit-in.

Un Sit-in immediato chiedendo la sospensione immediata dei lavori sino ad indagini della magistratura ultimate.
Un sit-in perché venga chiarito per quale motivo una palestra ‘ a servizio del quartiere ‘ dovrebbe essere provvista anche di… biglietteria.
Biglietteria, infatti, è uguale ad…affari.
Affari è, infatti, uguale a… business.

C’è qualcuno, forse, che con la scusa del quartiere si sta facendo… si sta preparando…i cazzetti suoi ?

Epproprio: i…i  cazzetti loro !

E’ questo che la PM Paola Conti, riteniamo, stia cercando di capire.

Prima di decidere – magari -- che invece, è tutto a posto.
Che è tutto regolare.
Ed allora… ma solo allora (noi riteniamo) … i lavori per la palestra a Santa Barbara potranno iniziare.


O no ?

Sen.  Michele Bonatesta

lunedì 18 maggio 2015

Firenze capitale, Dante, Viterbo e la medaglia di Joppolo...


Giovedì 14 maggio 2015, è stato celebrato a Firenze, il 150° anniversario di “Firenze Capitale”, e il 750° dalla nascita di Dante Alighieri.

La solenne cerimonia, si è svolta prima in Piazza S. Croce, dove troneggia la statua di Dante Alighieri, e poi all'interno della imponente Basilica. Qui il rettore P. Antonio Di Marcantonio, ha consegnato, al Sindaco di Firenze, Dario Nardella, la medaglia in argento che la Comunità francescana di S. Croce, ha commissionato allo scultore viterbese Roberto Joppolo, per celebrare le due importanti ricorrenze.

L'artista viterbese ha magistralmente rappresentato, sul diritto, il volto della statua di Dante e sul rovescio il particolare del suo monumento funebre, presente in S. Croce, e la scritta: “ONORATE L'ALTISSIMO POETA”.

Con questa opera, che ha ricevuto molti apprezzamenti, Roberto Joppolo, conferma ancora una volta la sua maestria  nel campo della medaglistica.

Giovanni Faperdue  - giovannifaperdue@libero.it

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domenica 17 maggio 2015

Roma, 20 maggio 2015 - "Il coraggio delle donne per la pace"



Era il 28 aprile 1915 quando oltre mille donne provenienti dai paesi in guerra e dagli Stati Uniti d'America si sono incontrate a L'Aja per dire no all'inutile strage e prospettare l'unica strategia possibile per un percorso di pace: pace nella giustizia sociale.

Da li' e' nato il primo nucleo della Women's International League for Peace and Freedom: la Wilpf che il 28 aprile scorso ha festeggiato a L'Aja il suo centenario.

Oggi la Wilpf e' diffusa in tutti i continenti ed opera per la difesa dei diritti umani, contro la violenza sulle donne, per il disarmo nucleare totale, per un'educazione alla pace nella giustizia sociale ed economica.
Noi Wilpf Italia vogliamo onorare questo importante anniversario con un seminario dedicato alle donne di Wilpf Italia, che nei difficili contesti postbellici si sono coraggiosamente battute per affermare i principi di uguaglianza, di solidarieta', di liberta' di coscienza.

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Mercoledi' 20 maggio 2015, alle ore 15,30, presso l'Universita' Roma Tre, aula magna del rettorato, via Ostiense 169 (metro B fermata San Paolo) seminario su "Il coraggio delle donne per la pace. Dagli anni Venti al secondo dopoguerra".

Alle ore 21, presso la Casa internazionale delle donne, via della Lungara 19 (primo piano), spettacolo teatrale "Le Figlie dell'Epoca" di Roberta Biagiarelli.

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Per informazioni e contatti: Wilpf Italia onlus, via Misurina 69, 00135 Roma, presidente Antonia Sani, e-mail: antonia.sani@alice.it, tel. e fax: 063723742.


Peppe Sini

sabato 16 maggio 2015

Ermanno Cavallini: "Nuovo orientamento culturale"



Ecco il documento che come incaricato del movimento "Nuovo orientamento culturale" ho personalmente consegnato durante la marcia per il reddito di cittadinanza a numerosi parlamentari 5 stelle tra cui anche Roberto Fico,Nicola Morra Luigi Di Maio. Lo stesso documento in forma leggermente diversa è stato consegnato anche al vescovo di migrantes, cardinale molto vicino a Papa Francesco e diversi vescovi ed esponenti del mondo dell'impegno civile. Ecco di seguito  il documento , sara gradito un vostro libero commento.

Quando si parla della corruzione spesso ci si limita alla denuncia. interrogandosi solo in maniera poco approfondita sui meccanismi “motivanti” che spesso vengono dati per scontati ma che, come vedremo, necessitano di un approfondimento per essere davvero disinnescati alla fonte.

Perché infatti, un pubblico funzionario si fa corrompere?
Sostanzialmente per avere qualcosa di valore abbastanza alto per se stesso come “individuo”; il soggetto è spesso conscio che questo atto che gli porta valore da un lato, dall'altro lo danneggia come parte della collettività. Tuttavia nella sua immaginaria “bilancia degli interessi” ha, su un piatto, un grosso interesse immediato per sé e, sull'altro, un danno percepito come minimo, in un futuro non si sa quanto lontano, come parte della collettività danneggiata.
In sostanza possiamo immaginare che l'attitudine a farsi corrompere aumenti con il diminuire della prospettiva di vedute dell'individuo.
Persone abituate a percepire solo ciò che è immediatamente vicino a sé e in un orizzonte temporale di massimo 4-6 mesi saranno, a parità di altri fattori, più corruttibili di soggetti più lungimiranti.
Il motore primo della corruzione è una certa dose di edonismo connesso al principio di “avidità infinita” che, insieme alla percezione di sé come “isola umana”, costituiscono i più importanti “moventi” della corruzione. Creando, dunque, un meccanismo che togliesse la centralità psicologica a questi fondamentali quanto negativi concetti, si andrebbe a tagliare alla base una buona parte delle cause della corruzione.
A tale scopo – ma non con questo solo obiettivo – abbiamo formulato la teoria economica e sociale del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza”, che alleghiamo e su cui avremmo piacere di avere un tuo parere.
La proposta della nuova teoria economica e sociale del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza”, al di là dei meccanismi economici, investe valori e sensibilità che sono comuni sia al mondo laico che a molte grandi religioni, tra cui in particolare quella cristiana, tanto più considerando gli stimoli dati in questa direzione anche da Papa Francesco. Si tratta infatti di combattere alcuni concetti oggi erroneamente ritenuti “normali” e leciti, come l'idea di “avidità infinita” e di “isola umana”, che sono, a nostro avviso, vera causa prima di tutta una serie di idee e comportamenti che hanno portato alla grave situazione di degrado culturale sociale ed etico, oltre che alla preoccupante situazione economica non solo italiana.

Dopo che abbiamo pubblicizzato questa tesi, ci sono stati segnalati diversi pensatori del passato che erano giunti a conclusioni simili o, per così dire, propedeutiche al nostro "Capitalismo a doppia valvola di sicurezza". Citiamo ad esempio Carlo Rosselli (1899-1937), teorico del socialismo liberale, che in seno al partito socialista propose un simile approccio in polemica con l'ala degli stalinisti; oppure Lelio Basso (1903-1978), uno dei padri della costituzione italiana, con la sua personale rielaborazione della visione socialista e di una lacia concezione di 'umanesimo integrale'. O ancora, pensiamo ai presupposti della “società giusta” secondo il pensiero di J.Rawls (1921-2002), con il suo concetto di “libertà eguale” e in particolare la regola del maximin, in virtù della quale il contratto sociale deve realizzare un sistema nel quale l'obiettivo sia di migliorare costantemente e il più possibile le condizioni di chi sta peggio: l'ineguaglianza (poveri e ricchi) è ammessa solo se contribuisce a migliorare le condizioni del gruppo meno abbiente della società. Richiamiamo anche l'ideologia del Partito d'azione (nato nel 1942) che spingeva in questa direzione con il progetto di equità sociale. Per finire poi con Adriano Olivetti (1901-1960), celebre imprenditore e politico, che nel 1948 fondò a Torino il movimento culturale “Movimento comunità” che si ispirava alle idee e ai principi espressi in "L'ordine politico delle Comunità", pubblicato nel 1945 dove egli già considerava necessario porre dei limiti alla forbice sociale, convinto del possibile equilibrio tra giustizia sociale e profitto privato. Andando indietro ad un passato più remoto, vogliamo evidenziare le forti analogie anche con il pensiero di J.Ruskin (1819-1900), grande critico d’arte, artista e scrittore, che trattò anche di politica economica: sentiamo molto vicina ad alcuni fondamentali presupposti culturali della nostra tesi, la sua profonda critica morale del ‘capitalismo selvaggio’ e contro il volgare edonismo di quella che chiamava ‘money-making mob’ (‘plebaglia che pensa a far soldi’).
Tutti precursori, dicevamo, che hanno posto le fondamenta su cui possiamo poggiare oggi la
nostra nuova teoria economica e sociale del "Capitalismo a doppia valvola di sicurezza", a nostro avviso l’unico approccio, oggi realmente innovativo, che cerca di rompere l'illusione, tossica, che non esista altro sistema in grado di produrre ricchezza che un capitalismo basato, irrimediabilmente, sulle più deteriori pulsioni individualistiche come la cupidigia e la sete di potere, negando ogni possibilità ad uno spirito di cooperazione sociale e senso di comunità.



Le denunce di Papa Francesco

Dobbiamo rilevare come la figura di questo papa in particolare, vada oltre la sola dimensione cattolica e come le sue tematiche sono di incoraggiamento e sostegno anche per molti non cattolici e perfino per molti non credenti.
Vorrei ricordare alcune pubbliche affermazioni del papa, che risultano assolutamente in accordo e sostegno con la nostra teoria, prima fra tutte:"Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è l'iniquità”.

Il Papa critica duramente l'idolatria della ricchezza, non la ricchezza in sé, e la cultura dello spreco, con cui crescono disparità e povertà; più di una volta Papa Francesco è stato attaccato perché considerato “troppo comunista". A questa accusa il Pontefice risponde - in un'intervista, pubblicata da La Stampa (contenuta nel libro "Questa economia uccide", scritto dai vaticanisti Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi)- che “occuparsi dei poveri non è comunismo, è Vangelo”: ricorda che l’attenzione per i poveri "è nel Vangelo e nella tradizione della Chiesa, non è un’invenzione del comunismo e non bisogna ideologizzarla". Il pontefice prosegue lamentando che “oggi i mercati contano più delle persone, è un’economia malata. Dire questo non vuol dire essere comunisti".

"Innanzitutto - spiega il Papa- è bene ricordare che c’è bisogno di etica nell’economia, e c’ è bisogno di etica anche nella politica. (…)”. Il Pontefice rimarca la necessità che tutti “si impegnino, ad ogni livello, nella società, nella politica, nelle istituzioni e nell’economia, mettendo al centro il bene comune. Non possiamo più aspettare a risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può solo portare verso nuove crisi. I mercati e la speculazione finanziaria non possono godere di un’autonomia assoluta. Senza una soluzione ai problemi dei poveri non risolveremo i problemi del mondo. Servono programmi, meccanismi e processi orientati ad una migliore distribuzione delle risorse, alla creazione di lavoro, alla promozione integrale di chi è escluso".
Il 7 febbraio 2015, in occasione del video messaggio per l'Expo, papa Francesco ancora dichiara: “C'è cibo per tutti, ma lo spreco e lo scarto sono sotto i nostri occhi; (…). Oggi, nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo papa Giovanni Paolo II indicava come 'paradosso dell'abbondanza' (...): c'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare. Mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso!». Secondo il Santo Padre occorre avere “uno sguardo e un cuore orientati” con decisione a “risolvere le cause strutturali della povertà”. Il pontefice quindi ha ribadito: “No a un'economia dell'esclusione e dell'iniquità. Questa economia uccide».
Infine un appello a tutti i politici: “Da dove deve partire una sana politica economica? Su cosa s'impegna un politico autentico?. Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica?”. La risposta è precisa: “La dignità della persona umana e il bene comune”. Purtroppo “questi due pilastri che dovrebbero strutturare la politica economica, sembrano appendici aggiunte dall'esterno”.
Il Santo Padre ha chiesto ai politici di essere “coraggiosi” e di non aver timore di farsi “interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita”. In un altro intervento Papa Francesco si scaglia conto la corruzione (“la corruzione puzza!”): il pontefice ha parlato della corruzione e ha spiegato che il corrotto non ha amici, ma solo complici. “Difficile rimanere onesti in politica, vieni fagocitato da un fenomeno quasi endemico”, ha commentato. “E’ l’ambiente che facilita la corruzione”, ha aggiunto; “non dico che tutti siano corrotti, ma penso sia difficile rimanere onesti in politica”.
Fa riflettere, come emerga sia pure indirettamente, dalle parole del Papa l'immagine delle persone ai vertici della scala sociale, come individui soli, aridi, vittime in qualche modo della loro stessa ricchezza, che li corrompe da dentro. Ricchezza, inoltre, che procura loro una “felicità” solo apparente ottenuta prevalentemente attraverso il possesso ed il potere; in questi casi vere e proprie droghe che creano dinamiche e tossicodipendenze psicologiche, simili a quelle ad esempio del gioco d'azzardo. Insomma, il Papa vuole suggerirci che dovremmo “dare valore a noi stessi” più attraverso quello che siamo e meno attraverso quello che possediamo, diminuendo il livello di edonismo che rischia, oltre certi livelli, di essere estremamente deleterio non solo per la collettività ma anche per l' individuo stesso che lo persegue.


Il pensiero di alcuni importanti economisti che cambiano le carte in tavola


Il filosofo ed economista John Rawls sosteneva, come abbiamo anticipato, che un certo tasso di disuguaglianza fosse accettabile se ne traevano beneficio anche gli ultimi della scala sociale: se, cioè, la ricchezza maggiore degli uni può servire a diminuire la povertà degli altri. C’è una consistente letteratura sul perché società troppo polarizzate funzionano male e producono effetti dannosi sotto molti aspetti: due epidemiologi, ad esempio, R.Wilkinson e K.Pinkett, qualche anno fa hanno dimostrato il legame tra disuguaglianza e varie condizioni di malattia e disagio (obesità, aborti, droghe, infelicità). E sono diversi i testi usciti recentemente, di economisti più e meno noti, che analizzano il problema in modo aggiornato alle ultime conoscenze, vediamone una breve rassegna, di quelli più esemplificativi.

Nel 2012, il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz ha pubblicato il cospicuo saggio Il prezzo della disuguaglianza – Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro: in esso l'autore evidenzia come il livello di disuguaglianza del reddito anche in America raggiunge punte mai viste da prima della Grande depressione. Negli anni del boom, antecedenti alla crisi finanziaria del 2008, l'1 per cento dei cittadini si era impadronito di piú del 65 % dei guadagni del reddito nazionale totale; e tuttavia, mentre il Pil (prodotto interno lordo) cresceva, la maggior parte dei cittadini vedeva erodere il proprio tenore di vita. Nel 2010, mentre la nazione lottava per superare una profonda recessione, l'1 per cento guadagnava il 93 % del reddito aggiuntivo creato nella cosiddetta “ripresa”: costoro continuano, dunque, a godere della migliore assistenza sanitaria, della migliore educazione e dei benefici della ricchezza, spesso però senza riuscire a comprendere che “il loro destino è collegato a quello dell'altro 99%”privato di tutto questo. Stiglitz unisce la sua visione economica a un appassionato richiamo affinché l'America torni agli ideali economici e politici che l'hanno resa grande. La disuguaglianza infatti, secondo Stiglitz, non nasce nel vuoto: è il risultato dell'interazione di forze di mercato e di manovre della politica. Grazie ad essa, l'America prima e l'Europa subito dopo, sono sempre meno la terra delle grandi opportunità e sempre meno sono in grado di rispondere alle aspirazioni e ai bisogni dei loro cittadini. Ma, secondo Stiglitz - ed anche a nostro avviso - non dovrà necessariamente essere così per il futuro.

Un altro libro, di particolare interesse perchè ci fornisce una base di dati certa, omogenea e abbondante, è "Il capitale nel XXI secolo” pubblicato nel 2014 dall'economista francese Thomas Piketty. In questo libro l'autore con l'aiuto di tutta una rete di ricercatori in tutto il mondo, ricostruisce la storia della diseguaglianza dei redditi, partendo dalla Francia del 1750 ed estendendo la ricerca progressivamente a tutto il mondo occidentale fino ad arrivare ai giorni nostri.
Questo libro per lungo tempo al vertice delle classifiche, suscita dibattiti un po' ovunque nel mondo e in effetti ci fa riflettere profondamente sia per le sue idee, che per la sua imprevista popolarità, che rivela forse come la sua analisi abbia risposto a una domanda di senso diffusa, ma inespressa, percepibile in un momento in cui non ci sono più ideologie e neppure molte idee in circolazione ma solo una prevalente e forse eccessivamente pragmatica visione “a corto raggio” di come evolverà l'economia e di conseguenza la società. L'economista Paul Krugman, premio Nobel, ha entusiasticamente affermato: “ecco una valida spiegazione teorica del perché negli ultimi decenni la disuguaglianza è aumentata tanto. Finito l’effetto livellatore della guerra, il capitale ha corso più dell’economia e probabilmente continuerà a farlo.” L'Economist hadedicato all'opera di Piketty un articolo dal titolo, solo in parte ironico, Bigger than Marx, più grande di Marx.
In effetti Piketty ha a disposizione una vasta gamma di dati che Marx non aveva e può obbiettivamente fare dei ragionamenti e proporre conclusioni che srebbero state impossibili per lo storico economista tedesco al tempo della sua celebre opera. Nel suo libro Piketty, partendo appunto da Karl Marx e dalla sua tesi che il capitale si accumula all’infinito, ma con rendimenti decrescenti, portando fatalmente i capitalisti a conflitti e a essere sempre in cerca di nuove opportunità, giunge a spiegare che il rapporto tra capitale e redditi è destinato ad aumentare molto, passando dal 4,5 del 2010 al 6,8 del 2100. Il Nobel Robert Solow, su New Republic, sintetizza così il ragionamento: “Piketty suggerisce che la crescita globale dell’output rallenterà nel prossimo secolo dal 3 all’1,5 per anno. Fissa il tasso di risparmi/investimenti al 10 per cento. Quindi si aspetta che il rapporto tra capitale e reddito crescerà fin quasi a 7”.
Per tradurre i numeri: le nostre economie, non solo occidentali, non si stanno evolvendo in direzione di una maggiore uguaglianza, ma al contrario le spinte verso la redistribuzione del Novecento sono state un’eccezione e un’illusione: quello che ci aspetta è il ritorno ancor più massiccio e opprimente di un capitalismo ottocentesco, in cui non importa quanto lavori, qualunque carriera non potrà mai eguagliare un buon capitale. Ovvero, la ricchezza più che conseguirsi, e accumularsi, in definitiva perlopiù si eredita. E questo non succede (soltanto) perché l’economia occidentale è trainata da tanti avidi, che accumulano profitti a spese della classe media e di quelle ancora inferiori. Secondo Piketty si tratta proprio di una dinamica interna dell’economia: se il capitale cresce sempre più in fretta rispetto all’economia reale, visto che i ricchi hanno molta più ricchezza della classe media le cui sorti dipendono, invece, dai redditi, i ricchi diventeranno inevitabilmente sempre più ricchi. Mentre molti economisti, tra cui forse il principale è l'americano Simon Smith Kuznets, ci avevano illusoriamente convinto che la disuguaglianza tende a ridursi nelle fasi di sviluppo, a prescindere dalla politica economica: “è la marea che spinge in alto tutte le navi, gli yacht come le scialuppe”, era quello che ci andavano raccontando. Al 10 % più ricco degli Stati Uniti, nel 1913, faceva capo il 40% per cento del reddito prodotto in un anno; nel 1948 la quota era scesa al 30% e da qui è nata la “curva di Kuznets”, valida,purtroppo solo in quel periodo e in quel paese, e non per il nostro futuro.
Infatti Piketty sostiene, forte di analisi quantitative e storiche, che non è stato il progresso a ridurre la disuguaglianza, ma la Prima e poi la Seconda guerra mondiale! Soltanto eventi traumatici come una guerra possono bilanciare, a suo avviso, l’effetto di una tensione profonda dell’economia come è oggi congegnata. Tutto il resto sono palliativi, inclusa la sua stessa proposta contenuta nel libro di una patrimoniale globale sulle grandi ricchezze: 1 % sui patrimoni tra uno e cinque milioni di euro, 2 % sopra i cinque milioni; da realizzare ogni anno e con un coordinamento, secondo lui, tra tutti i Paesi del mondo per evitare che i ricchi si rifugino nei paradisi fiscali.
Nessuno ha preso sul serio questa ricetta di Piketty, tantomeno noi che ne proponiamo una a nostro avviso più realizzabile e anche molto più efficace. La sua proposta non è solo è irrealizzabile, è anche inutile: infatti, nel migliore dei casi, servirebbe soltanto a rallentare la concentrazione delle grandi ricchezze.
Tuttavia, il meccanismo descritto dall’economista francese sembra comunque invincibile. Questo meccanismo oggi è reso ancora più abnorme rispetto al 1800, dal moderno operare del trading: la finanza speculativa, che contribuirà a peggiorare ancor più velocemente la situazione in futuro. A molti sfugge, infatti, che l'attuale corsa generalizzata ad investire nella speculazione finanziaria e non nell'economia reale, non farà alla lunga che accelerare il processo e accrescere le diseguaglianze, in nome di successi limitati e a breve termine, oggi ottenibili solo con l'impoverimento appunto della classe media che noi invece vogliamo evitare.
Gli attuali mega stipendi dei top manager, sia pubblici che privati, sono in realtà l’equivalente dei latifondi ricevuti in dono dai sovrani nelle economie fondali, cioè la premessa per una futura e crescente disuguaglianza tra chi ha e chi non ha (e non potrà mai avere).
Per contrastare questo “ meccanismo del ricco che diventa ancora più ricco” - a spese dei più, sempre più poveri - è nata la nostra proposta che, con il concetto di “ricchezza massima socialmente sostenibile”, potrebbe salvarci da un fallimento, che sarà reso ancora più grande dalla contemporanea espansione del numero di abitanti sul pianeta e del relativo esaurimento delle sue risorse naturali. Bisogna correggere questo orientamento e questa mentalità, ormai consolidati: è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale e l'abbandono di vecchi schemi, con una azione politica sinergica e l'adozione di una nuova idea, come questa appunto del “capitalismo a doppia valvola di sicurezza”.



Sintetica teoria di base, versione 1.20:
(di Ermanno Cavallini)

È a tutti noto che la maggior quantità di beni e servizi in una qualunque collettività si raggiunge con la maggiore presenza numerica possibile, di una consistente classe media.
Questo per i semplice motivo che solo la classe media è in grado sia di creare che acquistare beni e servizi e quindi far funzionare al meglio l'economia reale.
Questo è realizzabile al meglio, a nostro avviso, adottando la filosofia economico/sociale del“CAPITALISMO A DOPPIA VALVOLA DI SICUREZZA”

Questa in estrema sintesi, prevede il contenimento della forbice sociale tra poveri e ricchi in un valore limitato dinamicamente e strumentalmente anno per anno in funzione dell' andamento del bilancio dello stato.
Questo dovrebbe essere reso possibile da una nuova norma costituzionale da far approvare in un prossimo futuro.

In una prima ipotesi di partenza, si suppone di ammettere una escursione di operatività di capitalismo reale nella misura di 1 a 40 come già aveva ipotizzato anche il compianto industriale Adriano Olivetti.

Secondo questa nuova teoria culturale, in un dato “corpo sociale” (mettiamo la popolazione italiana) il miglior funzionamento non si ottiene con una distribuzione di tipo neo medievale (come quella verso cui ci stanno spingendo), ma al contrario con una società in cui le frange estreme sia di eccessivamente poveri che eccessivamente ricchi, sia ridotta e mantenuta in grado di non nuocere alla salute del sistema stesso.

Questo si ottiene mantenendo le regole dell'attuale mercato, ma solo entro una escursione, di reddito pro capite che garantisce la miglior produzione di beni e servizi e la migliore circolazione possibile della moneta, aumentando l'efficienza del sistema.
Moneta che conserverebbe le sue proprietà di facilitare gli scambi e mantenere il valore ma NON come oggi di dragare il valore dalla maggioranza dei cittadini verso pochi poli di concentrazione.

La prima “valvola di sicurezza” è costituita da una forma di reddito minimo garantito (come prima ipotesi 600 euro/mese), condizionato però ai lavori socialmente utili e ad una riforma massiccia dei centri per l'impiego che svolgerebbero una funzione attiva di collocamento con la creazione di “tutor” a cui affidare i disoccupati fino a nuovo collocamento; ovviamente in caso di rifiuto del lavoro socialmente utile o di altri lavori trovati dal tutor del centro per l'impiego, si perde il sussidio pubblico, ovviamente questo non viene percepito in caso di esistenza di altri redditi.

Questo “reddito minimo garantito” inoltre andrebbe a sostituire ogni ammortizzatore sociale o pensione minima sotto quella soglia, realizzando quindi una semplificazione burocratica che porterebbe ulteriore risparmio e maggiore chiarezza delle pratiche.

La seconda “valvola di sicurezza” è composta da un valore scientificamente assegnato e aggiornabile di anno in anno in modo dinamico di “ricchezza massima socialmente sostenibile” oltre la quale il reddito privato (non delle aziende) SOLO per la parte eccedente viene devoluto interamente allo stato.

Per le aziende, invece, si riducono le imposte rilanciando massicciamente l' occupazione.

Si realizzerebbe il meccanismo per cui un imprenditore il denaro che lascia nell'azienda e per l'azienda, lo vede tassare pochissimo, mentre quello che trasferisce nel suo conto personale o di altre persone fisiche lo vede tassare molto di più - anche oltre il triplo nel caso di redditi notevolmente elevati vicini al limite massimo, e sottoposto, appunto, ad un tetto massimo fissato di anno in anno in funzione delle esigenze di bilancio dello stato (che chiuderebbe cosi sempre in pareggio) e secondo i dati Istat dell'anno appena trascorso.

In pratica si attuerebbe un sistema premiante per la classe dirigente nel suo insieme, più l'economia va bene e più si alzerebbe sia il reddito di cittadinanza minimo e con un differenziale di 1 a 40 il tetto di “ricchezza personale massima raggiungibile”.

Questo è visto dal punto di vista del “funzionamento del sistema” per cui un imprenditore è utile e meritorio solo se rimane tale; quando invece chiude o vende l'azienda pagandosi eccessive buone-uscite e divenendo un ricchissimo non- imprenditore diventa invece un peso del sistema, perché non fa circolare denaro nell'economia reale e non paga più stipendi a dipendenti.

Questa è una visone dal punto di vista “sistemico” che vuole l'Economia reale che va principalmente salvaguardata e a cui (al contrario di ciò che avviene oggi) deve essere subordinata l'economia finanziario/speculativa, che vedrebbe il suo giro d'affari ridotto forzatamente ad una frazione del volume d'affari dell'economia reale (oggi invece è di moltissime volte superiore).

Questa dinamica oltre che aspetti economici avrà anche un importante effetto psicologico, diminuendo il mito di una eccessiva competitività (che non viene però annullata ma riportata nei giusti limiti) e aumentando il peso dell'aspetto collaborativo e la consapevolezza di appartenere ad un unico “corpo sociale”, tanto più sano quanto più le interazioni tra gli individui sono positive e
improntate ad una sana cooperazione, liberandoci dalla perversa dinamica di “isole umane” in cui oggi siamo ridotti.

Per informazione: dai dati dell'attuale ministero del tesoro in questo momento i contribuenti che dichiarano oltre 300.000 annui (massima fascia analizzata) contribuiscono nel loro insieme per valori nell'ordine dei millesimi al gettito fiscale.

Tutta la fascia di “ricchissimi” (con un reddito annuo di oltre 300.000 euro), dunque, verrebbe “sanata”, sollevandola dall'arbitrio, il peso e lo stress derivanti dalla gestione di patrimoni personali cosi elevati che inevitabilmente portano a sviluppare una “tossicodipendenza” da eccessivo potere e ricchezza, staccandoli psicologicamente dalla realtà e creando falsi miti legati ad un benessere apparente solo economico e quindi squilibrato, non solo ai fini sociali ma anche loro personali.

Inoltre, ogni potere derivante dalla gestione di denaro oltre soglie molto importanti (compreso quello esercitato dalle banche nazionali) dovrebbe essere posto sotto il controllo diretto o indiretto dello stato, che deve vedere una riforma massiccia di ogni suo organo di controllo e rappresentanza con una partecipazione più diretta della base dei cittadini.

In questi mesi di elaborazione collettiva in effetti , questa è la principale critica costruttiva fatta a questa teoria, che in questo aggiornamento viene accolta pienamente.

Una condizione INDISPENSABILE perché questa proposta possa funzionare è che il cittadino si interessi e controlli continuamente l'operato delle istituzioni.
Senza questa opera di “volontariato a favore della collettività” un grande potere concentrato nello stato, finirà per essere mal gestito come spesso in passato, da burocrati e faccendieri.

Questo in effetti è un punto critico cruciale e senza un mutamento di coscienza della maggioranza dei cittadini in questa direzione, questa proposta non è attuabile.

Rimane quindi la necessità di diffonderla, se non altro come stimolo di riflessione perché a poco a poco si crei un consapevolezza diffusa in tale direzione.

Per realizzare qualunque miglioramento il comune cittadino DEVE entrare nell'ottica per cui non è più possibile dare il voto e poi in pratica disinteressarsi e seguire e controllare solo marginalmente le decisioni prese dalle istituzioni.

Ogni cittadino deve sentire non solo come diritto ma come dovere il fatto di controllare e contribuire alla pubblica gestione dei beni.

Ovviamente questa è solo un’estrema sintesi di una teoria assai più complessa ed articolata.

Ulteriori approfondimenti sono disponibili per il momento contattandomi direttamente e nei “gruppi elaborativi” cui abbiamo dato luogo per discutere e affinare il nuovo orientamento culturale basato sui tre concetti cardine di: motore elaborativo, corpo sociale, intelligenza collettiva.


Un augurio a tutti noi di buna fortuna...

Ermanno Cavallini

Foto del profilo di Ermanno Cavallini