sabato 30 novembre 2013

Discorso sull'ecologia profonda, agricoltura industriale, uso dei combustibili fossili e inizio della fine del mondo


Discorso sull'ecologia profonda - Carlo Consiglio e Paolo D'Arpini

Ricordo un discorso che feci con lo zoologo Carlo Consiglio in merito all’inquinamento causato dall’agricoltura intensiva e dal tentativo in corso di dominare il mondo utilizzando le sementi, sia quelle selezionate per le piante sterili sia quelle ogm.
Ma parliamo prima  dell’utilizzo dei combustibili fossili che ebbe inizio per merito dei petrolieri americani, i quali una volta cominciato il bussinnes lo hanno esportato in tutto il mondo, condizionando lo sviluppo industriale all’uso del petrolio. Il petrolio ormai serve al funzionamento di tutto il sistema agricolo e produttivo in generale, ma intendiamoci non è in se stesso il progresso e le invenzioni tecnologiche e meccaniche che creano inquinamento, a parte l’aspetto dell’eccesso consumistico, bensì il loro funzionamento, l’energia alla quale questi mezzi attingono.
Eppure bruciare combustibili fossili a fini energetici ed industriali è risaputo che contribuisce alla formazione di anidride carbonica e questa a sua volta procura l’effetto serra. Non si può azzardare nemmeno una previsione circa gli effetti futuri del turbamento provocato dall’uomo nel ciclo naturale.
Tornando al problema ambientale causato dall’agricoltura industriale. Vediamo che dal 1900 ad oggi l’azoto usato come fertilizzante è aumentato di mille volte. L’interferenza dell’agricoltura sui cicli naturali è superiore a quella causata da ogni altro ciclo, compreso quello del ricambio atmosferico in seguito all’aumento di CO2, e questo perché l’azoto finisce nelle falde acquifere, nei fiumi, nei laghi e nei mari, e fa aumentare la crescita di alghe e piante che soffocano le acque e le rendono morte per eutrofizzazione. Inoltre se a ciò si aggiunge l’uso obbligato di diserbanti sparsi a piene mani sulle coltivazioni ecco che scopriamo che, con la nostra stupida mania di guadagno, stiamo avvelenando l’acqua del pianeta e procurando la fine di un ciclo vitale indispensabile al mantenimento della vita.
Ricordo alcuni anni fa il problema che era subentrato nell’isola di Montecristo, in seguito all’aumento massiccio della popolazione di roditori emigrativi. I topi avevano invaso l’isola distruggendo ogni altra forma vivente, mangiando le uova di uccelli, consumando ogni risorsa alimentare… finché il loro numero era tanto cresciuto da causare un’implosione… La natura si aggiusta da sé.
Probabilmente è quanto avverrà anche alla specie umana. Anche perché le fonti di inquinamento e di distruzione dell’habitat non sono solo quelle sinora menzionate. Vanno aggiunte le distruzioni deliberate per scopi di guerra, l’uso indiscriminato di risorse sotterranee e conseguenti sconquassi tellurici, la polluzione atmosferica causata dall’uso massiccio di combustibili fossili, l’avvelenamento di sempre maggiori aree verdi, etc.
Amen!

Paolo D'Arpini

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Petizione contro gli OGM: 
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Articolo di cronaca collegato: 

Nuovo contributo alle fonti fossili?Basta “manine”
Mentre si cerca di chiudere la stagione degli incentivi alle fonti rinnovabili, la fiducia al Senato alla Legge di Stabilità incorpora un nuovo sussidio per quelle fossili

 
Da anni si ripete che il nostro Paese non è in grado di definire una politica energetica, e procede a vista sospinto di qua e di là da interventi miopi e spesso contraddittori.
Ne è un esempio quanto contenuto nel maxi emendamento alla legge di Stabilità, a cui il Senato ha votato la fiducia il 27 novembre, che contiene alcune norme che riguardano il settore energia e pertanto le bollette di tutti i cittadini italiani.

Il maxi emendamento (comma 99), stabilisce che già nel prossimo anno sarà riconosciuto un capacity payment (leggi contributo economico) al termoelettrico italiano, anticipando la sua entrata in vigore, prevista originariamente nel 2017. Perché? Forse perché gli amministratori delegati delle maggiori imprese elettriche da un paio d’anni bussano alle porte per chiederlo?
In ordine di tempo, l’ultimo grido d’allarme era stato lanciato pochi giorni prima (il 20 novembre per la precisione) da Fulvio Conti in audizione alla X Commissione del Senato (ma GDF-Suez Energia Italia lo aveva fatto il 22 ottobre, Assoelettrica il 15 e Sorgenia il 10 ottobre),
L’ad dei Enel aveva riaffermato che senza “il riconoscimento dei costi degli impianti che lavorano poco”, sono a rischio “5.000 MW complessivi, di cui 400 dell’Enel”. Conti aveva criticato gli incentivi alle rinnovabili (coerentemente con quanto sostenuto da sempre), arrivati a rappresentare quasi il 20% del costo della bolletta finale dei consumatori domestici e aveva criticato il fatto che a questo risultato si fosse arrivati anche perché le reti interne di utenza (Riu) “consentono a una buona parte del manifatturiero di non pagarle”.
Le Riu sono imprese che realizzano una centrale nei loro siti ed alimentano le proprie attività industriali senza passare dalla rete di Terna, evitando così di pagare gli oneri; parliamo ad esempio di: Enipower, Barilla, Fiat, ILVA, Lucchini, Polimeri Europa, Solvay, Thyssenkrupp, Acciai Speciali, Unilever, Whirpool Europa.


venerdì 29 novembre 2013

Anziani malnutriti muoiono (prima) - "Attenti alla Spending Review"


Con un piede nella fossa


"La malnutrizione (degli anziani) deve essere evitata ad ogni costo perché aumenta del 25% il rischio di ricoveri ed accresce la mortalità".

Bene, a me ed ai tanti che non sono medici questo allarme imperativo, lanciato da geriatri e gerontologi durante un congresso a Torino e riguardante la salute degli anziani dai 65 anni in poi, non può che fare piacere. Dato che tra poco entrerò in graduatoria leggo quindi, con interesse, l'articolo su La Sicilia.


Segue una distinzione tra fasce d'età con proporzione di consumo calorico necessario per non essere malnutriti : 65-74,75-80 ed ultraottantenni.


Tutto chiaro, le preziose calorie  necessarie calano con il trascorrere inesorabile del tempo.


Ed allora, dove trovo la sorpresa ?


Per i medici, stando all'articolo, si può mangiare bene spendendo da un minimo di euro 1,62 (avete letto bene,uneuroesessantaduecentesimi) della fascia piú vicina al trapasso al massimo di 5,20 necessaria ai piú giovani sessantacinquenni.


E giù un "preventivo" di colazione a base di latte e fette biscottate o yogurt e pane bianco al prezzo stracciato di 30-50 centesimi al massimo. Passando poi al pranzo ,ci si può nutrire a sufficienza con pasta,pomodoro ed un uovo. Al costo di 60 centesimi sessanta. Volendo scialacquare, con 2,60 euro si può trovare un minestrone ed una fettina di manzo.


Per la cena a base di verdura,uova e banana (!) possono essere sufficienti 70 centesimi. A voler eccedere,con tonno ed una mela,si arriva a 2,40.


In sintesi gli studiosi concludono che,dai 65 anni in poi, ci si può nutrire sufficientemente con 150 euro mensili per i più giovani a finire con i 50 dei matusalemme nostrali.


Se non fosse che sono (da siciliano) "malupensanti" avrei tratto la considerazione che è meraviglioso trovare professionisti di tale capacità.


Unire la sapienza medica alla conoscenza (??) dei prezzi di hard discount e mercatini rionali (visti le cifre citate) non è da tutti.


Ma, passato il senso di colpa per il mio personale "spreco" di calorie ed euro in eccesso, ho trovato strana la coincidenza tra questo studio e la situazione sempre piú pesante in cui versano anziani e vecchi (per la verità non solo loro,ma ai giovani penseranno dopo) per il taglio di pensioni e servizi vari.


Volutamente o meno lo studio dei geriatri-economisti suona come aiuto alle politiche europee del rigore sempre piú stretto.


Invece di richiedere un innalzamento del tenore di vita (almeno alimentare) e della capacità di spesa di una fascia di popolazione sempre piú numerosa,propone una inverosimile tabella. Non di calorie,quelle non oso contestarle,ma dei prezzi degli alimenti.


Davvero questi professionisti ritengono che ci si possa nutrire, in Italia non in alcuni paesi africani, con 50-150 euro al mese ? 
Hanno esempi in famiglia ?


Oppure il loro scopo è di far risparmiare il governo sui ricoveri ospedalieri e sulle pensioni ?
Si rendono conto che sono tesi e discorsi da economia di guerra ?


Credo proprio di si, sono gli scienziati della spending review.

Grazie per l'attenzione.


Vincenzo Mannello

giovedì 28 novembre 2013

Calcata allo specchio - Ecologia sociale e virtualizzazione ideale


Calcata allo specchio


Utopia o realtà? Il villaggio ideale come comunità globale. 

Calcata non è, o non dovrebbe essere, un luogo puramente ideale -Calcata Utopia  significa “in nessun luogo"-.. Infatti il villaggio "ideale",  ma fisico,  non può essere né un sogno avveniristico, come Brasilia, né la mitica Shangrilla che appare e scompare, ma qualcosa che si avvicini a Castalia, quel luogo  descritto da Calvino, ove si coltiva il gioco delle perle di vetro, e somma di tutti gli insegnamenti passati  fatti regola per la vita di ogni giorno. 

Questo “qualcosa di ideale" non può essere perciò una proiezione metafisica, cioè un luogo completamente immateriale, etereo, 
fantasma... altrimenti il suo “essere altrove” in un tempo scandito meccanicamente ed in uno spazio assente, lo renderebbe automaticamente alieno. 

La stessa cosa avviene con la frantumazione di un agglomerato sociale suddiviso in cellule virtuali che comunicano solo attraverso tecnologie:  televisione, computer, telefono. Anche in questo caso la Società non sarebbe completa, mancando l'incontro fisico o il contatto, ma si ridurrebbe ad una rappresentazione— uno Show mediato, filtrato, manomesso... un film elaborato da una commedia. 

Come in una casa degli specchi il nostro interagire sarebbe demandato al pulsante di un terminal. 

Se osserviamo bene, capiamo che questo “sogno urbano" è un modo per sfuggire alla concreta realtà dei nostri giorni, e per farlo siamo pronti ad inventare luoghi di relax in cui rifugiarci: paesi come Calcata, per  trascorrere un week end, con  trekking organizzati, ritiri spirituali  o notti di follia,  tutto nel tentativo di uscir fuori e ritrovare un “incontro con noi stessi e con gli altri”. 

Se noi considerassimo  le nostre città non soltanto come luoghi (urbs) ma anche come interazioni di vita sociale (civitas) ecco che allora la fuga diverrebbe superflua. Allora persino la ricerca di un ipotetico “Villaggio Ideale” diventa futile, giacché potremmo riconoscere lo stesso tipo di rapporti umani come “presenti” in ogni luogo. Che bel risparmio di tempo e di energie! 

Il nostro villaggio ideale non è che l'abito mentale del quale ci rivestiamo, l'involucro delle nostre aspirazioni, creatività
produttività, aspettative e realizzazioni. Occorre riconoscere l'importanza ed avere il coraggio, di una comunicazione diretta, non mediata da cavi od impulsi elettromagnetici. Nel luogo in cui siamo.

Paolo D'Arpini

     Mimetizzato a Calcata

mercoledì 27 novembre 2013

Viterbo - Paolo Gianlorenzo pentito esce di galera, ora ha la possibilità di "confessarsi"




VITERBO. Dunque Paolo Gianlorenzo, l’ex direttore dell’ex Nuovo Viterbo Viterbo Oggi e della ex Etruria News e della ex Etruria News-l’Opinione e dell’ex l’Opinione, è uscito dal carcere di Mammagialla, a Viterbo.

Dunque Paolo Gianlorenzo si sarebbe ‘pentito‘ ed avrebbe dichiarato la sua disponibilità ai magistrati inquirenti per una collaborazione - nei limiti delle sue possibilità e delle sue responsabilità, ovviamente - tesa al buon esito finale delle indagini stesse.

Dunque Paolo Gianlorenzo, dopo avere vissuto sulla sua pelle l’aria che si respira nelle patrie galere, quelle nelle quali ha sempre cercato di far finire qualche suo nemico ‘giurato ‘,  ‘ha deciso che (in futuro ) si dedicherà anima e corpo con professionalità e competenza alle condizioni disumane che i detenuti sono costretti a sopportare.

Come le ha sopportate lui, abbiamo letto.

Lui che è stato costretto ( dopo essere stato tolto dall’isolamento )  a condividere la cella con un tossicodipendente in crisi di astinenza, una cella per di più allagata, tant’è che … i camerati di Latina (detenuti, ovviamente) avrebbero provveduto a fargli avere un paio di scarpe nuove per togliersi quelle bagnate ( e… irregolari).

Ma dicevamo della cella allagata: a quel punto il magistrato ha giudicato che, tutto sommato, Paolo Gianlorenzoavrebbe potuto essere trasferito agli arresti domiciliari.
E così è stato.

Paolo Gianlorenzo, ora, è agli arresti ma… in casa.

L’avvocato Taormina l’ha fatto uscire dalla cella allagata ed ora invoca - abbiamo letto su un quotidiano locale - una‘ chiarificazione generale ‘.
Nulla si sa del detenuto tossicodipendente che divideva la cella allagata con Paolo Gianlorenzo, nulla si sa - cioè - se anche per lui ci sia stato un ‘ trasferimento ‘, magari ad altra cella non allagata.
Ma siamo sicuri che Paolo Gianlorenzo comincerà la sua‘ mission pro detenuti ‘ cominciando proprio dal suo ex coinquilino tossicodipendente in quel di Mammagiallaperché gli venga assegnata una cella adeguata e dignitosa.

E senza acqua per terra, appunto.

A proposito, chissà se Paolo Gianlorenzo si occuperà anche delle condizioni di lavoro delle guardie penitenziarie !?
Ma ci accorgiamo che stiamo divagando.

L’avvocato Taormina - dicevamo - ora che Paolo Gianlorenzo è uscito dal carcere di Viterbo ed ha ottenuto gli arresti domiciliari, l’avvocato Taormina - dicevamo - ora invoca una “ chiarificazione generale “.
Siamo perfettamente d’accordo.

Ci sembra il minimo che l’avvocato Taormina possa invocare: una chiarificazione generale.

Anche noi la chiediamo.

Ieri Paolo D’Arpini ha definito Paolo Gianlorenzo… un ragazzo un po’ avventato e illuso dal potere.

Non crediamo che D’Arpini non sia molto lontano dal vero.
Anche noi abbiamo già detto che Paolo Gianlorenzo, a nostro avviso ovviamente, è stato solo ‘ lo strumento ‘nelle mani di qualche altro, il ‘ braccio armato ‘ di qualche altro.

La sua ‘ avventatezza ‘ potrebbe essere consistita solo nel non avere capito che per percorrere una strada giornalistica sul filo della legalità sempre pronta a sconfinare nella illegalità, per percorrere una strada del genere - dicevano - occorreva avere i numeri ( negativi) che lo consentissero.
Paolo Gianlorenzo questi numeri - ammesso che li abbia mai avuti - camminando sul filo del rasoio evidentemente poi li ha persi di vista ‘accecato dal potere ‘, come ha detto Paolo D’Arpini.

Magari anche per i propri intereressi, avvalendosi della copertura politica di quanti lo ‘ utilizzavano ‘ come…braccio armato delle loro scelte politiche.

Della serie, insomma… cercate i mandanti.

Epproprio: se l’avvocato Taormina vuole veramente una‘ chiarificazione generale ‘ occorre che convinca Paolo Gianlornzo a… vuotare il sacco, a dire la verità, tutta la verità. Lo giuri..

Occorre che convinca Gianlorenzo a chiarire una volta per tutte quali siano stati, ammesso che ce ne siano stati, i suoi veri rapporti con Giuseppe Ciarrapico, Francesco Storace, Giancarlo Gabbianelli.

Occorre che convinca Gianlorenzo a chiarire una volta per tutte soprattutto i rapporti  tra lui e Giuseppe Ciarrapico, tra lui e Francesco Storace, i due personaggi politici i cui interessi economici probabilmentePaolo Gianlorenzo cercava di tutelare dirigendoli e procacciando denari per i giornali da entrambi controllati.

E non ci venga a dire Francesco Storace che lui non ha mai ‘ controllato ‘ nessun giornale.

Ai tempi di Etruria New o di Etruria News-l’Opinione (non ricordiamo bene) ci fu un momento in cui Paolo Gianlorenzo fu sostituito nella direzione del giornale da Niccolo Accame, l’ex portavoce di Francesco Storace quando quest’ultimo era Governatore del Lazio, Niccolò Accame, ovvero…quello con il quale tenemmo i contatti (sempre su indicazione di Francesco Storace) per organizzare alle Terme dei Papi la presentazione del giornale di Ciarrapico Nuovo Viterbo OggiNiccolo Accame, cioè…colui che con Francesco Storace rimase invischiato (e condannato, se non andiamo errati) a proposito del… Laziogate.

Difficile, dunque, sostenere che in passato tra Francesco Storace e Paolo Gianlorenzo non ci siano mai stati ‘ contatti ‘ per cui oggi ci sarebbe solamente da chiarirne i contenuti.

Si sa che i giornali vivono di pubblicità e quelli diretti daPaolo Gianlorenzo di pubblicità ne hanno sempre avuti…a paginate.

Dalla Regione Lazio, grazie all’assessora Angela Birindelli, Renata Polverini governatrice, da ‘ aziende fantasma ‘ durante la battaglia elettorale svoltasi a Civitavecchia tra Moscherini e Tidei per la poltrona di sindaco.

E chi non ricorda, poi, le anonime pagine su l’Opinioneper una inesistente città termale a Civitavecchia ed i titoli a tutta pagina - quando necessari - proprio per inneggiare a Francesco Storace ?

L’ultimo giornale, in ordine di tempo, che ha avuto l’onore di ospitare la firma di Paolo Gianlorenzo si dice sia stato Il Giornale d’Italia, altro giornale - si dice - ‘ vicino ‘ a Francesco Storace.

Tutti giornali, probabilmente, che godono ( o hanno goduto) anche dei contributi all’editoria.

Soldi pubblici, dunque.
Soldi nostri, dunque.

No, noi siamo convinti che tra Paolo Gianlorenzo giornalista e Francesco Storace politico vi sia sempre stato un forte legame ed è su questo legame, sulla natura di questo legame che - a nostro avviso, ovviamente -  oggi occorre fare chiarezza.

D’altra parte quando Paolo Gianlorenzo si divertiva a ‘ sputare in aria‘  incurante se ed in quale direzione il vento spirasse, non lo faceva forse in quanto sapeva ( o sperava) di avere un ombrello aperto sulla testa ?
Un ombrello aperto da chi ?

Da Ciarrapico sin quando Ciarrapico lo ha avuto sul suo… libro paga?
Da Francesco Storace sin quando ci sono stati Etruria New e l’Opinione?
Da Giancarlo Gabbianelli sin quando Gabbianelli è stato sindaco di Viterbo?

Forse si, forse no.

Ecco perché, insistiamo: Paolo Gianlorenzo se oggi vuole essere creduto deve… vuotare il sacco.

Ecco perché oggi Paolo Gianlorenzo, se vuole un minimo di comprensione dagli inquirenti, deve fare i nomi dei mandanti o magari, più semplicemente, di chi… lo copriva politicamente.

Certo, le talpe.
Le talpe negli uffici giudiziari.

Ma al Riello non ci si va con un rastrello, non si comincia a rastrellare il pavimento e vengono fuori le talpe.

Nossignori: per trovare una talpa, occorre che qualcuno, profondo conoscitore del pavimento, dica dove andare a… rastrellare.

Andare a rastrellare notizie, informazioni, protezioni e quant’altro.
Eggià.

A nostro avviso Paolo Gianlorenzo non ha mai agito da solo, di propria inziativa. Paolo Gianlorenzo ha sempre avuto, a nostro avviso, quanto meno… un suggeritore. Chissà chi era, per esempio, l’anonimo ‘muratore‘ che lo informava di possibili scandali relativi al territorio comunale.
Eggià, un’altra… talpa a Palazzo dei Priori (questa volta).

Ed allora… cherchez il suggeritore.
Cerchiamo i suggeritori.


Sono loro i veri responsabili degli ’sputi in aria‘ che ora stanno ritornando - spinti dal vento che è cambiato - sulla faccia dello stesso Gianlorenzo.
Sono loro i veri responsabili della ‘ macchina del fango ‘ eventualmente costruita da Paolo Gianlorenzo.

Se fosse vero, come dice Paolo D’Arpini,  che Paolo Gianlorenzo è solo “… un ragazzo un po’ avventato e illuso dal potere… “ non si illuda quest’ultimo che dai guai - questa volta - possa tirarlo fuori la Madonna di Lourdes come indulgenza per i  numerosi viaggi da lui fatti in qualità di accompagnatore dei malati.

Nossignore.

Non basta la  contrizione ‘ di cui Paolo Gianlorenzo sta dando dimostrazione in questi giorni, dopo aver conosciuto le patrie galere.
Nossignore.

Per venire fuori dei guai (per quanto possibile), per convincere i magistrati che i suoi peccati sono stati solo i peccati di un “… ragazzo avventato e accecato dal potere “, Paolo Gianlorenzo occorre che… si penta veramente.

Si penta e… si confessi !!!


O no ?


Sen. Michele Bonatesta



Giovedì 28 novembre 2013

Il problema sta nei governi affiliati al capitalismo finanziario e non nel M5S





La questione in gioco è quella europea, tutto il resto son questioni di dettaglio.

Da anni ormai in Europa si sta svolgendo – non una crisi come ci hanno raccontato – ma una guerra (anti)sociale. L'agire è volto solo ad un fine quello dell'assoggettamento attraverso la distruzione dei diritti del lavoro, deindustrializzazione, disoccupazione di massa, privatizzazione della scuola in primis e della sanità. Questo è il programma del capitalismo finanziario in Europa.


I governi passati hanno perseguito questo disegno finché hanno avuto modo e forza per farlo... e parlo dei governi di destra e di sinistra indistintamente. Il governo Letta continua il suo percorso, non legittimato da nessuno, ma appoggiato da tutti i burattini di ogni colore e il cammino verso la distruzione non si arresta: azzeramento della civiltà sociale, asservimento del cervello collettivo, distruzione della società europea da parte della Banca centrale e del ceto neoliberale.


La sola cosa che possiamo auspicare è il crollo dell’Unione europea, di questa unione europea, che è l’anti-Europa. Il movimento di Beppe Grillo può piacere o non piacere, ma può svolgere la funzione di rendere ingovernabile la provincia italiana e di mettere così in crisi il progetto anti-europeo della classe finanziaria.


Nella provincia italiana si stava svolgendo uno scontro elettorale tra il partito della dittatura finanziaria – rappresentato dal funzionario Goldmann Sachs Mario Monti e dal Partito democratico – e il partito della mafia siculo-lombarda di Berlusconi. Il movimento di Beppe Grillo ha cambiato i termini della contesa il movimento Cinque Stelle ha impedito a entrambe le mafie di governare, nel tentativo di aprire una fase di instabilità che avrebbe potuto presto trasformarsi in un processo disgregativo su scala continentale.

Peccato che le larghe intese abbiano coperto la più vergognosa alleanza della storia tutti uniti al servizio del potere finanziario... tutti uniti!

Potrebbe essere banale il mio argomentare, ne sono cosciente, ma trovo più banale che si parli  delle "proprietà" di Grillo, non mi risulta che Beppe abbia avuto introiti perché incaricato in questioni pubbliche.. è certo che ciò che ha non è stato pagato con i miei soldi, né con quelli del popolo italiano.


Elisa Pellegrini

martedì 26 novembre 2013

L'Impero del Male bussa alla porta della civiltà, anzi la sfonda....



Quel salto di socializzazione universale e di pacifica fratellanza che manca ai popoli dominati dalle Religioni, le quali sfruttano la Divinità costruita per interessi personali e di gruppo.

Lo spirito del bene e del male che i Cristiani definiscono Spirito Santo o Spirito del Male, hanno un indirizzo preciso ed entrambi alloggiano alla pari nella coscienza umana, dagli effetti imprevedibili e riconducibili a tutti coloro che si lasciano trascinare negativamente senza meditare sulle epidemie di pensiero, che si sviluppano nelle varie epoche per merito dei grandi trascinatori con scopi puramente di interessi.

Lo Spirito del Bene e del Male è una realtà che accompagna l’uomo sin dalle origini, dai cavernicoli assoggettati ai tanti pericoli e al costante timore di ciò che di improvviso poteva capitare, perché esposti con poche difese all’imperversare della Natura in continuo movimento: terremoti, inondazioni e cataclismi,  attribuiti per disinformazione al potere delle varie Divinità che si tramandarono per millenni, accendendo il lumen speculativo con donazioni e sacrifici.
Bene e Male non sono per nulla una prerogativa di alcuna religione, la Natura, Madre indiscussa di tutte le nostre necessità di sopravvivenza, segue un corso di vita propria, lasciando piena libertà alle infinite specie viventi, di esistere e moltiplicarsi, seguendo un tracciato programmato sull’esperienza, lo studio e il sapere, per una migliore qualità della vita di ciascuna specie.

Bene e Male sono ambedue governati di riflesso dalla coscienza, di fronte a determinati fatti, necessità o pensieri che influiscono sulle nostre azioni e comportamenti, anche nel regno animale.

La realtà e il buon senso confermano che lo spirito del bene e del male sono in noi ed entrambi  fanno parte della nostra persona, condizionati da un’insieme di fattori che si manifestano e influenzano lo stato d’animo: di pace e di amore o viceversa secondo gli insegnamenti ricevuti dai propri genitori o dagli eventuali tutori sin dalla nascita, soprattutto nei primi anni di vita, i quali imprimono nel neonato un determinato ricordo di comportamento che riaffiora nel tempo: di comprensione o ribellione secondo le circostanze.

Le varie Religioni, soprattutto quella Cristiana, la quale si arroga i meriti nell’evoluzione Sociale della specie umana, attraverso insegnamenti che tentano di santificare l’operato della Chiesa con l’opera semi deviante della realtà, attraverso alcuni individui della Curia e del Clero, erroneamente considerati come rappresentanti diretti di un Dio nostro Padre Celeste, in esclusivo contatto con la Sede della rappresentanza terrena. Dio non parla con noi, non siamo degni di incontrarlo, dialoga soltanto con i superiori.
Abbiamo sufficienti esempi di contraddizioni Religiose soprattutto Israelite e Cristiane, le quali  apparentemente professano la parola di un Dio: certamente cosa buona e giusta nel condurre alla fratellanza e all’amore, mentre nel retro bottega regna lo sconcerto attraverso la disinformazione, tentando di esonerare dalle giuste punizioni tutti coloro che indossano l’abito talare, soffocando le accuse di comportamento indegno di alcuni ecclesiali.

Partendo dalla storia  più recente con la nascita del Monoteismo, ossia un unico Dio generato da vecchie ideologie Israelite, dove i Sacerdoti Giudei non pensarono più di due volte nel condannare Gesù alla Crocifissione, per scoraggiare qualsiasi tentativo di cambiamento e liberarsi definitivamente di un grande maestro con nuove realtà di socializzazione, per timore che minasse lo spirito di interessi del fragile pensiero sostenuto dalla religione Ebraica.

Allora dovevano essere anni difficili, dove il patibolo rappresentava la forma di punizione tradizionale per i condannati a morte per un non nulla, in supporto dell’espansione del Culto di Fede Ebraica, nata in Egitto al tempo del Faraone Amenophi Terzo 1400 a.C. dove alcuni fedeli Arabi probabilmente fra le file degli Schiavi, si trasferirono in Palestina all’estremità ad Est dell’Egitto, terra prescelta per lo sviluppo della nuova Credenza.

Tutte le grandi Religioni di cambiamento dal rito Pagano, ebbero nascita e sviluppo in Egitto, (molto prima della nobile Civiltà Greca), che allora rappresentava l’ombelico del mondo con le più grandi opere del Genio Umano civile e culturale, scrittura, stampa, numeri, la ruota, Geroglifici, Orientamenti, le Piramidi e la Sfinge, la Vallata dei Re, l’Arte dell’imbalsamare, nella Chirurgia operavano persino il cervello umano, la Prima Università di studi avanzati al mondo, il Faro di Alessandria e la più grande e nobile raccolta di informazioni al mondo con la Biblioteca di Alessandria.

A distanza di mille anni dal Culto Ebraico, si affaccia all’orizzonte una nuova ideologia originata sempre in Egitto, il Cristianesimo, con destinazione di sviluppo in Palestina, dove inizialmente stenta a diffondersi.
Nel mio viaggio in Egitto dove ho avuto il piacere di percorrerlo in lungo e in largo, ho sempre saputo che la Madonna localmente nominata Settina Mariam, Nostra Signora Maria, prediletta dal Signore, di origine Egiziana, la quale diede l’avvio alla Fede Cristiana, si reca a Nazaret in Palestina Egitto, dove sposa Giuseppe il falegname dai quali nasce il pargolo Gesù.

Dopo la nascita di Gesù dovettero fuggire nuovamente verso l’Ovest dell’Egitto per salvarsi, attraversando il Deserto del Sinai per recarsi a Deir Dronka, una zona montagnosa vicino alla Città di Assiut nell’alto Egitto, dove la Madonna insieme alla Famiglia riposarono in una grotta, supponendo che fu il suo Paese Natale.

In seguito, in quel luogo fu costruito un grande Monastero Cristiano Copto in onore della Madonna, richiamando migliaia di Fedeli ogni anno, esattamente come Fatima in Portogallo, Lourdes in Francia, Medjugorje in Polonia, e tante altre in Libano, Iraq, Gerusalemme, Vaticano, Mecca, Medina, Siria, Turchia, ecc.

Mentre i Romani cambiarono il nome alle Divinità Greche per semplice motivo di orgoglio e supremazia Imperiale, le altre varie forme filosofiche di Fede, si svilupparono per dar luogo al grande Business di amalgama annuale di Fedeli sofferenti in cerca del miracolo, della guarigione.

Il Cristianesimo, dopo anni difficili in Palestina e a Roma, trova nell’Imperatore Romano Costantino terzo secolo d.C., l’appoggio cointeressato per lo sviluppo in Italia e nel mondo della nuova Fede. La Roma Imperiale diventa sempre più grande e incontrollabile con infinite battaglie interne per occupare le poltrone di comando. Dopo il decadimento dell’Impero Romano, il controllo passa di mano sotto al dominio della Chiesa.

A Roma il tempo si consuma fra grandi lotte, battaglie e Guerre intraprese dal Rito Cristiano a salvaguardia dei propri interessi, condanne a morte e crimini di ogni genere, divenendo il centro dell’ipocrisia e della ricchezza mondiale, attraverso la formazione di Organizzazioni esterne: Movimenti e Partiti Politici a scopo speculativo, per mantenere il prestigio di ricchezza materiale della Chiesa.
In tempi ancora più recenti, la Chiesa in Italia si aggrega al Partito Popolare, alla Democrazia Cristiana, forma il Partito di Comunione e Liberazione e tanti altri tutti specializzati nell’occupare posizioni di comando per arraffare, speculare in nome di Dio di cui predicano l’esistenza, ma attraverso il loro comportamento mettono in dubbio l’onestà del loro operato.

La Madonna che ha tutti gli effetti è il principale personaggio di cui parte il Cristianesimo, non sanno neppure dove e quando è nata o quando e dove è deceduta.
Si servono di Media di informazione, Giornali e Giornaletti dove spesso si leggono articoli creati da scrittori mercenari della penna, timorati di Dio e infatuati dalle promesse di un posto privilegiato in Paradiso, con articoli senza senso ad opera di Antonio Socci che appaiono spesso sul Giornale Avvenire sostenuto dalla Chiesa, o quell’ultimo articolo del 23 Novembre 2013, ad opera di Andrea Lavazza dal titolo: Perdonare fa bene al Cervello.

Non capisco che cosa spinge queste nobili creature sepolte nella disinformazione più disarmante, le quali si manifestano con scritti che non reggono i tempi. Sono d’accordo nel perdonare un errore commesso involontariamente e riconosciuto come tale da un proprio fratello, il quale certamente nobilita l’uomo, ma perdonare una mascalzonata Politica o peggio, commessa dalla Chiesa, si passa pure per deficienti.

Intanto il mondo al di fuori di queste bravate pubblicitarie in supporto dello Spirito del Male, continua a girare in modo diverso mentre l’Islamismo, un'altra ideologia di fede creata sempre nel mondo Arabo, avanza in modo più corretto senza scandali, di cui l’estremismo Musulmano non ha nulla a che fare con le accuse rivolte dall’Occidente.

Non dimentichiamo che nelle forme di credenze più antiche diffuse in Asia, regnava una impostazione della Società fondata sulla saggezza, di cui abbiamo ereditato sapienti insegnamenti: Ama il prossimo tuo come te stesso, che le nuove forme di Fede Latino Italiane hanno distrutto creando la Casta dei privilegiati.

Anthony Ceresa

lunedì 25 novembre 2013

"O tempora o mores.." - Il povero Paolo Gianlorenzo, il censore, finisce al gabbio....


Calcata - Paolo D'Arpini al vecchio computer nella casarsa sulla fogna comunale 




Un bel po' di anni fa, quando ancora abitavo a Calcata e mandavo i fax ai giornali, con varie denunce ambientali e commenti d carattere politico, le mie note venivano riprese con regolarità dai giornali storici: Il Messaggero, il Tempo e Il Corriere di Viterbo  ... Poi ci fu la debacle, e per un paio d'anni restai completamente a secco e tagliato fuori dall'informazione locale. Non solo non avevo più il fax ma nemmeno l'allaccio alla corrente elettrica, di tanto in tanto mandavo una letterina scritta a penna ai giornali, con poca fortuna, certo non faceva un bell'effetto... Infine,  verso il 2006, per merito del compianto amico Peter Boom, che abitava a  Viterbo, ricevetti in dono un vecchio computer  risistemato alla buona da un altro amico carabiniere. Nel frattempo il prof Osvaldo Ercoli ed altri amici generosi mi stavano aiutando a sbarcare il lunario con donazioni mensili ed a quel punto rifeci l'allaccio all'Enel e ripresi a funzionare decorosamente come "giornalista indipendente". 

Proprio allora nacquero un paio di nuove testate cartacee, in ordine di uscita: Il Nuovo Corriere Viterbese e infine Nuovo Viterbo Oggi. Il primo era diretto da un giornalista che conoscevo da anni, essendo venuto a trovarmi anche a Calcata, e non ebbi difficoltà a farmi pubblicare i  "comunicati stampa" di qualunque natura fossero. Il secondo era invece un giornale "anomalo" che era nato sulla scia della candidatura di Ciarrapico con il PDL di Berlusconi. 
A dirigerlo c'era  Paolo Gianlorenzo, di cui sotto leggerete la critica scritta da Michele  Bonatesta. 

Beh, anch'io ho qualcosa da raccontare... Per un certo periodo di tempo i miei comunicati (quelli evidentemente graditi alla redazione) venivano pubblicati con ampio risalto.. poi la pubblicazione diminuì, forse a causa del tema non in sintonia con  l'indirizzo politico del giornale, finché un bel giorno ricevetti dalla redazione del Nuovo Viterbo Oggi, a firma del Gianlorenzo medesimo, una mail in cui con parole nemmeno tanto garbate mi si ingiungeva di "non inviare più comunicati stampa in nessuna forma che non verranno più presi in considerazione" etc. su questo tono. 

Aoh, era la prima volta in assoluto che un giornale mi ingiungeva di non mandare comunicati, certo ero abituato che i comunicati venissero ignorati dalle redazioni (e pure spesso) ma mai prima di allora mi era successo che venissero rifiutati tout court in partenza. Si chiama "censura preventiva!".

Però quando ieri o l'altro ieri ho saputo dell'arresto del povero  mio omonimo Gianlorenzo, per "millantato credito" e simili accuse, mi sono dispiaciuto assai, in fondo è  solo un ragazzo un po' avventato ed illuso dal potere... Mi auguro che la Giustizia sia clemente con lui, qualsiasi siano le sue colpe.

Paolo D'Arpini 



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Comunicato Stampa


VITERBO. 
Massì.
Maddai.
Maccerto.

La sanno tutti.
Lo sappiamo tutti.
Lo sappiamo tutti chi c’era dietro a Paolo Gianlorenzo.
Lo sappiamo tutti che è solo una domanda retorica.

Chi c’era dietro Paolo Gianlorenzo, ex direttore dapprima di Nuovo Viterbo Oggi e quindi de l’Opinione?
C’erano il senatore Giuseppe Ciarrapico e Francesco Storace per quanto concerne Roma.
Ed a Viterbo?
A Viterbo c’era l’ex sindaco Giancarlo Gabbianelli anche se probabilmente ha più volte fatto ricorso a lui, magari come semplice ‘ informatore ‘, anche… l’ecumenico Marcelo Meroi.

Eccerto, ecco chi c’era dietro Paolo Gianlorenzo, ora finito dietro le sbarre nel cacere viterbese di Mammagialla.
Lo sapevano tutti.


Lo sapevamo tutti anche se… anche se non era scritto - ovviamente - da nessuna parte.

Anche se non c’era, da nessuna parte, un atto notarile o  qualcos’altro che attestasse tale vicinanza tra Paolo Gianlorenzo e Giuseppe Ciarrapico e Francesco Storace e Giancarlo Gabbianelli.

Ma non ci vuole molto ad arrivarci per… deduzioni.

Un po’ come la matematica laddove… uno più uno fa due e due più due fa quattro.

Evvero.

Paolo Gianlorenzo giornalista lo abbiamo ‘inventato ‘ noi ma il Paolo Gianlorenzo che abbiamo inventato noi non è ‘ il direttore ‘ finito in una cella di Mammagialla ma è quello che faceva il  semplice corrispondente da Viterbo per Nuovo Viterbo Oggi, quello al quale ‘correggevamo ‘, se necessario, gli articoli prima che li desse alla stampa.

Essì: questo è il Paolo Gianlorenzo che noi portammo a Viterbo con Giuseppe  Ciarrapico.
Con Giuseppe Ciarrapico e Francesco Storace, per l’esattezza, alle Terme dei Papi,di fronte alla ‘Viterbo che conta ‘ (qualche centinaio) che rispose compatta (destra centro sinistra e stampa ) al nostro invito.
Con Giuseppe Ciarrapico che ancora non era senatore e non era rinviato a giudizio, con Francesco Storace che era governatore della Regione Lazio e … Giancarlo Gabbianelli che era ancora sindaco di Viterbo.

Essi, Francesco Storace e Giuseppe Ciarrapico: erano i tempi in cui la Regione Lazio acquisì (se non andiamo errati, ovviamente) un ospedale di Ciarrapico, a Roma,  a suon di… bigliettoni.
Eggià, Giancarlo Gabbianelli che non fu invitato da noi a mettersi seduto al centro del tavolo degli organizzatori dell’incontro per la presentazione del ‘numero 0 ‘ di Nuovo Viterbo Oggi..
Epproprio: Giancarlo Gabbianelli che non sappiamo a che titolo fosse stato messo su quel tavolo e da chi.

Così come non sappiamo chi pagò quell’evento a cominciare dalla sala delle Terme dei Papi per finire ai pasticcini  ed alle bevande per festeggiare.

Quello che sappiamo sicuramente è che non pagò Alleanza Nazionale della quale, all’epoca, noi eravamo Senatore e Presidente Provinciale.
Se diciamo qualcosa di errato, di non esatto, di non vero, che  alzi la mano chi non è d’accordo e ce lo dica.

Difficile pensare dunque - stando agli indizi, ovviamente - che dietro Paolo Gianlorenzo non ci fossero, a vario e differente titolo, Giuseppe Ciarrapico, Francesco Storace e Giancarlo Gabbianelli.
A conferma del rapporto tra quest’ultimo e Paolo Gianlorenzo, potrebbero bastare le numerose telefonate ‘intercettate ‘ dalla magistratura a proposito del CEV (se non andiamo errati, e pubblicate dalla stampa locale ) tra l’allora prima cittadino di Viterbo e l’allora direttore di Nuovo Viterbo Oggi.
Eggià: in quelle telefonate - tra l’altro - si chiedeva a Gianlorenzo (non da parte di Gabbianelli ma di altri molto vicini a lui) di sapere come stessero andando le indagini sulle ‘ tre B  della strada Palomba ‘.

Indagini di quale natura ?
Indagini autorizzate da chi ?

Non siamo mai riusciti a sapere chi fossero queste ‘ tre B della strada Palomba ‘ anche se un sospetto, un qualche sospetto - ovviamente - lo abbiamo.
Ma il ‘ mistero ‘ lo potrebbe sempre svelare lo stesso Paolo Gianlorenzo oggi che, solo facendo i nomi di chi (e perché) stava dietro di lui, forse potrebbe sperare di ‘allentare ‘ un po’  la morsa dei magistrati scaricandosi magari di qualche responsabilità di troppo, magari dando… a Cesare quel che è di Cesare  e ad ‘altri‘ quel che è di altri.

Ma dicevamo di Gianlorenzo e Ciarrapico.

Fu da quest’ultimo che Paolo Gianlorenzo imparò evidentemente un giornalismo differente, molto differente da quello che gli avevamo insegnato noi.

Eggià: sino a quando Gianlorenzo stette  ‘sotto la nostra ala‘, il giornale Nuovo Viterbo Oggi non fu mai usato come strumento di pressione (eufemismo) nei confronti di chicchessia.
E che quando Gianlorenzo  si allontanò da noi (su precisa indicazione ‘scritta‘  di Ciarrapico) Nuovo Viterbo Oggi divenne strumento di ‘pressione‘ (eufemismo) per essere amici o nemici - per l’appunto - dei vari Ciarrapico, Paolo Gianlorenzo e Nuovo Viterbo Oggi , noi all’epoca lo sperimentammo in prima persona.

Essì: per rimanere ‘amici ‘ di Giuseppe Ciarrapico, di Nuovo Viterbo Oggi e di Paolo Gianlorenzo avremmo dovuto sostenere economicamente il giornale, direttamente o indirettamente (leggi… pubblicità ).
Ma noi rifiutammo quando ci rendemmo conto che non si trattava di un normale ‘aiuto politico‘ ma di una vera e propria ‘conditio sine qua non‘ diventando noi stessi - da quel momento - il nemico numero uno di Paolo Gianlorenzo e Giuseppe Ciarrapico.

Non si affanni nessuno a smentire quanto sopra dato che non siamo i soli a conoscere questo aspetto ‘professionale‘ di  Paolo Gianlorenzo e Giuseppe Ciarrapico.

Ciarrapico all’epoca minacciò di querelarci ma poi, saggiamente, ci rinunciò.
Per questo Gianlorenzo fu ‘cacciato‘ (previa pubblica motivazione) da una assembla di AN alla presenza del sottosegretario Saporito.
Lo fece l’allora consigliera regionale Laura Allegrini.
Lo ha sempre saputo l’allora amico del cuore di Paolo Gianlorenzo, Andrea Scaramuccia.
Forse - ma diciamo semplicemente… forse - di Gianlorenzo  approfittò anche Giancarlo Gabbianelli in occasione della ‘campagna‘ organizzata su Nuovo Viterbo Oggi, durata un mese, quotidiana, perché fossimo cacciati dalla Presidenza di Alleanza Nazionale a Viterbo visto che noi quella presidenza la ottenemmo spodestando, al termine di un regolare congresso, il suo amico del cuore… Mario Soggiu.

A che serve, dunque, oggi, continuare a domandarsi chi ci fosse dietro Paolo Gianlorenzo ?

Per sapere se le ‘presunte macchine del fango’ siano state ordite da Gianlorenzo da solo o su ‘ordine‘ del politico di turno ?
E cosa cambierebbe ?

Cosa cambierebbe se i ‘nemici da buttare nel fango‘ venivano individuati da altri e poi  ‘consegnati‘ per l’esecuzione mediatica a Paolo Gianlorenzo ?

Come fare a pensare che un editore non sappia in che modo il direttore utilizzi il suo giornale ? Come fare a pensare che un ‘finanziatore‘ di giornale (palese o occulto non fa differenza ) continui a finanziare nel caso in cui non condivida l’impostazione del giornale stesso ?

Francesco Storace aveva o non aveva ‘diritto di parola‘ nella gestione politica di Nuovo Viterbo Oggi e de l’Opinione ?

Noi pensiamo di sì.
Anzi, noi… noi ne siamo sicuri.

Chissà se oggi Francesco Storace ricorda che noi lo informammo delle ‘richieste‘ che ci pervenivano da Ciarrapico tramite Gianlorenzo e del ‘cambio di indirizzo politico‘ avuto da Nuovo Viterbo Oggi, visto che noi rimanevamo sordi alle sue pressioni ‘ (eufemismo ).
E chissà se Storace ricorda anche la risposta che ci diede all’epoca anche se… anche se è passato tanto tempo !?

E l’Opinione ?

Chi fece fare a Paolo Gianlorenzo, direttore de l’Opinione, ‘la scelta ‘ per il sostegno del giornale alle elezioni a Civitavecchia tra Tidei e Gianni Moscherini, il comunista di destra amico di Francesco Storace?
Come si fa a credere che tra Gianlorenzo e Storace non vi sia sempre stata una particolare amicizia politica se è vero che di Gianlorenzo  pare esservi stata traccia anche ne Il Giornale d’Italia, anche questo di riferimento a Francesco Storace ?

Essì, è sciocco - oggi - continuare a chiedersi chi ci fosse dietro le campagne giornalistiche (eufemismo) di Paolo Gianlorenzo, oltre a Paolo Gianlorenzo.

Lo sappiamo tutti.
C’era la politica.

Importante, invece, sarebbe sapere se dietro ‘la politica‘ ci fossero realmente politici (e chi) interessati a mettere in moto e gestire la cosiddetta, presunta, macchina del fango di Paolo Gianlorenzo, con la destinazione finale (per quest’ultimo)  che tutti conosciamo.

Mammagialla.


O no ?


Sen. Michele Bonatesta