giovedì 31 luglio 2014

3 agosto 2014 - Fiaccolata ad Arquata.... e resistenza agli espropri -




Mercoledì 30 luglio 2014, centinaia di persone per tutto il giorno sono state per le strade di Arquata, Serravalle e Pozzolo per provare ad impedire la realizzazione degli espropri preliminari alla realizzazione del Terzo Valico.


E’ stata una lunga giornata di lotta. I No Tav No Terzo Valico sin dalle prime ore dell’alba hanno dato vita a tre presidi, nelle zone dove i proprietari delle case avevano deciso di resistere. Imponente la presenza delle forze dell’ordine in assetto antisommossa.

Intorno alle 8,30 polizia e carabinieri hanno chiuso la strada provinciale che collega Serravalle ed Arquata: dai blindati sono scesi un centinaio di agenti in assetto antisommossa. I No Tav hanno protetto con una catena umana i terreni che il Cociv voleva espropriare. Polizia e Carabinieri sono avanzati e hanno incominciato a spingere con gli scudi.

Poi un rappresentante del Cociv ha dichiarato di aver eseguito l’esproprio, perché aveva scattato da lontano una foto della casa protetto da un nugolo di poliziotti.

Dopo questa farsa gli attivisti si sono diretti nel bosco di via Moriassi fra Serravalle e Arquata dove erano previsti altri espropri.
Qui sono state erette barricate di tronchi e sterpaglie. La polizia, dopo aver rimosso la barricata ha caricato e sparato lacrimogeni.
Dopo la prima carica i No Tav si sono ricompattati continuando ad impedire l’accesso ai terreni. Sono continuati i lanci di lacrimogeni e ci sono state altre cariche ma polizia e Cociv non sono riusciti a raggiungere i terreni. La solita foto da distante e si sono dileguati


Lo stesso copione si è poi ripetuto a Moriassi all’imbocco della strada per Radimero e alla Crenna dove la polizia ha nuovamente caricato e manganellato. L’unico esproprio che sono riusciti ad eseguire secondo le procedure di legge è quello previsto a Pozzolo dove le forze dell’ordine che hanno bloccato nuovamente la strada provinciale impedendo alla maggioranza degli esponenti dei comitati di raggiungere l’area.

Numerosi manifestanti sono stati feriti durante le cariche nel bosco di Moriassi: un ragazzo ha un taglio alla testa, le ambulanze hanno medicato un anziano colpito da manganellate e calci, ed altri feriti più lievi.

La resistenza continua. In serata un’assemblea ha deciso una fiaccolata ad Arquata per domenica 3 agosto 2014.

L'info di Blackout ha realizzato tre dirette con Salvatore, attivista No Terzo valico.
Puoi ascoltarle qui

www.anarresinfo.noblogs.org

mercoledì 30 luglio 2014

1 agosto 2014 - Ronciglione... e l'Uovo di Pasqua



Sabato 1 agosto 2014, alle ore 21, presso la sede di Accademia Kronos di Ronciglione, in via Capranica,14/a, sarà mostrato al pubblico un reperto di grande importanza storica che proviene dalla misteriosa isola di Pasqua, si tratta dell'uovo cosmico da cui, secondo la tradizione di Rapa Nui (come viene chiamata l'isola dai polinesiani), è nato l'uomo. 

Con l'occasione si terrà una conferenza proprio sui misteri dell'Isola di Pasqua: dalla sua scrittura, alla funzione dei Moai fino ai segreti delle caverne dell'isola. Dallo studio e dalle spedizioni sull'isola effettuati negli anni da Accademia Kronos si è scoperto che i primi colonizzatori non furono i polinesiani, come si crede comunemente, bensì le popolazioni Nazca del Perù. 

I Nazca (misteriosa popolazione presente lungo le coste del Perù tra il 300 a.C. ed il 500 d.C.) sono famosi per i geoglifi, ossia i giganteschi disegni che si estendono per decine di chilometri quadrati sull'altipiano di Nazca e che si vedono solo dall'aereo. In quella occasione verranno presentate prove inconfutabili.

Oltre a ciò si parlerà della leggenda in cui alcuni studiosi credono e cioè che l'isola di Pasqua sia ciò che rimane del misterioso continente Mu che, come Atlantide, più di 10.000 anni fà sprofondò nell'oceano Pacifico.

Oltre all'Uovo Cosmico verranno presentate al pubblico le tavolette rongo - rongo ed altri manufatti dell'isola.

E' un evento straordinario ed unico a livello nazionale cui sono invitati appassionati di archeologia, di storia delle civiltà terrestri e di miti e leggende.
L'ingresso è libero. Per informazioni: 0761.093080


Gabriele La Malfa 


martedì 29 luglio 2014

Renzie, il becchino, scava la fossa alla democrazia italiana ormai defunta



La democrazia è morta!

Se guardiamo il nostro Paese, che da sempre è un po’ la cartina di tornasole, portando in dote tremila anni di civiltà, un’eredità Romana, esempio unico nella Storia del mondo, e malaccorto depositario dei due terzi delle opere d’arte di tutto il pianeta, ne abbiamo la prova provata. 

Questa democrazia è stata imposta con le armi da occupanti stranieri, tuttora presenti in forze, con oltre cento (118, per la precisione) armi nucleari. Ci è stata imposta una Costituzione scopiazzata da leggi e usanze altrui. Ci è stato permesso di vivacchiare per settanta anni, a condizione che copiassimo altri stili di vita, altre culture, altri rapporti di “patto sociale”. 

Dopo travagli mascherati e nascosti da un cosiddetto boom economico inevitabile nella ricostruzione post bellica, il patto sociale impostoci ha cominciato a scricchiolare con cigolii sempre più accentuati. Operai, studenti, ceti sociali a turno, polluzioni ambientaliste, proteste culturali e non, distacco sempre più accentuato dal Potere….. Di segnali, prima di tutto l’astensionismo, il Popolo Italiano ne ha mandati molteplici: di volta in volta ha creduto nel di individuare “l’oppositore” di turno: l’Uomo Qualunque di Giannini, la Lega, Pannella, Di Pietro, Grillo ….. Tutti ricordano quel film di tanti anni fa: “ha ballato una sola estate”.

Oggi abbiamo un ex Fascista, un ex Nazistoide, un “Savoiardo”, ex trinariciuto migliorista, alla presidenza della Repubblica. Dopo tre (TRE!) presidenti del consiglio NON eletti, Letta, Monti, Renzi, si vorrebbe cambiare la composizione delle Camere. Drogata maggioranza alla camera, drogata e fasulla dal premio di maggioranza aberrante, si vuole annullare il Senato, inteso come Camera dei Senatori eletti. Cioè ci si sta avviando verso una forma di Parlamento sempre meno rappresentativa della voce dei Cittadini. Sbarramenti feroci annulleranno i rompiscatole, escludendo le minoranze rumorose. Ed se anche le minoranze si coalizzassero, anche all’interno della coalizione uno sbarramento altrettanto feroce ne escluderebbe la presenza. E la cosiddetta Camera Alta (il Senato), sarebbe solo l’espressione degli apparati di Partito, oltretutto con pochi poteri effettivi. 

L’intelligente, anche se da me non condivisa, contrario come sono a quella mistificazione giuridica che sono le elezioni, proposta cioè di eleggere la Camera dei Deputati con il sistema strettamente maggioritario ed il Senato invece con puro sistema proporzionale, limitandone l’esistenza a tre anni, non viene neppure presa in considerazione: troppo potere al Popolo!

In altre parole, la democrazia non regge all’urto dei tempi. Se poi questi tempi sono duri e difficili economicamente, la democrazia deve arrampicarsi sugli specchi per fingere di mantenere una parvenza di legalità, non avendo in sé le risorse umane, intellettuali, morali, operative e storiche per vivere di luce propria. La democrazia è, ancor una volta, il male assoluto, spacciato per bene collettivo, per panacea sociale, per Arcadia sociale. Ma oggi gli specchi sono cosparsi di vaselina sociale e storica.

Con tutto il coro di leccapiedi mediatici e culturali -che si sono ingrassati leccando i detentori di turno del potere- che si arrabatta nell’inutile tentativo di dare parvenza accettabile allo sconcio cui assistiamo.

Nessuno che metta in rilievo il fallimento storico, morale ed umano della democrazia.

Democrazia che per altro non sopporta altro da sé, e che viene spacciata invece salvifica, per motivazioni economiche adunche e rapinatrici. La democrazia imposta coi carri armati, coi droni, con i cacciabombardieri, è fasulla come un trans brasiliano. Ma non può non essere così, è la dannazione cui la ha condannata la Storia.


Stralcio di una lettera di Fabrizio Belloni

lunedì 28 luglio 2014

Visita oculistica a Modena, sistema sanitario.... ed umani che ci lavorano




Carissimo Paolo, scusa se ti do già del “tu” anche se non ci conosciamo, sono una lettrice del vostro giornaletto da un paio di anni (mi sembra)  e mi piace molto. Mi piacerebbe anche conoscervi di persona, ma non so quando questo possa accadere. Vorrei risponderti per quanto riguarda la tua visita oculistica al policlinico di Modena.

Concordo con “Santa ” Caterina che avere un appuntamento nel giro di 2 giorni è davvero un colpo di C…, del resto però ne hai anche tutti i diritti. Diciamo che l’universo ha voluto farti un regalo.

Sono un’infermiera che lavora a Bologna in un ospedale come il policlinico di Modena, posso capire lo smarrimento di una persona quando entra in certi luoghi, come dicevi tu:  -Nell'immenso ospedale pieno di scale, androni, sale, salette, diramazioni, cartelli, cartelloni, piani, ascensori, uffici, scartoffie, infermieri, medici vaganti, pazienti…- 

Succede anche a me d’incontrare persone vaganti con un foglio in mano senza nessuna idea di dove devono andare (o sbattere la testa)e chiedermi disperate delle indicazioni, a volte, quando il mio tempo me lo permette le accompagno anche a destinazione, ma questo è a parte.

La voglia di risponderti mi è venuta per due motivi: il primo è comunicarti che CUP significa Centro Unificato di Prenotazione, e l’altro è rispetto al tuo commento sulla sanità, cito testualmente “A dire il vero non ero per nulla contento, né di dover andare a Modena (poiché la cosa avrebbe costretto Caterina ad accompagnarmi, facendo tutto di corsa durante una giornata per lei lavorativa) né di sottomettermi alle norme sanitarie che obbligano un povero cristo a sottostare alle esigenze di una sanità veramente malfunzionante.”

E’ quel “veramente mal funzionante” che mi ha toccato profondamente, nel senso che sono in parte d’accordo con te, ma per me è molto deludente ed amareggiante in quanto ho sempre creduto nella sanità pubblica perché credo che il diritto alle cure sia VERAMENTE  un diritto per ogni persona (non solo del cittadino) avere delle cure adeguate e per me che mi sono sempre impegnata nel mio piccolo a far sì che questo avvenisse, ma forse con scarsi risultati.

Scusami non so bene dove voglio andare a parare, ma forse volevo solo farti sapere che ancora ci sono degli operatori della sanità che ci credono e che nel loro orario di lavoro e non solo si adoperano perché questo non sia solo un’utopia ma la realtà, ma forse questo non basta.

Spero veramente di poterti conoscere un giorno, sia tu che Caterina. Grazie per avermi letto fino a qui, un forte abbraccio e grazie anche per il vostro Giornaletto di Saul.
A presto
Mirella  

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Rispostina di Paolo D'Arpini: "Cara Mirella, ricevere la tua lettera mi ha molto rasserenato sul funzionamento del  servizio sanitario italiano. In fondo è un po' come per tutto il resto, in Italia ci sono milioni di italiani onesti e sinceri che operano in un contesto  burocratizzato e  cariato da corruzione politica ed amministrativa. 

Sicuramente i semplici dipendenti come te, e come l'oculista Rosa che mi ha visitato con accuratezza e simpatia, sanno compiere il loro dovere e sono consapevoli di essere cittadini come tutti gli altri, che magari all'occorrenza sanno di potersi trovare "dall'altra parte" e quindi si comportano umanamente.  E posso rassicurarti che -in fondo-  anche nelle più alte cariche dello stato esistono persone degne e rispettose della costituzione repubblicana e fungono da buon esempio per il buon funzionamento delle istituzioni. Ricordo ad esempio diversi anni fa in cui scrissi all'allora Presidente della Consulta (che non nomino per non metterlo in imbarazzo, anche se non ricopre più la carica), in cui gli feci presente   come il cittadino qualunque fosse distante dalle istituzioni  ed emarginato dai meccanismi farraginosi del "potere costituito". Glielo prospettai in termini poetici, parlando di un "palazzo di ghiaccio" in cui qualsiasi rapporto umano veniva "congelato"  entrandovi  in contatto. Lui mi rispose, e non solo questo, dopo poco tempo, un po' prima di andare in pensione, compì un atto molto poco "virtuale" rimandando al mittente "per assenza di corretta formulazione" un parere della Corte di Cassazione... 

Non dico altro per non rendere troppo riconoscibile l'evento. In ogni caso, tornando al sistema sanitario, ti dirò che in fondo la colpa del "malfunzionamento" non risiede  certo negli operatori come te... anzi!
Un saluto affettuoso, Paolo


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Rispostina aggiunta di Caterina Regazzi: "Cara Mirella, mi inserisco anch'io... capisco la tua amarezza nel leggere quella critica da parte di Paolo, ma lui è, per principio, un po' negativo nei confronti di tutto quello che è il sistema e comunque, in effetti, le lungaggini della sanità per avere un appuntamento le conoscerai meglio di me. Penso che si riferisse più che altro a questo aspetto e alle complicazioni che prendere un appuntamento per un semplice controllo della vista comporta (appuntamento col medico curante, impegnativa del medico curante, prenotazione al CUP, attesa di, a volte (spesso) mesi per avere l'appuntamento) Sembra che facciano apposta affinché ci si affidi alla Sanità privata e fortuna che siamo in Emilia Romagna! Meglio mantenersi in salute e non aver bisogno di medici e ospedali. 

Del personale comunque niente da dire, il più delle volte fa anche troppo e ne so qualcosa, mia madre, prima di andarsene, ha frequentato ospedali per due anni filati, non ti dico, o meglio, se ne può parlare a voce.... anzi, se ti farà piacere, la sera dell'8 agosto abbiamo pensato di fare un picnic al fiume Panaro, qui  a Spilamberto, ci sarà la luna e ci possiamo fermare sul greto ed accendere un focherello e fare quattro chiacchiere nella natura e mangiare assieme quel che ognuno avrà portato. 

L'occasione è  anche per salutare gli amici ed invitarli a raggiungerci nelle Marche dove, Paolo ed io, andremo a Treia per una vacanzetta conviviale ecologista (vedi:    http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/05/treia-dal-22-al-24-agosto-2014-tre.html).  Se vuoi puoi chiamarci al 333.6023090. Ciao, Caterina

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Treia - Paolo e Caterina nell'orto



domenica 27 luglio 2014

Spoleto - Festival dei 2 Mondi: Mask - Recensione


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Spoleto 57 Festival dei 2 Mondi

MASK
Studio sulla maschera
Condotto da Michele Monetta
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”
Largo Muzio Clementi – Spoleto – 5 luglio 2014

      Lo scorso anno, a Spoleto, erano “bravi da matti ”: figure (maschere) che nei Giardini della Casina dell’Ippocastano raccontavano ciascuno, al pubblico itinerante, la propria stralunata follia.

      Per la seconda edizione di European Young Theatre, eccoli ancora a Spoleto: stessa scuola - l’Accademia Silvio D’Amico - altri allievi (I° anno del Corso di Recitazione) con un riconoscibilissimo “marchio di fabbrica”; e che siano pazzescamente bravi anche loro è evidente da subito. Il Largo che li ospita è un perfetto teatro a cielo aperto, per fondale il muro di contenimento a vista con la grande fontana in basso, per quinte gli edifici della piazzetta; una sola fila di sedie e tutto il resto è pubblico assiepato ovunque, appollaiato sui muretti e sui gradoni della salita: quelli che lo sapevano e sono venuti apposta, e quelli che passavano di lì e si sono fermati, magari con cane e passeggino, e i bambini mai così buoni (è teatro, altro che baby sitter).

      Oggetti di scena: un tamburo, un cembalo, due piatti,  per scandire ritmicamente i “quadri”; lunghissime pertiche di legno chiaro; un drappo rosso. E le maschere, naturalmente. Ventitre giovanissimi, bianchi dal viso alle scarpe, sviluppano l’azione mimica su un canovaccio in tre livelli. “Sviluppiamo progressivamente il caos” - scandisce il conduttore/percussionista - “non progettate il movimento, pensate solo a reagire”, e un quadro fatto di rapidissimi movimenti di gruppo - esercizi di mimo e di biomeccanica - apre la performance per confluire poco dopo nell’ossessivo percuotere in terra di lunghissime pertiche; eccole ora issate contro il muro, dalla sommità del quale si affacciano impenetrabili inquietanti maschere bianche. Tra le movenze lentissime e assorte di queste, un drappo rosso scende giù dal muro e raggiunge la fontana sottostante: da qui l’azione per contrasto si fa vivacissima, quasi indiavolata, mentre il pathos tragico si stempera in una animatissima giocosità che è un po’ teatro di Pulcinella un po’ Commedia dell’Arte. Gli “zanni” si alternano alla maschera demoniaca che occupa la scena in un frenetico assolo mentre il tambureggiare incalza e il “coro” scandisce un’ossessiva litania di sapore infernale, in bilico tra il dantesco Pape Satàn pape Satàn aleppe e una disarticolata intraducibile filastrocca.

      Il racconto mimico culmina nella ricomposizione del gruppo intorno alla coppia avvinta e annodata dal drappo rosso, finale in cui “vince la presa, il contatto, la completezza dell’uomo con la sua metà”. Un’ultima percussione di tamburo e un comando secco del conduttore segnano la conclusione. “Alzare la maschera”, e i ventitre ringraziano il pubblico, ciascuno con la propria maschera appoggiata al fianco. Incuranti di stanchezza, replicheranno fra pochi minuti la performance: il pubblico sarà in parte cambiato, in parte sarà rimasto per assistervi una seconda volta e goderne ancor meglio; questi attori non si risparmiano, e il pubblico ne ricambia con calore la generosità. C’entra, magari, che lo spettacolo sia gratuito – a fronte di tanti appuntamenti spoletini dai costi fuori misura – ma il pubblico che è qui, e che resta, vuol farsi emozionare ancora dal tragico e dal comico, dalla burla e dal terrore, dal sacro e dal profano così intensamente evocati da questi giovanissimi che né caldo nè fatica scoraggiano, e neppure la petulante pioggerella di fine pomeriggio.
       Se saranno famosi non sappiamo, ma “da grandi” saranno certo i bravissimi appassionati attori che oggi annunciano di essere.

  Sara Di Giuseppe

sabato 26 luglio 2014

Sardegna - Bombardamenti consentiti ad israele dal 21 settembre 2014



Sulla Sardegna si prevede una pioggia di bombe e missili, anche israeliani, per il prossimo autunno. Quirra e Perdasdefogu, a terra e per mare, Teulada, Capo Frasca e Macomer: poligoni e basi militari dove dal 21 settembre, primo giorno utile in base agli accordi con la Regione, riprenderanno dalla mattina alla notte esercitazioni e sperimentazioni interrotte per l'estate. Le attività sono già pianificate e riportate nel "Programma per il secondo semestre 2014" stilato dal ministero della Difesa. Ed ecco cosa verrà sparato durante le campagne coordinate con Stati alleati e nelle giornate in cui sventolerà solo il tricolore italiano. QUIRRA Tra Sarrabus e Ogliastra si parte subito con lancio di missili Aster 30 da terra, che per settimane voleranno affiancati dagli Stinger e monitorati col sistema Skyguard. Gli stessi militari definiscono "hot", calda, questa attività, che a ottobre verrà incrementata con i lanci di razzi "Spada". C'è tutta la tecnologia degli armamenti più avanzata, a capo San Lorenzo, ma anche una "ordinaria" azione di bombardamento dagli elicotteri. Il documento riporta novità anche risalenti all'anno scorso, quando tutte le esercitazioni sembravano essere state annullate. Sotto i nomi Boeing 767, Waltar e la tedesca Ewitr sono andate in scena invece delle guerre elettroniche simulate. TEULADA Per capire che succederà nel poligono del Sulcis basta leggere il sommario, senza addentrarsi nel calendario. Sono previsti: sgancio di bombe da aereo, tiri contro costa (dalle navi verso terra), scuola di tiro missili Tow, Panzerfaust e Milan (al centro delle polemiche, questi, perché armati con testate al torio) ma anche esercitazioni a fuoco di carri armati e di fucilieri. E per avere un'idea di cosa significhi questo programma basta leggere cosa è stato usato l'anno scorso e rendicontato quest'anno. Un lungo elenco che comprende, tra gli altri ordigni, razzi Minolux, Medusa e Faar, proiettili di tutti i calibri, bombe a mano e, per fare scena, anche "artifizi fumogeni", CAPO FRASCA Sulla costa occidentale voleranno anche gli aerei dell'Iaf, l'aeronautica militare israeliana. Ma mentre su Gaza purtroppo fanno sul serio, in Sardegna si addestreranno. E faranno parte dei caccia e velivoli che scaricheranno "artifici", così li chiamano, da 6 chili a una tonnellata. Voleranno anche Tornado, Amx, Mirage, F16 e altri caccia di varie nazioni alleate dell'Italia. Tutti, assicurano dall'Aeronatica, sganceranno "inerti", ma saranno continue le esercitazioni con razzi da 2 pollici e i colpi con i "cannoncini di bordo". MACOMER Quello di S'Ena Ruggia viene definito "poligono occasionale" e, a leggere il programma, se confrontato con quello che succede in contemporanea dalle altre parti, ci si tranquillizza: la Brigata Sassari userà solo armi individuali e bombe a mano. Per "soli" dodici giorni al mese. 
(e. f. - Disarmo Peacelink)


venerdì 25 luglio 2014

Senato della Repubblica "chiuso per lutto" - La democrazia è morta, ripassate un altro giorno


Il senato vota per abolire se stesso, sotto lo sguardo vigile di renzie

Un grido di dolore, anzi un coro trasversale si alza dal Senato, in votazione per la sua stessa soppressione, in queste calde giornate di luglio: "la democrazia muore in quest'aula"!


Grillini, leghisti, sellini e gruppi di "resistenti" forzisti e pdieini conducono l'ultima battaglia contro le "forze dell'Asse" di Renzi e Berlusconi.


Da una parte i "riformatori epocali", il Vecchio ed il Giovane Putto sostenuti ed ispirati dal Vegliardo Re Repubblicano sono sicuri dello strapotere numerico delle proprie truppe,un poco meno della loro fedeltà. Mandano così quotidianamente avanti il meglio delle forze d'assalto, rappresentato dalla Boschi nel Paese delle Meraviglie.

Dall'alto dello scranno il Presidente del Senato, con la sensibile imparzialità che lo contraddistingue, affila le lame della "ghigliottina".


Prestata,con diritto di riscatto,dalla Vestale della Camera dei Deputati per onorare i postulati della democrazia parlamentare pure a Palazzo Madama.


Ieri, 24 luglio 20124, sotto il caldo torrido di Roma, i senatori della "opposizione" hanno deciso l'impresa: "andiamo da Napolitano a protestare"!



In corteo (regolarmente non autorizzato) sono usciti dall'Aula, attraversato strade e piazze per arrancare fin davanti il Quirinale.


Secondo cronache non tanto baldanzosamente ma intonando l'inno di tutte le battaglie rivoluzionarie : la Marsigliese.


Cittadini si sono uniti al corteo? Non sembra proprio.
Polizia in assetto antiguerriglia? Non scherziamo, dai.
Sotto la finestra di Napolitano sono risuonati pure slogan inneggianti al Puzzone (mi astengo dal commento).


Insomma, dopo la lotta in Aula, pure la protesta di piazza (del Quirinale).

Risposta ai "rappresentanti del popolo" ?


Si, certo, la Repubblica tiene in conto i cittadini comuni....
figuriamoci "i senatori nominati e pure anticostituzionali".


Si è affacciato il messo del Re Repubblicano ed ha riferito : 
"ripassate un altro giorno"!


Siamo in Italia, così sia.

Vincenzo Mannello 

La quota rosa governativa si confida

giovedì 24 luglio 2014

Modena - Visita oculistica del 24 luglio 2014, al policlinico


Calcata - Paolo D'Arpini con gli occhiali (nel 1994 circa)

....anche questa è fatta! 

Dopo parecchi anni l'aver scartato gli occhiali, anche perché ho smesso di guidare, mi sono deciso di fare una visita oculistica, in quanto le lunghe ore di permanenza al computer mi affaticano la vista.. e tra l'altro quando c'è la luna piena in cielo ne vede due, o anche tre, per non parlare delle stelle che già di per loro son "milioni di milioni". La cosa positiva è che le persone, da lontano, mi sembran tutte belle, senza difetti, ma se vado al cinema all'aperto, come a volte succede qui a Spilamberto, le vedo anche troppo belle, nel senso che non noto alcun neo o difetto o ruga ma scorgo solo facce indistinte. Insomma per farla breve due o tre giorni fa chiesi a Caterina, sapendo che vicino al suo ufficio c'è un ambulatorio oculistico, di prenotarmi una visita. 

La trafila non è stata semplice, volendo passare per la mutua, prima ha dovuto fare la richiesta a mio nome al suo medico di base, poi è dovuta andare al CUP (non so cosa significhi questa sigla), per prenotare la visita. Ci sarebbe stato da aspettare due o tre mesi per l'ambulatorio di Spilamberto ed a quel punto l'amorevole Caterina ha chiesto le disponibilità di altri ambulatori e così è venuto fuori che a Modena, al policlinico, si era liberato giusto un posto per l'indomani, ovvero oggi  giovedì 24 luglio. L'appuntamento era per le 14.20. 

Policlinico di Modena

A dire il vero non ero per nulla contento, né di dover andare a Modena (poiché la cosa avrebbe costretto Caterina ad accompagnarmi, facendo tutto di corsa durante una giornata per lei lavorativa) né di sottomettermi alle norme sanitarie che obbligano un povero cristo a sottostare alle esigenze di una sanità veramente malfunzionate.

Però Caterina mi ha convinto, mi ha detto che aver trovato un posto con un solo giorno di attesa era una botta di culo troppo grande per lasciarselo scappare.. e che in fondo Modena da Spilamberto non è poi così lontana, in macchina, si raggiunge con una mezz'oretta di viaggio. Nell'immenso ospedale pieno di scale, androni, sale, salette, diramazioni, cartelli, cartelloni, piani, ascensori, uffici, scartoffie, infermieri, medici vaganti, pazienti.... etc. mi sarei certamente perso, anzi non sarei mai stato capace di arrivarci da solo. 

La santa Caterina non solo mi ci ha accompagnato, malgrado la stanchezza e la fretta di dover tornare al lavoro, ma ha atteso con me la chiamata ed è pure entrata nella stanza della oculista, si chiama Rosa e dalla parlata una seria donna del sud, incoraggiandomi nelle varie prove che ho dovuto subire, compresa l'aspersione negli occhi di una certa sostanza irritante per allargare la pupilla, pare che sia un derivato della Belladonna (si chiama atropina). 

Insomma alla fine il responso è stato che dovrei farmi due paia di occhiali, per vederci meglio sia da vicino che da lontano. Terminata l'operazione ambulatoriale, tornando verso casa, ci siamo concessi un caffè ed un cappuccino nella frazione di San Vito (alla periferia di Spilamberto); era la prima volta che ci andavamo, un bel baretto con giardinetto fiorito davanti, il cappuccino era pure bello caldo e senza schiuma... Strano -mi son detto- nei baretti del centro, in cui andiamo spesso da anni ormai, il cappuccino è quasi sempre sbagliato, tiepido e con tanta schiuma, malgrado che ogni volta lo chieda "bollente e senza schiuma".. eppure qui la prima volta lo fanno subito giusto.  Caterina dice che in futuro, negli altri baretti, dovrei chiedere il cappuccino con l'interrogativo: "Potrei avere un cappuccino molto caldo senza schiuma, per favore?"... 

Magò, la cagnetta...

Tornato finalmente tra le 4 mura domestiche, prima di rimettermi al lavoro, davanti al computer, ho provveduto a pulire il tappeto del tinello smerdato dalla cagnetta, che evidentemente non ce l'ha fatta ad aspettare. Domani sera, venerdì, vigilia della luna nuova, abbiamo qui una sessione di canti e meditazione e non sta bene lasciare la merda in vista (tra l'altro anche puzzolente).

Paolo D'Arpini  

mercoledì 23 luglio 2014

Mode culturali occidentali - Giovani, imbecilli ed imbelli alla meta! (con cremazioni diamond)




Per analizzare le tendenze della moda importata da oltroceano, bisogna sempre analizzare il potere psico-programmatico dell'industria culturale e il fine omologante che questo ha sempre avuto fin dagli albori dell'era hollywoodiana. Come ben sappiamo, la visione geopolitica delle correnti di pensiero è la migliore per capire dove porta la corrente, come nel secondo dopoguerra la situazione geopolitica caratterizzata dal bipolarismo della guerra fredda necessitava di una forte dose di "american way of life" da iniettare nelle menti di un'Europa distrutta a forza di colpi di pistola, tipici del genere western, oggi le armi sono cambiate ma il fine rimane sempre lo stesso. 

Da sette -otto anni a questa parte abbiamo assistito ad un'incremento spaventoso e prepotente dell'industria culturale americana sulle correnti di pensiero delle nuove generazioni, la globalizzazione dei costumi, l'avvento di Internet e delle sue fasi più recenti (social network e web 2.0) hanno favorito il prolificarsi di queste tendenze ma non vanno dimenticate le condizioni geopolitiche che fanno da sfondo a quella che è la grande omologazione al pensiero unico occidentale e occidentalista. 

L'Occidente, che oramai si identifica in toto con il mondo anglosassone e americano soprattutto, si trova incapace di fronteggiare la crescente realtà multipolare che si va delineando dopo un quasi ventennio di monopolio unipolare e una successiva "seduta sugli allori" caratterizzata da una politica estera altamente fallimentare, il tristemente noto "PNAC" ( plane for a new american century) non sta dando gli esiti sperati perchè è stato formulato in un periodo in cui non si teneva conto dei nuovi attori globali, Cina e Russia in primis, il gruppo dei Brics ma anche il cosiddetto gruppo dei 77 e la nuova "primavera sudamericana"(ovviamente da confondere semanticamente con la primavera araba di marchio CIA) che stanno lentamente, ma neanche troppo lentamente, cambiando gli equilibri geopolitici globali. Nonostante tutto, la popolarità degli "states" rimane alta nel mondo occidentale e non solo (ovviamente questa popolarità cala drasticamente in alcuni poli geografici come alcune regioni del Sud America, in Russia, in Cina ed Iran) e sono proprio le nuove generazioni a legittimare l'"awl" [http://www.eurasia-rivista.org/lopinione-globale-nei-confronti-degli-usa/21757/ ], questo lo dico anche e soprattutto per esperienza personale perchè ho 25 anni e vedo e percepisco dove porta ( e soprattutto vuole portare ) la corrente. La domanda è: Come mai in una realtà oramai post-quantistica dove Internet ha moltiplicato all'infinito le fonti d'informazione sono proprio in nati nell'era tecnologica ad essere i più asserviti al pensiero unico (inteso non come modello economico neoliberista ma più che altro come omologazione di costumi e aspirazioni)?

La risposta sta nel cinema, nella musica, nello star system e in tutte le armi che l'industria culturale mette a disposizione del potere occidentalista per programmare le menti di chi "pensa di pensare", la moltiplicazione dei mezzi di comunicazione è nient'altro che la moltiplicazioni di armi da parte di chi le sa usare. La differenza tra il modello odierno e quello dell'era mainstream (quello del monopolio cinematografico e televisivo) sta proprio nella falsa coscienza della libertà di scelta che si va a sovrapporre ad un drastico abbassamento del livello culturale, ad un annientamento di qualsiasi valore morale o spirituale, ad un individualismo alienante che distrugge qualsiasi speranza di progettualità comune per scopi comuni, ad un nichilismo passivo e ad una ridicolizzazione controllata di qualsiasi scelta di vita contraria al gregge. E così le serate in discoteca, le tendenze della moda, l'edonismo totalizzante, l'affermazione di sè attraverso ciò che uno possiede (bella macchina, donne, bella casa ecc..) saranno sempre più allettanti per le nuove generazioni piuttosto che il solo immaginare qualcosa di realmente diverso. Guardiamo i modelli proposti dall'industria culturale e vedremo come giovani vogliono diventare o meglio "come vogliono farli diventare".

(Inviato da Ferrante Cavazzutti)


Ed ora arrivano anche le Cremazioni Diamond


AVETE CAPITO BENE! Cremazioni, non CREAZIONI. A Roma, grandi manifesti che mostrano un bel diamante al dito di una ricca signora ammiccano al passante: TRASFORMIAMO IN DIAMANTE LE CENERI DEI TUOI CARI. In sé si tratta di un'operazione semplice: quella che si fa abitualmente quando si costruiscono diamanti artificiali. ma questa volta si utilizza il carbonio delle ceneri dei tuoi cari. Macabro alquanto, molto AMERIKAN WAY TO BUSINESS. 

Mi ricorda alcuni aspetti della cultura anglosassone, quella che ha sempre giocato col macabro. Meglio, mi ricorda le opere di Woodhouse, che ha descritto i costumi statunitensi. Classico il racconto IL CARO ESTINTO che irride alle costumanze USA di intraprendere una serie di "operazioni" per il deceduto, compreso abbellimento del volto con creme e rossetti, particolari riti e quant'altro. Ne è scaturito anche un film a volte esilarante ma spesso ORRIDO. Noi rifiutiamo queste manifestazioni di MATERIALISMO ossessivo ed inumano. 

Noi siamo convinti della sopravvivenza dei nostri cari NELLA NOSTRA MEMORIA, cioè nel nostro PENSIERO cioè nel REGNO dello SPIRITO, nella dimensione immateriale. 
E, se nel caso, preferiremmo il lezzo di cadavere, quello che si sente di sicuro per le strade sconnesse e devastate, anche col grazioso permesso di Sua Santità, della terra di Gaza, alla contemplazione assorta della brillantezza di un gioiello che, secondo Lorsignori, dovrebbe contenere corpo et anima di un nostro caro.

Con il malcelato desiderio di poter ammirare, un giorno, un grandissimo diamante, posizionato nel PANTHEON, contenente le ceneri trasformate in gioiello dei componenti l'attuale governo d'Italia e di Europa.  

Giorgio Vitali

martedì 22 luglio 2014

Palestina - Deportati mai più... e la Notte Santa (o Stanca?)



...a proposito del ritornello stucchevole che rimbalza di continuo riguardo il fatto che israele si starebbe difendendo, vi invio questa foto scattata da noi nel gennaio 2010 ad Hebron, territorio della Cisgiordania, dove è ritratta una POSTAZIONE FISSA di soldati israeliani, una delle tante ma moltissime sono anche mobili.

si era in un momento di normalità, non di tensione, dunque la normalità è l’occupazione, e chi tra quelle mura, su quella terra ci è nato, se si oppone all’occupazione come si può definire?

più si solleva fumo meno si vede chiaro e i mestatori lo sanno.
 ..nottestanca

Deportati Mai Più - deportatimaipiu@googlegroups.com


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Integrazione "poetica" di Vito De Russis: 

.....ore  00. 
E' mezzanotte. 
..........
Un po' ci riscaldano Marcella e Iosapia ....... 
Maria già trascolora, divinamente affranta .......

Il campanile scocca 
La Mezzanotte Santa.

E, dai, nasce un altro bambino palestinese ........ 
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fratellanza gli uni verso gli altri.” (Art. 1)  (dalla "Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – ONU 10 dicembre 1948", in alcune famiglie chiamata "Dudu")
Perchè non leggere dall'inizio, dal "Preambolo"? 
"Considerando che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei diritti eguali e inalienabili costituisce il fondamento della libertà, della pace e della giustizia nel mondo; ......" 
Sostengo che è una lettura impossibile per chi ha la 70ennale cultura di stracciare tutte le Risoluzioni AG (Assemblea Generale) e CS (Comitato Sicurezza) dell'ONU.
E, qual'è la corrispondente 70ennale cultura dell'ONU? Tutte le sue Risoluzioni non rispettano il dettato dell'eguaglianza, della totalità della famiglia umana, ecc. contenute nella Dichiarazione .........
Anche l'Italia .......... specie quella culminata nel Porcellum .........

Buona notte.

Vito De Russis

lunedì 21 luglio 2014

Viterbo.... e quegli sporchi incivili che sporcano

Lettera aperta del senatore Michele Bonatesta alla
assessora Raffaela Saraconi ed al sindaco Michelini


Massì, carissima assessora ai Lavori Pubblici del Comune di Viterbo architetta Raffaela Saraconi, gentilissimo ingegnere Leonardo Michelini sindaco di Viterbo, gentilissimi entrambi.

Lo sapete benissimo tutti e due: il problema di Viterbo che fa schifo indubbiamente è da addebitarsi soprattutto a quei viterbesi ‘ incivili ‘ che non fanno di nulla per mantenere la città pulita ed ordinata, anzi.
Ma sapete benissimo entrambi che sarebbe troppo semplicistico – come avete fatto l’altro giorno – addebitare la responsabilità di intere zone di Viterbo sommerse dai rifiuti urbani ‘ esclusivamente ‘ ai cittadini viterbesi ‘incivili ‘, molti o pochi che siano coloro che abbandonano i rifiuti dove capita anziché contribuire correttamente alla… raccolta differenziata.

Sissignore, carissimo sindaco di Viterbo Leonardo Michelini e carissima assessora ai Lavori Pubblici Raffaela Saraconi:  siamo di fronte ad un problema di… incivili che ( forse) abbondano nella nostra città ma – per carità – non scarichiamo tutte le loro colpe sui contribuenti viterbesi.

Nossignore: gli incivili, infatti, sono anche altri.
Anche… tanti altri.

E voi… voi pensate veramente di ‘ stanarli ‘ aumentando il numero delle telecamere in funzione in città, al centro ed in periferia?
Ma se – come ha più volte ‘ lamentato ‘ il decano dei giornalisti viterbesi Gianfranco Faperdue – se con le telecamere già in funzione – dicevamo – non siete ancora nemmeno riusciti a identificare i vandali-teppistelli che vanno distruggendo l’illuminazione a led ( che non riteniamo essere costata poca cosa ) in quel di Valle Faul, veramente pensate che possa essere utile istallarne di nuove?
Senza parlare delle panchine mandate in frantumi in Viale Trento, ovviamente.

Ma quanto costerà alle casse comunali ( e quindi alle nostre tasche ), carissimi entrambi, quanto costerà questa ennesima… operazione-telecamere-anti-incivili dei rifiuti?
Quanto sono costate alle case comunali ( e quindi sempre alle nostre tasche, alle tasche di noi viterbesi) , sino a questo momento, le telecamere che dite essere già in funzione al centro ed in periferia?
E quanti teppisti-vandali- incivili hanno sino ad oggi identificato queste telecamere?
Quanto hanno riportato nelle casse comunali ( e quindi nelle tasche di noi viterbesi) le ‘salatissime multe ‘ scattate grazie all’opera ‘ investigativa ‘ delle telecamere istallate non abbiamo nemmeno capito…  quante e dove ?

Ripetiamo, carissimi entrambi: con quale costo ?
Con quale costo anche quelle che dite di avere ulteriormente ordinato e che saranno quindi quanto prima istallate ?

Ma siamo sicuri, alla fin fine, che siano vere telecamere e non, magari, telecamere ad…effetto placebo ?
Telecamenre finte, insomma, atte solo a scoraggiare ma che in realtà non riprendono proprio niente e nessuno forse perché non sempre in linea con la legge sulla privacy ?
Un po’ come, insomma, i famosi ‘ falsi autovelox ‘ che avevate fatto istallare in giro per Viterbo e che poi è venuto fuori essere addirittura ‘ illegali ‘.
A proposito, che fine hanno fatto ?
Sono sempre istallati a futura memoria di una incapacità ‘ di sistema ‘  degli amministratori viterbesi a farsi carico in modo serio dei problemi cittadini  o sono stati rimossi ( anche dalle vostre coscienze ) ?
In ogni caso, sapreste dirci quanto costarono anche quei finti autovelox alle casse del Comune di Viterbo e quindi alle tasche di tutti noi viterbesi ?
Qualche amministratore, qualche dirigente del Comune di Viterbo ha forse pagato per un ( incauto ) acquisto che non avrebbe dovuto essere fatto in ogni caso in quanto  rivelatosi del tutto inutile per la città, utile – invece – solo alle tasche di chi ci  vendette i finti autovelox ?

Epproprio: il solito, famigerato… cui prodest che, ogni volta, va a rodere il cervello di chi si occupa in modo serio e disinteressato dei problemi della collettività.
Cui prodest, ora, questa campagna ( di spesa) pro telecamere che a tutt’oggi non hanno dato nulla ( pare) al Comune di Viterbo ed a noi viterbesi tutti ?
Cui prodest se non… se non, ancora una volta,  a chi ora ci sta vendendo tutte queste telecamere?

Ma dicevamo degli incivili, carissima assessora ai Lavori Pubblici architetta Raffaela Saraconi e carissimo sindaco di Viterbo ingegnere Leonardo Michelini.
Cosa ‘ frega ‘ a voi, cosa frega al Comune di Viterbo se ci sono ‘ cittadini incivili ‘ che abbandonano i rifiuti per la strada ?
Noi… il Comune di Viterbo… non paga già qualcuno per raccogliere  e smaltire i rifiuti ?
Gli ‘ incivili’, allora, non dovrebbero essere un problema di chi effettua la raccolta ?
Non è chi effettua la raccolta che sarebbe tenuto a pulire anche le zozzerie lasciate in giro dagli … incivili ?
E se la ditta dovesse ritenere troppo faticoso ed improbo il lavoro, non dovrebbe essere la ditta stessa che svolge il lavoro di raccolta e smaltimento dei rifiuti  a preoccuparsi di ‘scoprire ‘ gli eventuali incivili denunciandoli poi … a chi di dovere ?

Perché questo lavoro ‘ investigativo ‘ lo deve fare il Comune che ha già pagato ( poco o molto che sia) per assicurarsi una città pulita e ordinata affidandola a chi gli ha garantito – in effetti - di essere in grado di mantenerla ordinata e pulita ?

Siamo sicuri, carissimi entrambi, che quantomeno la Corte dei Conti non avrebbe nulla da ridire su queste spese che – forse – non dovrebbero essere a vostro… pardon… a nostro carico ?

Ma dicevamo, carissimi entrambi, dicevamo all’inizio che il problema dei rifiuti in strada non è solo un problema di quegli incivili ( molti o pochi che siamo) che li abbandonano dappertutto.
Dicevamo, carissimi entrambi, che non è solo colpa di chi in realtà non li raccoglie con la scusa degli ‘incivili ‘ in attesa che (indebitamente?) il Comune di Viterbo li scopra e li sanzioni.

Sissignore, carissimi entrambi: la colpa è anche di chi non controlla.
La colpa è anche di chi non fa il proprio dovere di controllo.
Come voi, per esempio.
Come il Comune di Viterbo e la Polizia locale di Viterbo, per esempio.
Come, per esempio, tutti coloro ai quali qualche giorno fa abbiamo indirizzato un lettera aperta denunciando ( e documentando con foto) l’immondo spettacolo dei rifiuti abbandonati all’aria aperta in prossimità dell’ospedale di Belcolle.
Un pericolo  non solo per l’ambiente ma ‘ anche ‘ per l’igiene, carissimi entrambi, carissimi tutti.
Ebbene… ebbene… nessuno di voi… nessuno degli altri ha mosso un solo dito.
Perché ?
Quando abbiamo letto delle ulteriori telecamere in arrivo, carissimo sindaco Michelini e carissima assessora Saraconi, quando abbiamo letto del ‘ polso di ferro ‘ che il Comune di Viterbo intenderebbe usare nei confronti degli incivili-zozzoni-viterbesi, abbiamo presuntuosamente pensato – lo ammettiamo -  anche di essere stati noi – con la denuncia di ‘Belcolle o… bellamonnezza ‘  ad originare il tutto.

Ci eravamo illusi di essere stati noi i ‘responsabili ‘ di questo sussulto di orgoglio da parte degli amministratori del Comune di Viterbo e pertanto siamo tornati sul luogo del misfatto – a Belcolle - convinti di poter scrivere  un nuovo comunicato dando a Cesare quel che era di Cesare e… ai rappresentanti istituzionali locali a tutela dell’ambiente quel che era (giustamente) di questi ultimi.

Essì, siamo tornati a Belcolle ed abbiamo appurato che  I rifiuti sono aumentati.

Nessuno ha provveduto a raccogliere almeno quelli dei giorni prima.
A questo punto… a questo punto non sappiamo quale sarà la situazione quando verrà resa pubblica dai media locali ( quelli che se ne occuperanno senza disturbare con ciò padrini o padroni) questa ennesima nostra denuncia ma… non ce ne può fregare di meno.

A questo punto, infatti,  abbiamo capito tutto, comprese… comprese le coperture dei media.

Essì !
Forse… forse è la… solita manfrina.
Forse… forse è la… solita solfa.
Forse… forse è la… solita storia della torta.

Epproprio: la…  ‘ torta di rifiuti ‘.
Epproprio: magari… magari… ‘ la fetta  di telecamere ‘.


O no ?


Sen. Michele Bonatesta