venerdì 30 novembre 2012

Premiato Vittorio Marinelli, sostenitore modello per il Sostegno a Distanza del Comune di Roma


Paolo D'Arpini si felicita con Vittorio Marinelli


Cari tutti,

penso Vi farà piacere sapere che ieri sono stato “premiato” dal comune di Roma e dal Forum permanente per il Sostegno a distanza che, su segnalazione delle varie associazioni, ha scelto il sottoscritto come sostenitore modello.

In pratica, da un po’ di anni aiuto “La Casa di Ibrahima” che, tra le varie cose, gestisce un orfanatrofio in Senegal, a 25 km da Dakar, fornisce un pasto giornaliero a un centinaio di bambini di strada e svolge altre attività meritorie nel difficile paese africano.

Purtroppo il 5 settembre 2011 ho perso mio fratello Luigi. Avendo “ereditato” una quota dei soldi che aveva sul proprio conto, circa 5.000 euro, ho devoluto la detta somma alla Casa di Ibrahima organizzando il 25 novembre 2011 presso il Rising Love, un locale vicino alla Piramide, in Via delle Conce n. 14, una serata senegalese intitolata “Ciao Luigi” dedicata alla Sua memoria.

Hanno suonato diversi gruppi, tra cui i “Tamburi di Gore’e” e Francesco BOLOGNESI, che, oltre che collega, è un cantautore noto nei locali romani. L’incontro è stato molto bello perché eravamo in diretta via skype con gli orfanelli che ci hanno salutato in gruppo molteplici volte e ringraziato. Una cosa molto commuovente.

Al termine della serata, abbiamo raggiunto complessivamente, con la mia donazione, oltre 7.700 euro.

Il Comune ieri, anche se sia Alemanno che la Belviso hanno dato buca, tramite un delegato e un attore che recita sul commissario Montalbano, mi hanno omaggiato della “Card del sostenitore” n. 001 che provvederò a incorniciare e a mettere a studio.

Spero che, in futuro, e già Giorgio Lombardi, presidente di Accademia Forense ha dato la sua disponibilità in tal senso, si possa organizzare anche tra noi qualcosa di benefico per aiutare questi bambini sfortunati, senza papà e mamma in un paese dove, tali mancanze, equivalgono pressoché alla rovina.

Penso che il nostro aiuto debba essere a monte e non quando è ormai è troppo tardi, mentre orde di disperati sbarcano nelle nostre spiagge con tutti i problemi che ne susseguono.

Grazie dell’attenzione e ciao, Vittorio Marinelli

Presidente di European Consumers

e Referente per Ecologia Sociale Urbana
della  Rete Bioregionale Italiana

ONU - Benvenuta Palestina - Iniziata la strada per il riconoscimento dello Stato Palestinese





UN welcomes State of Palestine - The UN General Assembly overwhelmingly approved a resolution on Thursday to upgrade Palestine to a "non-member state" at the United Nations, implicitly recognizing a Palestinian state. There were 138 votes in favor, nine against and 41 abstentions.  Addressing the assembly in New York ahead of the vote, President Mahmoud Abbas said the UN bid was the last chance to save the two-state solution...

L'Italia, stranamente, ha votato a favore del riconoscimento della Palestina, come stato osservatore senza diritto di voto, ma è già un passo avanti. Non si è fatta aspettare la reprimenda di israele che ha definito “inconcepibile” il passo italiano. Inconcepibile sembra invece la protervia con la quale israele continua a soggiogare un popolo  uccidendone spietatamente i suoi figli. Ora tocca anche ai rappresentanti palestinesi riuscire a mantenere una posizione saggia ed univoca sul futuro della Palestina.  

E -come scrivono alcuni commentatori.- capire che il riconoscimento non è   una ricompensa,  ma una fatica. La fatica di far capire che il paradiso non è dietro l'angolo e che di inferno se ne è avuto abbastanza, la fatica di far capire che l'indignazione impotente non serve, poter denunciare una per una le violazioni nelle sedi dove non si aveva voce sì, far capire che i futuri negoziati saranno fra due stati e non fra uno stato e un'accolita di sopportati. far capire che si può parlare da Ramallah in difesa di Gaza e non essere più esclusi come Stati dalle trattative che sono state condotte fra lo stato di israele e il "partito" di Hamas. Difficile far capire che è un passo avanti e non una rinuncia. 138 stati hanno sbeffeggiato israele concretamente e non nei blog. Se si potrà parlare dei Profughi sarà dalla condizione di Stato. E il Qatar non potrà più facilmente fare guerre per procura utilizzando Hamas, il che significa vittimizzare Gaza...

(P.D'A)

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Commento di Joe Fallisi: "Bisogna vedere ora di che pasta è fatta la dirigenza politica di Hamas... ah sì, eh?... perché ancora non lo si è "visto" abbastanza?... dovrebbero tutti essere mandati a casa (in qualche moschea egizia o qatariota o saudita) dal disgraziato popolo palestinese... insieme con i corrottissimi di Fatah... purtroppo la verità è che lo stesso popolo è quello che è... cartina di tornasole fu la Libia, oggi è la Siria... salvo poche lodevoli eccezioni i palestinesi (così la gente comune, come i suoi rappresentanti) hanno accettato e persino applaudito gli orrori dei "rivoluzionari primaverili" col burka avvoltolato al posto del cervello e a libro paga dei pedoemiri, del Mossad, della Cia, del Mi 6... questa è la dura realtà, che nessun voto "ONU" potrà coprire.."


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Commento di Ouday Hr Detto Soso: "Centinaia di migliaia di morti, bimbi trucidati, donne violentate e sventrate, ragazzi nel fiore della vita uccisi, anziani malmenati, il fior fiore degli uomini nelle carceri. In cambio un bel campo profughi a cielo aperto,fogna e discarica dello stato sionista, riserva di manodopera edilizia a basso costo. Esultare per essere diventati osservatori dello scempio della propria Patria. Con la benedizione dell'ONU, questa si che è una grande soddisfazione. Almeno i pellerossa hanno una riserva naturale e biologica"


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Commento di Maurizio Barozzi: "...questa storia del “posto di osservatori” all’Onu per i rappresentanti Palestinesi, che sostituisce un ben più importante riconoscimento, può avere  inquietanti e pericolosi sviluppi. Oltretutto, quando parliamo di Ong parliamo di mondialismo. PURTUTTAVIA, io cercherei di mettere in positivo questa faccenda, partendo da un presupposto inequivocabile: che alternativa, diciamo, rivoluzionaria  c’è? Risposta: Nessuna. La potenza militare di Israele e il suo palese dominio su quasi tutti gli Stati della terra, impedisce ogni possibilità di riscossa. Ed allora, a mio parere, va bene anche così, purché la situazione si muova e ponga problemi a chi ha progettato un futuro Grande Israele, dove non c’è alcun posto per i Palestinesi. Per quale motivo, credete, Israele si sta opponendo in tutti i modi anche alla attuazione di questo misero e risibile contentino? Semplicemente perché in futuro può intralciare questi piani di dominio totale sulla regione..."


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Commento di S.B.: "Non dimentichiamo che adesso  la  Palestina ( non più ANP)  ha il potere di trascinare i criminali sionisti in un tribunale internazionale per crimini contro l’umanità. Il risultato sarà quello che già immaginate  , ma è pur tuttavia  qualcosa a livello di ulteriore sputtanamento  della malefica entità"

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Commento di Luigi Crocco: "Non so se l'alta politica diplomatica al quirinale collegata alla mondiale abbia un senso anche sul caso Palestina e Israele : Interveniamo o non interveniamo ? Facciamo l'embargo o no lo facciamo? Diamo le armi o non le diamo? Temporeggiamo!
L'America minaccia d'intervenire, ma senza l'Onu non andiamo! E la Siria ?
Anche lì non c'è nessuno di democratico affidabile se non Re, generali e dittatori.
E il mondo sta a guardare : Che ci fanno gli ebrei sul quel territorio? E perché per soli 3 missili tirati alla periferia di Gerusalemme lo stato Israele ha lanciato 252 Raid Aerei in Palestina? Ma qui mi fermo sulla prospettiva di semplice cittadino italiano nonché europeo a non essere onorevole o leder di partito, presidente, dittatore, generale, o rappresentate di una  qualsiasi potenza economica e politica  del mondo, a non poter fa nulla se non parlare, leggere e ascoltare voci e notizie che da una parte se ne sono uccisi 3 e dal altra 150 e di seguito donne e bambini con bombe a grappolo
Ma è così che la strategia della politica funziona si  temporeggia e si  aspetta finché qualcun'altro si muova anche perché se sbaglia,  noi non c'entriamo ma se tira a segno noi lo seguiamo-
Vogliamo o no levare quella striscia di Gaza e quel muro di cemento sul confine di Israele per dare un confine di Stato alla Palestina , minimo 200 km di zona franca che separi la Palestina da Israele?"

giovedì 29 novembre 2012

Marcia degli Alberi - Roma 2 dicembre 2012: "...anche gli alberi talvolta si muovono.."



Gli Alberi sono le Colonne che sorreggono il Mondo!

Gli Alberi sostengono la nostra vita e non sempre siamo in
grado di ricordare quanto siano indispensabili per la nostra sopravvivenza, non necessariamente lo siamo noi per la loro, anzi.

Domenica 2 dicembre 2012 alle 11.00, a Piazza San Silvestro a Roma, ci faremo carico del loro buon peso per renderli protagonisti.

“La Marcia degli Alberi” vuole essere da un lato un omaggio di riconoscenza e rispetto nei loro confronti, dall’altro il modo più diretto per coinvolgere in questa azione la cittadinanza di una Capitale che riesce ancora a conservare un patrimonio straordinario di verde unico al mondo, malgrado gli attacchi quotidiani dovuti alla mancanza di una consona e dettagliata regolamentazione dell’indifeso verde urbano.

Ci troveremo a Piazza San Silvestro in tanti, ciascuno con un alberello in vaso sistemato in uno zainetto, e incontreremo i cittadini, le associazioni, i comitati, la stampa.

Siamo pronti a far marciare una piccola foresta partendo dalla piazza simbolo dell’aridità e dell’inospitalità della città di Roma, proprio quella il cui nome del santo significa ABITANTE DEL BOSCO.

"Arbores pro vita et vita pro arboribus"

Partecipano all'evento:

CO.N.AL.PA - Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il
Paesaggio,

Popolo degli Alberi e dei Giardini,

Sentinelle degli Alberi,

Respiro Verde LegAlberi,

Forum Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia,

Lipu Lazio,

Memento Naturae,

Co.Ri.Ta (Comitato Rimboschimento Taranto)


Info : www.progettoconalpa.org.

E-mail

alberiepaesaggio@gmail.com,
respiroverdelegalberi@gmail.com,
salviamoilpaesaggio.roma.prov@gmail.com,

Numeri di riferimento telefonici:

Alberi e Paesaggio
3335729284;3291521643;

Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia
3394388388;

Respiro Verde LegAlberi
06-4468302

"Gli Alberi sono lo sforzo della Terra per parlare al Cielo in ascolto" Rabindranath Tagore (poeta e mistico indiano Calcutta 1861 - Sauntiniketan 1941)

Intervenite anche voi per ascoltarli!

http://www.mementonatura.org/documenti.php?i=154


Riccardo Oliva
Presidente Associazione Memento Naturae

Volontari a Difesa di Ciò che è Vita!






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Comunicato  - Resoconto della Marcia degli alberi

A seguito della costante pioggia caduta per tutta la
settimana, domenica 2 dicembre si presenta piuttosto
particolare, in una Roma semi deserta di fronte alla
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme quando ci presentiamo
per ritirare quell’alberello che la nostra associazione
sarà incaricata di “accompagnare” in questa bella
iniziativa denominata “Marcia degli Alberi” e dedicata
proprio a loro, a queste Colonne del Cielo troppo spesso
considerate in maniera miope, se non completamente cieca a
vedere le ultime amministrazioni, da tutti quelli che di
vari colori hanno governato il nostro stivale, alternandosi
da oltre 50 anni in questa presunta democrazia.

Ad attenderci molto presto troviamo subito l’inossidabile
Cristiana Mancinelli Scotti, il motore del Forum di Salviamo
il Paesaggio in grado di attirare appena si muove su qualche
fronte tutte le testate giornalistiche più famose; insieme
a lei Valentino Valentini di Co.Ri.Ta., uomo di vecchia
tempra che partito da Taranto, terra oggi divenuta simbolo
di forte sventura per tutti gli accadimenti successi, è
partito da solo dopo esser passato per Lecce caricandosi
nella sua auto tutti quegli allori, lecci, querce, ficus e
alberi da frutto di varie dimensioni che saranno poi
consegnati a quelle persone che ne hanno fatto richiesta.

per continuare a leggere il comunicato
http://www.mementonatura.org/dett_iniziativa.php?id=154

su questo link alcune immagini della marcia
http://www.mementonatura.org/documenti.php?i=154

altri eventi Memento Naturae
http://www.mementonatura.org/iniziative.php


Riccardo Oliva
Presidente Associazione Memento Naturae

Volontari a Difesa di Ciò che è Vita!!!


Paolo D'Arpini - Riflessioni spirituali davanti al camino acceso di Treia

Fuoco nel camino di Treia



Un pomeriggio  freddo e uggioso  me ne sto a Treia, davanti al camino acceso, a meditare? Diciamo a "sonnecchiare" rielaborando pensieri e sensazioni.

Questo è un buon esercizio riflessivo, uno si lascia andare, osserva la fiamma, poi pian piano si appoggia allo schienale della sdraio... ed è fatta! 


Trovo che in questo modo si riesca a "percepire" la vera sostanza dei nostri pensieri, delle nostre pulsioni o preoccupazioni.

Certo tutti i pensieri sono passeggeri ed effimeri ma alcuni rappresentano positivamente "quella forza" che spingerà successivamente la "persona" ad attuare quanto è stabilito nel suo destino. La meditazione consente di far chiarezza fra quelle che sono semplici proiezioni immaginarie o problemi inventati e quei pensieri che invece definiscono in germe "il veniente"... ciò che deve accadere.

La creazione di problemi “fittizi” è uno degli aspetti della mente. 


Alla base delle preoccupazioni mondane –ovviamente- c’è sempre il senso di responsabilità per le nostre azioni dovuto
all’identificazione con il corpo-mente.

Il processo dell’individualizzazione della coscienza è la funzione
stessa della mente. La mente è la capacità riflettente della coscienza che assume su di sé il compito dell’oggettivazione e quindi della creazione del cosiddetto mondo delle forme. L’esteriorizzazione è la sua tendenza.

Eppure non è una condizione definitiva o irreparabile, anche le
sensazioni più negative possono essere trascese. Le preoccupazioni mondane che ci assalgono sono frutto del meccanismo mentale che proietta l’attenzione sui fattori esterni, desideri e paure, ed è per questa ragione che nella meditazione si consiglia di fissare l’attenzione sulla consapevolezza, sul soggetto, ignorando le apparizioni mentali, che son solo “impedimenti” (distrazioni) che sorgono per inveterata abitudine all’esternalizzazione, non tenerne conto significa restare quieti mantenendo l’osservatore in se stesso.

Personalmente ho avuto una grande fortuna nella vita. Considero questo mio corpo e questa mia mente estremamente benedetti e santi poiché attraverso di loro ebbi la possibilità di incontrare e conoscere due grandi saggi che diedero alla mia esistenza vero significato. Dimostrandomi come il distacco ed allo stesso tempo l'attenzione siamo importanti per restare focalizzati nel Sé.... nell'auto-consapevolezza.

“Due volte nato” si dice di chi nasce allo Spirito. E senza alcun
merito particolare da parte mia ciò è avvenuto allorché incontrai nel 1973 il mio padre spirituale e Maestro, Swami Muktananda, il quale risvegliò la mia coscienza individuale alla consapevolezza del Sé.


“Medita sul tuo Sé, cerca il tuo Sé, inchinati al tuo Sé, onora il tuo Sé, adora il tuo Sé, poiché Dio vive in te, sei tu..!” Questo il
messaggio profondo e liberatorio che egli mi trasmise ed attraverso il quale ri-nacqui nello Spirito.

Durante il periodo della "maturazione" spirituale, a causa della mia particolare natura, sentii il bisogno di essere nutrito, curato e seguito e ciò avvenne allorché, sempre per il mio buon karma, incontrai la più nobile, la più bella e sapiente e dolce delle madri, la mia adorata madre spirituale Anasuya Devi. L’incontro avvenne in modo periglioso ed emozionante nel 1975, in seguito continuai a frequentarla assiduamente per molti anni, restando alla sua presenza fisica, in un continuo andirivieni fra Calcata e Jillellamudi, sino alla sua “dipartita”, nel 1985.

Il mio Maestro aveva lasciato il corpo nel 1982 e nel 1985, con
l’uscita dal mondo fisico della mia amatissima Amma, rimasi
completamente orfano… Ma no… scoprii in verità la costante presenza del padre e della madre dentro di me…

Come avviene per i genitori fisici, che sono presenti in noi come
patrimonio genetico, Anasuya e Muktananda sono presenti in me come Spirito e Amore. Il sublime miracolo del loro insistere in me è qualcosa che non si può narrare né descrivere.. posso solo piangere di gioia nel percepirne la loro costante e misteriosa presenza. In tal modo la loro promessa è stata mantenuta e la continuità stabilita.

Ed in verità chiunque di noi potrebbe dire la stessa identica cosa, poiché noi siamo tutte forme del divino, siamo la beata Esistenza Coscienza Beatitudine e null’altro.

Volevo però oggi iniziare a trascrivere alcune memorie, soprattutto alcune frasi significative dell’insegnamento ricevuto. Non che le parole in se stesse siano importanti… ma le indicazioni implicite, il modo in cui vennero trasmesse, la sensazione vissuta nell’ascoltarle, la meraviglia e il riconoscimento della verità in esse manifesta, sì!

Consentitemi di iniziare con alcuni dialoghi di Anasuya Devi, su temi che molto spesso lasciano perplesse le menti dei cercatori, toccando corde segrete del loro cuore.

Domanda: “Cosa pensi della rinascita delle anime, la catena di vite in successione..?”

Amma: “Beh.. se pensi ci possa essere una catena di vite successive per la stessa anima, in tal caso devi ammettere che la prima esistenza di questa catena deve avere una specifica causa. Può essere solo la causa della prima vita quella che ha causato tutte le successive… Quindi di chi è la causa originaria e da dove sorge? Non voglio dire con ciò che la rinascita è impossibile dico solo che non è una cosa da noi creata. In fondo, pensandoci bene, colui che non crede nella rinascita vede la morte attraverso la vita, chi invece crede nella rinascita vede la vita attraverso la morte… (risate..)”

Domanda: “Qualcuno dei tuoi discepoli è andato in paesi stranieri come missionario, come fece Vivekananda (il famoso discepolo di Ramakrishna di Calcutta)?”

Amma: “Io non ho discepoli (sishya) ho solo figli (sishu). Ciò che essi compiono è determinato dalla stessa Shakti (Energia Divina) che porta avanti l’intera creazione. Questa Shakti fa scrivere ad uno una storia o fa fare altre cose ad un altro…. Una sola è la forza che abilita ogni agente a compiere le azioni. Non esiste altro potere che quello.”

Domanda. “Perché esistono piacere e dolore e tutte le altre qualità incompatibili fra loro?”

Amma: “Giorno e notte sono ovviamente entrambi necessari. In assenza della relatività non potrebbe affatto esserci creazione. Tutte le qualità che noi incarniamo sono già lì.. tutte derivano da quel Potere Originario. Non potrebbero esistere in noi se non esistessero già in Quello. Come succede per un commediografo che crea diversi personaggi dotando ognuno delle caratteristiche necessarie .. (risate..)”

Ecco, miei fratelli di recitazione, ognuno di noi incarna quelle
caratteristiche necessarie a svolgere la specifica parte che gli è
stata concessa… ma è lo stesso commediografo che recita, che dirige, che passa le luci, che assiste come pubblico, che applaude e piange e ride…



Paolo D'Arpini



mercoledì 28 novembre 2012

"Io sono il tuo specchio" di Davide Donelli e Matteo Rizzato - Ovvero: neuroni in libera uscita....




“Il 27 novembre 2012, al circolo Almo di Piumazzo, Davide Donelli ha presentato il suo libro “Io sono il tuo specchio” scritto in collaborazione con Matteo Rizzato”

Resoconto di Dominique De Mario:  “In una tiepida serata di novembre, ci siamo incontrati all'ALMO di Piumazo (Centro Culturale di Vicenzo Fancinelli) noi umani desiderosi di condividere ed imparare cosa fossero i neuroni specchio. 

Tento, oggi, di darvi qualche informazioni al riguardo.  I neuroni specchio permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri. 

Quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Per questo possiamo comprendere con facilità le azioni degli altri: nel nostro cervello si accendono circuiti nervosi che richiamano analoghe azioni compiute da noi in passato.Anche il riconoscimento delle emozioni sembra poggiare su un insieme di circuiti neurali che, per quanto differenti, condividono quella proprietà "specchio" già rilevata nel caso della comprensione delle azioni.

Le nostra azioni e le nostre emozioni possono dunque "condizionare" le azioni e emozioni degli altri. Stiamo dunque attenti a quello che facciamo e diciamo. Il benessere o il malessere degli altri diventa cosi nostra responsabilità..... 

Insomma, facciamo del bene...riceveremo del bene. Ci ha spiegato tutto ciò un ragazzo bravissimo di cui non ricordo il nome... accidenti a me! Ha scritto IO SONO IL TUO SPECCHIO. Adesso mi ricordo!!! Si tratta di Davide Donelli, ha scritto questo libro in collaborazione con Matteo Rizzato.

Buona lettura a tutti!”

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Intervento di Caterina Regazzi: “Non voglio manifestare quella negatività che è stata tanto vituperata nell'incontro serale del 27 novembre u.s. (quella in cui gli altri si specchierebbero negativizzandosi a loro volta) ma i discorsi che sono stati fatti all'incontro mi sono sembrati un po' semplicistici o almeno, necessiterebbero di un approfondimento. 

Purtroppo il libro non l'ho comprato, magari lì vi avrei trovato altri suggerimenti). La buona volontà nel diffondere certe conoscenze, dimostrate scientificamente, comunque è stata ammirevole e se le persone intervenute sono andate a casa col sorriso sulle labbra e convinte che basta risolvere i problemi cominciando la giornata con un sorriso un certo risultato è stato ottenuto.

Io stessa sto vivendo un momento del genere, prima ancora di intervenire all'incontro e di sapere cosa sono i neuroni specchio, vedo che nei giorni in cui "mi sveglio bene" le cose vanno bene, il confronto con le persone è sereno e alla fine della giornata si va a dormire pensando di aver dato almeno quel piccolo contributo alla vita sulla terra. L'immedesimazione negli altri, neuroni a specchio o meno, ci fa entrare in empatia, in risonanza e quindi si crea fra gli interlocutori un'atmosfera di "pace" a cui tutti agogniamo. Ma è possibile "atteggiarsi" a gioioso quando tutto ti sembra nero? E' sufficiente "guardarsi allo specchio", ad uno specchio anche simbolico e nel caso in cui ci vediamo negativi, cambiare "volontariamente" il nostro stato d'animo? 

L'atteggiamento si che lo potremmo anche cambiare ma, se questo cambiamento non parte dal di dentro, dalla coscienza, è possibile contribuire a creare un'armonia?

Sarebbe sufficiente programmare la nostra espressione mattutina, per creare quella massa critica in grado di rivoluzionare questo mondo che tutti critichiamo ma dove non si è ancora capito che il cambiamento si fa per gradi, granello dopo granello? Dove la mettiamo la sincerità?

Il lavoro di trasformazione forse può partire dalla consapevolezza di questa capacità riflettente dell'altro, nei nostri confronti, ma deve essere accompagnato da una pratica a livello della coscienza, di autosservazione da cui scaturisca.... cosa? Un distacco dalle cose mondane? La facoltà di discernimento e riflessione?

Infine sarebbe stato importante parlare di come questi neuroni specchio sono stati scoperti. Ho saputo poi, ma vorrei essere smentita, che sono stati scoperti casualmente osservando l'attivazione di una certa parte del cervello di scimmie con elettrodi infissi nel cervello, mentre assistevano ad una certa manualità (mangiare?) da parte del ricercatore lì presente.”


Taranto - NATO al posto dell'ILVA - L'inquinamento è assicurato con la nuova base per sommergibili nucleari americani




C'è solo da piangere per noi e per il nostro disgraziato paese. La mano assassina dei criminali yankee non ci mollerà mai. Dopo avere reso radioattiva la Maddalena ecco che i cow-boys tornano con una base per sottomarini nucleari, a Taranto. 
Tranquilli,  se non si muore d'ILVA  si morirà di  NATO...


La Psychological War della NATO conosce i suoi polli, quindi era facilmente prevedibile che il lanciare l'esca di un dibattito infinito sull'alternativa tra salute e lavoro avrebbe stanato la legione dei filosofastri sempre in agguato. Nel "dibattito" ovviamente non si è mai mancato di avallare quell'ipocrisia ufficiale secondo la quale le industrie esisterebbero per dare posti di lavoro, perciò, in definitiva la colpa dell'inquinamento è degli operai.

Ciò non vuol dire che l'Ilva di Taranto non sia realmente inquinante; lo è, eccome. Il punto è capire perché la situazione sia stata lasciata incancrenire per anni, come se fossimo ancora nell'800, e non fossero già disponibili da anni le tecnologie non solo per il disinquinamento, ma anche per il ricircolo delle acque impiegate nella produzione siderurgica e per il recupero delle scaglie. A chi fa comodo questa emergenza? Nel febbraio del 2004 Peacelink rendeva noti documenti del Pentagono - peraltro non segretati - da cui risultava che Taranto sarebbe divenuta sede di un'altra base navale della NATO. La notizia era fino ad allora ignota al Parlamento italiano, anche se era stata in qualche modo anticipata da dichiarazioni di Francesco Cossiga.

La nuova base navale sarebbe stata collocata nel Porto di Taranto, nella nuova megastruttura del Molo Polisettoriale. La base NATO dovrebbe ospitare un grande centro di comunicazioni e spionaggio e servire da sito per i sommergibili nucleari della USNavy. [1]

Dalla mappa del porto di Taranto risulta che il Molo Ovest (o 5° Sporgente), in uso all'Ilva, ed il Molo Polisettoriale, destinato alla NATO, sono a ridosso l'uno dell'altro, ed hanno anche un'insenatura in comune. La stessa insenatura che dovrebbe essere usata dai sommergibili nucleari. [2]

Il caso, la coincidenza e le circostanze della vita hanno fatto sì che la NATO avesse l'opportunità di liberarsi dell'ingombrante vicino grazie ad un'iniziativa della Procura di Taranto. Toghe a stelle e strisce? Ma chi oserebbe mai pensarlo. Perché mai tre basi militari nel Porto di Taranto dovrebbero sottrarre lo spazio ad altre attività?

Gli esempi di altre città ci confortano in questa fiducia nella NATO. Nonostante la nuova base NATO di Giugliano in Campania, e nonostante il rafforzamento delle basi USA del Porto di Napoli e dell'Aeroporto di Capodichino, nel quartiere napoletano di Bagnoli c'è tuttora una base NATO, di cui da due decenni si annuncia vanamente la prossima chiusura. A Napoli la militarizzazione del territorio non ha mai ceduto terreno, semmai lo ha tolto ad altre attività, tanto che dal 1999 il Porto ha ceduto alla USNavy più del 50% delle banchine.

Negli anni '80 anche a Bagnoli c'era ancora uno stabilimento dell'Ilva, che però, quello sì, fu veramente chiuso, anche se con motivazioni ufficiali diverse da quelle oggi adoperate a Taranto. Anche quella di Bagnoli è stata chiaramente una pura coincidenza.

Ovviamente il "cui prodest" non è mai un criterio valido per interpretare gli avvenimenti. Bisogna invece convenire onestamente che la NATO è fortunata, o è protetta da Dio. 


Anzi, diciamo pure che ormai la NATO è Dio, così si fa prima. 

Fonte: http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.comidad.org%2Fdblog%2F&h=nAQF43aWL&s=1
Link: http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=500

B.A. - (FONTE NOTIZIE: COMIDAD)

[1] http://www.peacelink.it/disarmo/a/3030.html
http://www.zonanucleare.com/dossier_italia/taranto_nucleare.htmhttp://www.peacelink.it/editoriale/docs/185.pdf
[2] http://www.tarantoporto.com/logistica/polisett.htm


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Commento di S.M.: “Se la magistratura si muove è perché ha ricevuto il beneplacito da forze superiori come quando Di Pietro innescò mani pulite volevano modificare l'assetto politico ed economico dell'Italia e ci sono  riusciti facendo credere di fare giustizia hanno svenduto l'Italia e al governo abbiamo avuto sempre le stesse persone anche dopo mani pulite, adesso al posto dell'Ilva vogliono mettere una base Nato e chiudendo l'Ilva bloccano l'industria italiana così mettono in ginocchio una nazione se avessero voluto fare qualcosa si sarebbero mossi 5 anni fa per bonificare e mettere a norma e invece hanno aspettato che il bubbone scoppiasse....”

martedì 27 novembre 2012

Altra Siria - Urge togliere di mezzo BASHAR AL-ASSAD per procedere allo sfruttamento del bacino di gas e petrolio sotto il Mediterraneo levantino....





Mediterraneo del sud est.. Nel cui sottosuolo si celano ricchezze ancora sconosciute (a noi, ma conosciute a chi sa..)
È ormai chiaro che un giacimento di petrolio e di gas si trova nelle acque del Levante mediterraneo, ed è costituito da più sacche che coprono l’est mediterraneo dal delta del Nilo alla Grecia e tutti cercano di impadronirsi della più grossa fetta possibile.
Questa scoperta promette a Israele l’indipendenza energetica per i prossimi cento anni e sta per fare da detonatore a una serie di conflitti latenti che prima affioravano periodicamente e che adesso rischiano di aumentare di intensità e rendersi permanenti.
Ad una situazione politica complicatissima da tre quarti di secolo, la sorte è andata a versarci sopra una quantità immane di petrolio e gas.

PRIMO CONFLITTO: 
Esiste una Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare che stabilisce i criteri di attribuzione delle risorse sottomarine , ma sia Israele che gli Stati Uniti rifiutarono a suo tempo di firmarlo.
Il giacimento si trova nel mare condiviso da Grecia, Turchia, Cipro, Israele, Siria e Libano, a non voler conteggiare la Palestina che con la sua striscia di Gaza può avanzare anch’essa dei diritti. Tranne Cipro che era sotto protettorato inglese e nessuno ha toccato, gli altri paesi sono divisi da contenziosi e guerre recenti o lontane.

SECONDO CONFLITTO: 
Cambia completamente la situazione geopolitica del golfo persico, del Nord Africa, della Turchia, della Grecia e Cipro (e si capisce perché adesso qualcuno li vorrebbe fuori dalla U E magari per farne strame) . I gasdotti e gli oleodotti Nabucco e Southstream , si rivelano investimenti rischiosi dal punto di vista del profitto. La Russia dovrà in futuro puntare più sul mercato asiatico(India e Cina) per i suoi idrocarburi che sull’Europa mediterranea.

TERZO CONFLITTO: 
Israele che è lo scopritore dei due primi giacimenti TAMAR ( 2009) e LEVIATHAN (2010) avanza pretese egemoniche sul tutto, mentre il Libano sostiene che il mare sotto il giacimento è anche suo .
Conviene comunque affidarsi a una cronistoria.
Tutto comincia nel 2009 con la scoperta di un giacimento , chiamato poi TAMAR ( dattero in arabo e in yiddish ) da parte della Noble Energy , partner texano di Israele nella ricerca sottomarina. Il ritrovamento è situato a circa 80 Km a ovest di Haifa.
Coi suoi 238 miliardi di metri cubi di gas naturale di eccellente qualità , TAMAR cambio la prospettiva energetica di Israele che fino a quel momento aveva una striminzita previsione di riserve a tre anni più un rifornimento infido dal gasdotto ( 40% del fabbisogno) egiziano che l’autorità egiziana del Petrolio ha appena disdettato accusando i contraenti di corruzione e di ribasso anomalo dei prezzi.
La scoperta – sempre della Noble Energy – l’anno successivo del nuovo giacimento LEVIATHAN che ha ridotto TAMAR a una pozzanghera, ha complicato enormemente il problema ( prima solo Israelo-libanese) coinvolgendo tutti i paesi affacciati sul mediterraneo orientale e forse fino alla Puglia ed alla Sicilia.

A questo punto entra in ballo l’USGS ( United States Geological Survey) che presenta le sue stime su LEVIATHAN.
” Le risorse petrolifere e di gas del Bacino del Levante sono stimate a 1,68 miliardi di barili e 3450 miliardi di metri cubi di gas.
Inoltre , sulla base di studi e perforazioni, l’USGS ha stimato ” le riserve non ancora scoperte del Bacino del Nilo in termini di petrolio e di gas , a 1,76 miliardi di barili e a 6850 miliardi di metri cubi di gas naturale”.
Il totale delle riserve del mediterraneo orientale in totale assommerebbe a 9700 miliardi di metri cubi di gas e a 3,4 miliardi di barili.
Ed adesso passiamo alle notizie sulla Siria e scopriamo che il capo riconosciuto dell'opposizione "legittima" al governo di Assad è un tal Sheikh Ahmad Moaz al-Khatib, impiegato della Shell... Mi ricorda un qualcosa  che è successo anche da noi, in Italia, dove l'impiegato di  banche internazionali, un certo monti mario, è stato nominato presidente del consiglio...

Paolo D'Arpini

  

INTERVISTA AL PRESIDENTE SIRIANO BASHAR AL-ASSAD

L'incomodo Bashar al-Assad


LA SHELL E I “RIBELLI” SIRIANI

Totalmente sconosciuto al grande pubblico internazionale solo una settimana fa, Sheikh Moaz al-Khatib è stato nominato presidente della Coalizione nazionale siriana, che rappresenta l’opposizione  filooccidentale al governo di Damasco. Descritto da una intensa campagna di pubbliche relazioni come un’alta personalità morale senza legami partigiani o economici, in realtà è sia un membro dei Fratelli musulmani che un dipendente della compagnia petrolifera Shell.










La frammentazione dell’esercito dell’opposizione siriana riflette i conflitti tra gli Stati che cercano un “cambio di regime” a Damasco. Particolarmente noto è il Consiglio Nazionale (CNS), anche noto come Consiglio di Istanbul perché è stato creato lì. Controllato con pugno mano di ferro dal DGSE francese e finanziato dal Qatar. I suoi membri, che hanno avuto il diritto di soggiornare in Francia e varie agevolazioni, sono costantemente messi sotto pressione dai servizi segreti che gli dettano qualsiasi intervento. Il Comitato di Coordinamento Locale (CCL) è formato da civili locali che sostengono la lotta armata. Infine, l’Esercito libero siriano (ELS), inquadrato principalmente dalla Turchia, incorpora la maggior parte dei combattenti, tra cui le brigate di al-Qaida. L’80% delle sue unità riconosce come guida spirituale il takfirista saudita Sheikh Adnan al-Arour.

Cercando di recuperare un ruolo egemone e di ristabilire l’ordine in questa cacofonia, Washington ha invitato la Lega Araba a convocare una riunione a Doha, per liquidare il CNS e costringere il maggior numero possibile di piccoli gruppi ad aderire a una singola struttura: la Coalizione nazionale delle forze di opposizione e della rivoluzione. Dietro le quinte, l’ambasciatore Robert S. Ford ha distribuito cariche e prebende. In ultima analisi, è emersa alla presidenza della Coalizione una personalità che non era mai stata citata dalla stampa: Sheikh Ahmad Moaz al-Khatib.




Lo Sheikh Ahmad Moaz al-Khatib

 
L’ambasciatore Robert S. Ford
Robert S. Ford è considerato il massimo esperto di Medio Oriente presso il Dipartimento di Stato.E’ stato assistente di John Negroponte dal 2004 al 2006, quando il capo delle spie in Iraq applicava il metodo che aveva sviluppato in Honduras: l’uso intensivo degli squadroni della morte e dei Contras. Poco prima degli eventi in Siria, è stato nominato dal Presidente Obama ambasciatore a Damasco, insediandolo nonostante l’opposizione del Senato. Immediatamente applicava il metodo di Negroponte in Siria, con i risultati che conosciamo. La moglie dell’ambasciatore Robert S. Ford, Alison Barkley, sovrintende alla logistica dell’ambasciata degli Stati Uniti in Arabia Saudita.

Se la creazione della Coalizione nazionale serve a Washington per riprendersi il controllo dell’opposizione armata, non affronta la questione della rappresentatività. Subito le varie componenti dell’ELS si sono dissociate. In particolare, la Coalizione esclude l’opposizione ostile alla lotta armata, tra cui il Coordinamento Nazionale per il Cambiamento Democratico di Haytham al-Manna.


La scelta di Sheikh Ahmad Moaz al-Khatib risponde a un bisogno apparente: per essere riconosciuti dai combattenti è necessario che il presidente della Coalizione sia un religioso, ma per essere accettato dall’Occidente, deve apparire un moderato. Soprattutto in questo periodo di intensi negoziati, è necessario che questo presidente possa contare su forti competenze per discutere sul futuro del gas siriano, ma non deve parlarne in pubblico. Gli spin doctors statunitensi hanno subito rinnovato il fascino di Sheikh Ahmad Moaz al-Khatib. Alcuni media ne hanno già fatto un leader “modello”. Quindi, un grande giornale statunitense lo descrive come “un prodotto unico della sua cultura, come Aung San Suu Kyi in Birmania” [1].

Ecco il ritratto che ne traccia Agence France Presse (AFP):
“Lo sceicco Ahmad Al-Khatib Moaz, l’uomo del consenso. Nato nel 1960, lo sceicco Ahmad Moaz al-Khatib è un moderato religioso, un tempo imam della Moschea degli Omayyadi di Damasco, e non appartiene ad alcun partito politico. E’ questa indipendenza e la sua vicinanza a Riad Seif, ispiratore dell’iniziativa per una vasta coalizione, che ha fatto di lui un candidato ampiamente riconosciuto per la leadership dell’opposizione. Sufi dell’Islam, il religioso ha studiato relazioni internazionali e diplomazia, e non è legato ai Fratelli musulmani o a una qualsiasi forza di opposizione islamista.Più volte arrestato nel 2012 per aver chiesto pubblicamente la caduta del regime di Damasco, gli è stato proibito di parlare in moschea dalle autorità siriane, ed ha trovato rifugio in Qatar. Originario di Damasco, ha svolto un ruolo decisivo nella mobilitazione nella periferia della capitale, soprattutto a Douma, molto attiva sin dall’inizio della mobilitazione pacifica nel marzo 2011.”Shaykh al-Khatib è una figura di spicco che ha un reale sostegno popolare”, ha detto Khaled al-Zayni, membro del Consiglio nazionale siriano (CNS)” [2].


La verità è ben diversa. In realtà, non vi è alcuna prova che lo sceicco Ahmad Moaz al-Khatib abbia mai studiato relazioni internazionali e diplomazia, ma ha un retroterra ingegneristico in geofisica e ha lavorato per sei anni presso al-Furat Petroleum Company (1985-91). Questa società è una joint venture tra l’azienda nazionale e le compagnie petrolifere estere, tra cui l’anglo-olandese Shell, con il quale ha mantenuto dei legami. Nel 1992 ha ereditato dal padre, sceicco Muhammad Abu al-Faraj al-Khatib, la carica di prestigioso predicatore della Moschea degli Omayyadi. È stato subito  sollevato dal suo incarico e gli è stato proibito di predicare in tutta la Siria. Tuttavia, questo episodio non accadde nel 2012 e non ha nulla a che fare con gli eventi in corso, ma avvenne venti anni fa, sotto Hafez al-Assad. La Siria allora sosteneva l’intervento internazionale per liberare il Kuwait; a parte il “rispetto del diritto internazionale”, Damasco voleva farla finita con il rivale iracheno e  avvicinarsi all’Occidente.  Lo sceicco, a sua volta, si era opposto a “Desert Storm” per gli stessi motivi enunciati da Usama bin Lade, al quale si richiamamava all’epoca, tra cui il rifiuto della presenza occidentale nella terra saudita, considerata un sacrilegio. Ciò lo portò a pronunciare discorsi antiebraici e antioccidentali.



Ahmad Moaz Al-Khatib  all’incontro con François Hollande


Successivamente, lo sceicco ha continuato l’attività di educazione religiosa, in particolare presso l’Istituto olandese a Damasco. Ha intrapreso numerosi viaggi all’estero, soprattutto nei Paesi Bassi,  Regno Unito e Stati Uniti. Infine, si stabilì in Qatar. Nel 2003-04 è tornato in Siria come lobbista della Shell per l’aggiudicazione di concessioni su petrolio e gas. Era ritornato in Siria agli inizi del 2012, per istigare il quartiere di Douma (sobborgo di Damasco). Arrestato, poi graziato, ha lasciato il paese a luglio e si è stabilito a Cairo. La sua famiglia è di tradizione sufi, ma a differenza delle pretese di AFP, è un membro dei Fratelli musulmani e l’ha anche dimostrato alla fine del suo discorso inaugurale a Doha. Con la solita tecnica della Fratellanza, adatta non solo la forma ma anche la sostanza del suo discorso al pubblico. A volte, è a favore di una società multi-religiosa, a volte per il ripristino della sharia. Nei suoi scritti ha definito il popolo ebraico come “nemico di Dio” e i musulmani sciiti come infedeli, epiteto che equivale alla condanna a morte.

In ultima analisi, l’ambasciatore Robert S. Ford ha giocato bene. Washington, ancora una volta ha ingannato i suoi alleati. Come in Libia, la Francia si è assunta tutti i rischi, ma dal grande accordo che si annuncia la Total non trarrà alcun beneficio.

Thierry Meyssan 

Vedi dello stesso autore:  http://www.voltairenet.org/article176737.html


NOTE:


[1] “A model leader for Syria?” editoriale del Christian Science Monitor, 14 novembre 2012.
[2] “Un religieux, un ex-député et une femme à la tête de l’opposition syrienne”, AFP, 12 novembre 2012.